STORIA DI ORDINARIA INGIUSTIZIA

La storia assurda del Maresciallo Lo Zito è in continua evoluzione e si cerca di aggiornarla continuamente.. i Provvedimenti dciplinari aumentano così come i Trasferimenti.. Il Blog contiene numerosissimi articoli e documenti scaricabili a prova dei fatti che vengono denunciati.. basta sfogliare le numerose pagine per rendersi cono...
BUONA LETTURA

giovedì 30 giugno 2011

Croce Rossa italiana privatizzata dal 2012......

 Croce Rossa italiana privatizzata dal 2012, personale non militare a rischio mobilità

 A decorrere dal primo gennaio 2012» viene privatizzata la Croce Rossa Italiana e il personale non militare rischia di essere posto in mobilità. Verranno invece risolti entro l'anno tutti i contratti a termine, si legge nella bozza della Manovra finanziaria.
Da tale giorno l'ente «ha propria personalità giuridica di diritto privato e piena capacità giuridica e patrimoniale per il raggiungimento dei suoi fini» e «si configura come ausiliaria e collaboratrice delle P.A. nelle attività umanitarie e sociali messe in atto da quest'ultime». La vecchia Cri verrà messa in liquidazione e «il personale civile con rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato», se «non assunto, su chiamata e con il proprio consenso, è posto in mobilità».
(Il Gazzettino)

Quello qui sopra riportato è solo uno dei tanti articoli apparsi negli scorsi giorni sul possibile destino della Croce Rossa Italiana. Lo pubblica sulla mia bacheca di Facebbok Silvia, una delle tante persone che, come me, impiegano il loro tempo libero (e spesso non solo) nelle innumerevoli attività di un ente, la Croce Rossa, che oggi, come riportato nell’articolo, rischia non solo la privatizzazione in sé, ma la risoluzione di tutti i contratti a termine e la mobilità del personale dipendente con contratto a tempo indeterminato. Una situazione che si traduce nel pericolo licenziamento o mobilità per circa 4.000 lavoratori; connotata dunque da un’alea inaccettabile, così come altrettanto inaccettabile è la mancanza di garanzie circa la possibilità in futuro, per un’ipotetica CRI privatizzata, di svolgere ancora la totalità della attività socio assistenziali e di soccorso che attualmente caratterizzano l’ente; motivi per i quali nella notte successiva alla pubblicazione del testo della bozza della manovra economica, ho passato diverse ore a scrivere e inoltrare via mail e su Facebook messaggi mirati di spiegazione delle pagine relative al futuro della CRI (pgg. 12-15), auspicando una chiara presa di posizione da parte di volontari e dipendenti.

Devo purtroppo ammettere che i risultati di questa mia iniziativa sono stati alquanto deludenti…

Da un lato è partita, tra i volontari, una inutilissima campagna che si autodefinisce di “viral marketing", consistente semplicemente nello scrivere quale proprio 'stato' su Facebook: "Parlano i Ministri, parlano i giornalisti, parlano i Sindacati, parlano e scrivono (legittimamente) tutti... ed i Volontari chi li ascolta?”. Una campagna veramente assurda, dato che non si fa riferimento alcuno alla Croce Crossa ed è capibile solo e soltanto da chi non solo opera in CRI, ma conosce anche le implicazioni del testo della bozza della manovra economica. Campagna altresì ridicola in quanto chiede (o meglio sarebbe dire sussurra) maggior democraticità e coinvolgimento della base, quando sono ormai anni che la CRI è oggetto di commissariamento governativo dal 2003 (senza contare quello dal 1980 al 1998), in cui cioè i volontari non possono scegliersi i loro rappresentanti e tanto meno possono eleggere chi presiede l’ente. Certo è sempre meglio svegliarsi tardi che mai…

