STORIA DI ORDINARIA INGIUSTIZIA

La storia assurda del Maresciallo Lo Zito è in continua evoluzione e si cerca di aggiornarla continuamente.. i Provvedimenti dciplinari aumentano così come i Trasferimenti.. Il Blog contiene numerosissimi articoli e documenti scaricabili a prova dei fatti che vengono denunciati.. basta sfogliare le numerose pagine per rendersi cono...
BUONA LETTURA

mercoledì 15 giugno 2011

Croce Rossa: “Doverosa la reintegra del maresciallo Lo Zito”

L’Aquila. E’ stata presentata, a firma del consigliere regionale Cesare D’Alessandro (IdV), un’interpellanza urgente rivolta al presidente Gianni Chiodi, al quale viene richiesto di farsi parte diligente affinché venga chiarita la posizione del maresciallo maggiore Vincenzo Lo Zito, “colpevole” di aver denunciato comportamenti non corretti ai vertici della Croce Rossa abruzzese.

 


 
“A seguito della denuncia di Lo Zito, che chiamava direttamente in causa la presidente della C.R.I. abruzzese, Maria Teresa Letta” dichiara D’Alessandro, “furono avviate indagini interne e giudiziarie che, alla fine, hanno portato lo stesso Lo Zito sul banco degli imputati, reo di lesa maestà”.


 Lo Zito venne a sua volta denunciato dalla presidente del Comitato, “costretto a difendersi, lui che aveva denunciato le irregolarità”, prosegue D’Alessandro, “dalle contro accuse mosse nei suoi confronti per presunta diserzione aggravata e per calunnia; dalle quali, però, il 25 e 26 maggio, è stato completamente assolto. Nonostante sia stato ampiamente scagionato, sia nel giudizio militare che in quello penale, ancora oggi Lo Zito non ha potuto riprendere il servizio dal quale era stato allontanato, né è stato reintegrato nello stipendio pur avendo moglie e due figli a carico”.
Il Consigliere D’Alessandro chiede che il Presidente della Regione, “che da sempre intrattiene rapporti molto cordiali con la Croce Rossa, con il Commissario della stessa ed i suoi cari, si rivolga alle competenti Autorità ministeriali (Difesa, ministro La Russa) perché il maresciallo Lo Zito venga reintegrato nel più breve tempo possibile nelle funzioni e nello stipendio, “semplicemente per ragioni di giustizia””.

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