STORIA DI ORDINARIA INGIUSTIZIA

La storia assurda del Maresciallo Lo Zito è in continua evoluzione e si cerca di aggiornarla continuamente.. i Provvedimenti dciplinari aumentano così come i Trasferimenti.. Il Blog contiene numerosissimi articoli e documenti scaricabili a prova dei fatti che vengono denunciati.. basta sfogliare le numerose pagine per rendersi cono...
BUONA LETTURA

lunedì 29 novembre 2010

La Croce Rossa sempre più in rosso


 ....In Italia la Croce Rossa
ha bisogno lei di 
ESSERE SOCCORSA....

Lo dice il servizio di Report 
su Rai 3, in onda
Domenica 5 dicembre alle 21,30





sabato 20 novembre 2010

GESTIONE della CROCE ROSSA .. INTERVENIRE CON FERMEZZA SULLE IRREGOLARITA'


Senatore Elio Lannutti (IdV) 

 

 

 

Interrogazione 4-04108
Gestione Croce rossa italiana

 Pubblicata il 17 novembre 2010  Seduta n. 460

 

LANNUTTI - Ai Ministri della salute, dell'economia e delle finanze e della difesa. -      Premesso che:

La Croce rossa italiana (Cri) è una associazione di volontariato fondata nel 1864 che svolge la sua opera su tutto il territorio nazionale grazie agli oltre 150.000 volontari e soci attivi appartenenti all'organizzazione e oltre 5.000 dipendenti, ed è composta anche dagli ausiliari del Corpo militare, una componente centrale della Cri adibita al primo soccorso durante le emergenze;

La Cri è l'unica organizzazione del suo genere, almeno in Europa, che dipende politicamente ed economicamente dal Governo, il quale versa nelle casse dell'organizzazione oltre 160 milioni di euro l'anno (l'80 per cento del quale è destinato alle spese per il personale). La storia recente dice che la Croce rossa è stata commissariata quattro volte dal 1995 a oggi e ha vissuto 18 degli ultimi 25 anni in gestione straordinaria, con commissari nominati per cercare di sanare i deficit delle precedenti gestioni. L'ultimo commissario straordinario è il dottor Francesco Rocca;

Da troppo tempo vengono denunciate irregolarità, poca trasparenza nella gestione dell'associazione, nonché una situazione di caos organizzativo con mancata corresponsione degli arretrati salariali ai dipendenti, assunzioni «facili» e senza concorso nel Corpo militare;

E' sintomatico che già nel 2008, il "Corriere della Sera", in un articolo di Gian Antonio Stella del 27 settembre 2008, titolava: «Sprechi, dossier dello Stato alla Corte dei Conti. La Croce rossa raddoppia i Centri. Ma per sole nove pratiche all'anno. Dopo l'ispezione partita richiesta alla Difesa di bloccare «il contributo per l'incapacità di spesa dimostrata». Nell'articolo si fa riferimento ad un Rapporto firmato da Fabrizio Valenza dei Servizi ispettivi di Finanza pubblica nel quale, tra l'altro, relativamente alle verifiche fatte su stipendi, rimborsi e promozioni, si denuncia «l'"irregolare riconoscimento al personale di assistenza di gradi non previsti dalla legge", l'"illegittima presenza di personale militare in servizio continuativo in assenza di una norma che lo consenta", la "necessità di annullare promozioni effettuate" grazie alla laurea in materie non previste dalla legge, l'assenza di copertura finanziaria dei provvedimenti con cui erano stati distribuiti molti aumenti in busta paga, "l'erogazione di buoni pasto per importi superiori al dovuto" e così via»;

E ancora il 10 dicembre 2009, il quotidiano "la Repubblica" riporta un articolo dal titolo «Assunzioni facili e conti fuori controllo. Il crac Croce Rossa». L'articolo riferisce ancora una volta di una Croce rossa «alle prese con i mali della pubblica amministrazione italiana: conti incerti, organici sovraffollati, gestioni instabili, influenza della politica». E ancora: «Otto ufficiali superiori sono stati chiamati a restituire i gradi, ottenuti in seguito a promozioni giudicate illegittime da un ispettore ministeriale, e cento dipendenti hanno fatto ricorso al giudice del lavoro dopo l'annullamento di generosi benefici economici», eccetera;