Dall'altro lato, il Commissario nazionale VVdS (Volontari del Soccorso) insieme all'Ispettore nazionale dei Pionieri (o "Giovani"... ancora non hanno capito neppure loro come si chiamano) hanno scritto una lettera, pubblicata nelle pagine ufficiali dei VVdS e dei Pionieri (o "Giovani"?) del sito cri.it, in cui giustamente reclamano il coinvolgimento dei 100.000 (145 mila secondo il Rapporto annuale 2010… ma evidentemente neppure loro l’anno letto) volontari CRI sulle scelte relative al destino dell'ente/associazione (un po' ridicola, come presa di posizione, visto che a farla è chi, il Commissario nazionale VVdS, non è stato eletto da nessuno, bensì nominato dal vertice...), ma al contempo leccano spropositatamente il fondoschiena a chi, l’attuale Commissario governativo Francesco Rocca…
Insomma, verrebbe da dire: evviva la coerenza!! Sì, perché non solo la figura di Rocca rappresenta l’antidemocraticità dell’ente e la mancanza di coinvolgimento della base nelle scelte e nelle critiche circa la gestione della CRI (non dimentichiamoci che è stato proprio Rocca a introdurre il c.d. “Codice Bavaglio”), ma rappresenta anche la volontà (sebbene mai apertamente dichiarata) di privatizzare la CRI.

Poi, ieri sera, colpo di scena. La smentita da parte dello stesso Rocca: «La privatizzazione? Non esiste. Non so come sia nata questa notizia ma posso assicurare che nella bozza entrata in preconsiglio non c’era alcun riferimento alla Croce Rossa» ...O forse no, perché subito dopo Rocca afferma: «Qualunque sarà la soluzione che si sceglierà dovrà essere graduale»; parole che, se lette insieme a quelle del Ministro della Salute Fazio, lasciano intendere che la privatizzazione si farà comunque, anche se magari non nella manovra: «Il problema della privatizzazione della Cri – dice Fazio – va affrontato, anche perché tutte quelle internazionali lo sono. Non so se deve essere fatto nella manovra ma il problema va affrontato con la dovuta calma e, verosimilmente, in modo graduale». Rocca, insomma, continua a parlare da politico (del resto è proprio dalla politica che è stato messo nella posizione che ora ricopre... con lauto guadagno PERSONALE, non certo per la CRI, visti i risultati documentati dalla trasmissione Rai REPORT), e proprio come un politico smentisce tutto e non smentisce nulla allo stesso tempo.
Insomma Rocca sembra essere più il rappresentante del Governo all'interno della CRI, piuttosto che – come il suo ruolo dovrebbe imporgli – il rappresentante dei volontari, dei dipendenti e dei soci CRI a livello istituzionale; e forse, piuttosto che avere una Croce Rossa POLITICIZZATA, come quella attuale, sarebbe più auspicabile una Croce Rossa PRIVATIZZATA; ma da tale considerazione all'affermare che la CRI debba necessariamente ed immediatamente essere privatizzata, con modalità che metterebbero in serio pericolo non solo i posti di lavoro ma le stesse attività che la CRI svolge senza alcuna (o ridotte) finalità di lucro, ci vuole molta, moltissima fantasia. Si tratta, a dirla tutta, di vera e propria demagogia: la privatizzazione della CRI è pensata con il fine unico di ridurre la spesa pubblica per le attività socio assistenziali e di soccorso che la CRI svolge; ma al cittadino questo non viene detto: al cittadino, e al volontario, viene detto che la privatizzazione della CRI deve necessariamente attuarsi al fine di rispettare il principio di Indipendenza, che Ginevra da anni reclama. E si tratta veramente di demagogia allo stato puro, poiché se davvero il problema di fondo fosse quello del rispetto del principio di indipendenza, basterebbe cacciare a calci nel sedere Rocca e la sua cricca, attuando un meccanismo di assoluta democraticità che prende il semplicissimo nome di ELEZIONI, in cui sono i volontari stessi a decidere chi li deve governare.

Detto con parole ancora più semplici, questo Governo (e la cricca al vertice della Croce Rossa) vogliono farci credere che la parola 'Democrazia' possa essere sostituita dalla parola 'privatizzazione', e che il concetto di 'efficienza' sia insito solo e soltanto nella seconda. Quando i 145.000 volontari CRI capiranno ciò e decideranno che questi ragionamenti di bassa, se non becera, politica aziendale non sono più tollerabili, allora e solo allora questa Croce Rossa potrà realmente cambiare rotta. Serve pertanto, a mio avviso, una seria e netta presa non solo di posizione, ma ancor prima di coscienza da parte del popolo della CRI, che consenta di riaffermare a gran voce "Noi siamo la CRI, e tutto questo non lo tolleriamo più".

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