l'articolo sottolinea come la Croce rossa sia «un ente costretto a muoversi al confine fra solidarietà e spreco, fra volontariato entusiasta e lavoro assistito. La grana più grossa rimane quella della riorganizzazione del corpo militare, una delle sei componenti della Croce rossa (le altre sono i volontari del soccorso, i donatori di sangue, i giovani pionieri, le pie donne e le crocerossine) che, a leggere il j'accuse dell'ispettore del ministero, si è trasformata in un carrozzone. Ben 670 degli 877 militari in servizio continuativo nel corpo sono stati di fatto stabilizzati "senza che alcuna norma lo prevedesse". E due terzi del personale, a fine 2007, risultavano impiegati in servizi civili, per lo svolgimento di attività in convenzione con enti pubblici e organismi privati (...). Per le emergenze come alluvioni e terremoti, insomma per la funzione istituzionale del corpo, la Croce rossa ha fatto soprattutto ricorso ai precari, che oggi sono 375, tutti arruolati senza concorso. Il personale militare a tempo determinato, dal 2001 al 2007, è cresciuto del 77 per cento. Quello civile in sette anni è addirittura triplicato»;

più recentemente, il 23 marzo 2010, il settimanale "L'Espresso" riportava un articolo di Fittipaldi e Soldano dal sottotitolo chiarificatore «Vertici strapagati. Boom di consulenti. Debiti in aumento. Sprechi. Anche un ex terrorista a fianco del commissario. Ecco come funziona l'associazione»;

il medesimo articolo sottolinea come «Non stupisce che in Italia, unico caso in Occidente, l'ente invece di essere indipendente è sotto il controllo ferreo dei partiti. Che da sempre usano la Croce rossa per fare assunzioni di massa (migliaia di precari militari e civili sono stati chiamati senza concorso e senza criteri): le emergenze e le calamità sono eventi secondari. I bilanci non vengono approvati dal 2005, e i commissari straordinari vanno e vengono». Nell'articolo si legge inoltre che nel 2008, «un'ispezione del Ministero dell'economia (...) stilò una lista di ben 54 rilievi che denunciavano gravi irregolarità degli ausiliari: promozioni illegittime, benefici economici non dovuti, sprechi senza fine». Successivamente, gli ispettori del Ministero della difesa verificavano per il periodo che va dal 2005 al 2009, «le storture della gestione di presidenti e commissari: 17 milioni destinati dalla Difesa per le esigenze del Corpo (medicinali, automezzi, attrezzature da campo) non sarebbero stati mai spesi, le esposizioni con le banche sarebbero "ormai stabilmente sopra i 55 milioni di euro nelle sue punte massime", mentre oltre 15 milioni di euro avuti dalla Cri per l'operazione Antica Babilonia in Iraq sono "ancora da impegnare";

ancora il settimanale "L'Espresso", in un articolo del 30 luglio 2010 dal titolo «Croce Rossa conti al verde» riporta come il 12 luglio, la Banca nazionale del lavoro ha scritto al servizio amministrazione e finanza della Cri per lanciare l'allarme: è stata superata la soglia di fido e di extrafido di 53 milioni di euro e non sarà possibile effettuare i pagamenti giacenti per 11 milioni. In gran parte, oneri previdenziali e fiscali in scadenza;

la Cri sta attraversando ormai da tempo una situazione di disordine organizzativo e funzionale con mancata corresponsione degli arretrati salariali ai dipendenti, nonché stabilizzazione di migliaia di precari, come segnalato dall'interrogante nell'atto di sindacato ispettivo 4-02926;

considerato che a quanto risulta all'interrogante anche sulla base del citato articolo de "la Repubblica":

Vincenzo Lo Zito, dipendente della Cri e fino all'11 agosto 2008 in servizio come funzionario amministrativo nel Comitato regionale Abruzzo a L'Aquila presieduto dalla professoressa Maria Teresa Letta, da anni sta lottando per difendersi da un procedimento disciplinare di Stato e dalle querele rivoltegli dai vertici dell'ente per aver denunciato le anomalie riscontrate all'interno dell'ente Croce rossa Abruzzo;

in particolare il maresciallo capo Vincenzo Lo Zito nello svolgimento del proprio incarico è venuto a conoscenza di presunte irregolarità amministrativo-contabili, rilevate all'interno del comitato regionale Abruzzo de L'Aquila, commesse da parte dei presidenti che ha provveduto a segnalare ai vertici della Cri nel giugno 2007;

il maresciallo Lo Zito ha anche rilevato che la stessa Letta rivestiva un doppio incarico, che oltre ad essere Presidente del Comitato Regionale CRI Abruzzo, era anche Responsabile amministrativo del Comitato locale CRI di Avezzano, cioè, controllore e controllato erano la stessa persona;

le presunte irregolarità riscontrate dal militare riguarderebbero la gestione del Comitato locale Abruzzo da parte di Maria Teresa Letta la quale avrebbe firmato alcuni mandati di pagamento e avrebbe gestito direttamente e in modo autonomo due conti correnti bancari radicati presso la Banca Toscana, agenzia di Avezzano (AQ), intestati al Comitato locale di Avezzano il primo e al Comitato regionale Abruzzo il secondo, contrariamente a quanto espressamente disposto dal regolamento di amministrazione della Cri;

dopo numerose segnalazioni del maresciallo, giunse finalmente un'ispezione da parte di tre componenti del Collegio dei Revisori dei Conti, che si è conclusa in modo singolare, ovvero con un pranzo di questi revisori con la stessa Maria Teresa Letta. I controllori che vanno a pranzo con la controllata. A questo punto il Maresciallo Lo Zito ha provveduto a denunciare oltre a tutte le anomalie riscontrate, anche questo fatto increscioso alla Corte dei conti oltre alla Procura della Repubblica ed ancora attende fiducioso un riscontro dal 14 marzo 2008;

in tutta risposta Lo Zito è stato querelato per calunnia da tutti e 7 i membri del collegio dei revisori dei conti e non dai soli 3 revisori che sono venuti a fare l'ispezione. Dopo due rinvii, l'udienza è stata fissata presso il Tribunale di Roma per il 13 di ottobre 2010, rinviata anche questa al 23 febbraio 2011 per il trasferimento del giudice titolare;

tutte le persone che nel frattempo hanno provato a "riorganizzare" la gestione del Comitato regionale Abruzzo, sono state puntualmente rimosse, ben tre Direttori Regionali sono stati trasferiti. Anche il Maresciallo Vincenzo Lo Zito è stato trasferito a circa 300 km da casa sua per la seconda volta, vive ad Avezzano, un Comune in provincia de L'Aquila, e lo hanno trasferito ad Assisi, nonostante il parere contrario espresso dal Collegio medico della Cri, in quanto nel frattempo, a causa dello stress per questa situazione, ha avuto un infarto con l'applicazione di tre bypass;

nel frattempo, il Commissario straordinario della Cri, l'avvocato Francesco Rocca ha querelato anche lui Vincenzo Lo Zito per diffamazione, ha avviato a suo carico ben tre provvedimenti disciplinari di Stato; da luglio scorso è stato sospeso lo stipendio del Maresciallo perché visti i suoi noti problemi di salute, non si è recato presso il Comando di Assisi, in quanto non poteva fare circa 600 chilometri al giorno nel suo stato convinto che bastasse il parere contrario al suo trasferimento emesso dal Collegio medico della Croce rossa;

solo poco tempo fa ha saputo che il parere del Collegio medico non è stato considerato dalla Croce rossa, e che la Procura militare, su loro richiesta ha avviato un'indagine per diserzione aggravata;

pertanto, il maresciallo Vincenzo Lo Zito non ha potuto fare altro che obbedire all'ordine di trasferimento, per non essere licenziato e da qualche tempo lavora ad Assisi e per evitare troppi stress utilizza un camper;

ha chiesto tante volte all'Amministrazione di assegnagli una sede più vicina alla sua abitazione, per poter continuare ad essere seguito dal suo cardiologo di fiducia; nessuna risposta è mai pervenuta se non la diffida a raggiungere immediatamente la sede in Umbria;

la Cri sta anche richiedendo le somme che ritiene di aver impropriamente erogato, pari a 22.000 euro con una trattenuta di 600 euro in busta paga perché non si è recato al lavoro presso la sede di Assisi;

da qualche tempo il maresciallo si presenta tutti i giorni presso il suo posto di lavoro ad Assisi dove non gli assegnano alcun compito ed è la quarta persona assegnata a guardare il panorama perché non ha nemmeno il posto a sedere;

Lo Zito, a chi lo accusa di aver "infangato il simbolo della Croce rossa", risponde che avere il coraggio di rappresentare quali sono le cose che non vanno all'interno dell'istituzione presso la quale lavoriamo, non si traduce nello sporcarla, anzi, vuol dire che la si vuole migliorare; nascondere le "beghe interne" significa essere complici;

a quanto risulta all'interrogante, la vicenda della Cri è una storia che ha interessato personalità che periodicamente si presentano nel panorama delle cronache italiane, 
si chiede di sapere:

Se non si intenda intervenire con fermezza per porre termine alle gravi irregolarità esposte in premessa nella gestione della Cri, riportando la necessaria indispensabile trasparenza nell'organizzazione e gestione di questa storica associazione;

Se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti narrati e di conseguenza quali iniziative, ciascuno secondo le proprie competenze, intendano adottare al fine di verificare l'eventuale sussistenza della gravità e l'entità dei fatti segnalati dal maresciallo Lo Zito nel Comitato regionale Abruzzo;

Quale sia il giudizio del Governo sulla vicenda che ha interessato Lo Zito, il quale per il solo fatto di aver adempiuto con elevata professionalità e senso di responsabilità ai propri doveri è stato trasferito perché doveva essere punito per aver osato denunciare l'anomala gestione della Croce rossa abruzzese.


venerdì 19 novembre 2010

Con cattive leggi e buoni funzionari si può pur sempre governare. Ma con cattivi funzionari le buone leggi non servono a niente (Otto von Bismarck )

 
OGGETTO: 
applicazione Legge 104/92 e
Decreto 18 dicembre 2009, n. 206.
(assenze per malattia)




La scrivente Organizzazione Sindacale, negli ultimi tempi, ha evidenziato comportamenti, a dir poco “anomali”, da parte di questa Amministrazione circa l’applicazione della Legge 104/92 e il recente Decreto del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione del 18 dicembre 2009, n. 206.

Le anomalie, per non parlare di veri e propri abusi, colpiscono indistintamente tutto il personale che a vario titolo opera all’interno dell’Ente Pubblico C.R.I. (di ruolo, a tempo determinato e appartenenti al Corpo Militare). 

Clicca sulla scritta  per visionare il comunicato
 Prevalentemente, questa Amministrazione, tende ad ignorare i diritti derivanti dall’applicazione puntuale e precisa delle norme sopra descritte o, peggio ancora, a stravolgerne arbitrariamente i contenuti e le indicazioni fornite dal legislatore. Questo comportamento crea al lavoratore, che dovrebbe usufruire dei benefici previsti dalle norme in oggetto, un senso di impotenza e frustrazione che impone a questa Organizzazione Sindacale un intervento risoluto volto a ripristinare non solo la legalità, ma anche e soprattutto, la dignità di chi si vede negato un diritto sancito per Legge. In questo contesto, l’atteggiamento che crea più perplessità, è il fatto che questa Amministrazione sconfessa non solo le norme vigenti, ma anche se stessa. Non è un caso che ha seguito del Decreto n. 206, il Dipartimento Risorse umane e Organizzazione in data 11/05/2010 emana una circolare (la 6/10 con prot. n. CRI/CC/0035015) dove nel raccomandare ai vari Comitati un attenta e puntuale applicazione della norma, invita categoricamente gli stessi ad astenersi al richiedere visite fiscali a quei dipendenti che risultino esclusi (per Legge) a tali controlli. Il forte richiamo al rispetto delle norme da parte dell’Amministrazione C.R.I. è giustificato dalla necessità di «non effettuare controlli che potrebbero risultare infruttuosi, ma anche per evitare una attività amministrativa inefficace con il rischio di un esborso ingiustificato».
Alla luce di quanto riportato, si rimane alquanto “sorpresi” nel verificare che quanto si ammonisce, venga puntualmente disatteso dal troppo zelante Dirigente o Funzionario di turno, a totale danno del Dipendente.
Questi sempre più frequenti comportamenti, stanno assumendo i connotati dell’intimidazione e della vessazione da parte di oscuri soggetti che cercano, con ogni mezzo, di limitare i diritti di tutti quei lavoratori che onestamente prestano la propria attività lavorativa in C.R.I. Alla U.S.B.- P.I. piace pensare che questi episodi, siano il frutto di meri errori di valutazione e che al più presto si riconduca il tutto in un alveo di piena legalità. Se ciò non avvenisse, questa O.S. non è più disposta a sottacere a simili comportamenti e utilizzerà tutti i mezzi a propria disposizione, per denunciare, nelle sedi opportune, quanto sta accadendo ai danni di tutti i dipendenti della Croce Rossa Italiana.

Non per criticare nessuno 
ma solo PER DOVEROSA INFORMAZIONE 
questo è quello che mi succede... 

 
rifiuto dei benefici 
della Legge 104/92
dopo averli richiesti   >









Visita Fiscale inviatami 
Nonostante ne fossi esente
 visto che la patolgia
é già riconosciuta 
come Causa di Servizio >>>>>



E' stupido essere giusti quando chi è ingiusto ottiene migliore giustizia. 
(di Esodo, VIII sec. a.C. )

giovedì 18 novembre 2010

Rapporto sul CIE di Ponte Galeria "Disumano, inefficiente, inutile"

 Anche una importante testimonianza di una ex Operatrice della Croce Rossa Italiana ( ANGELA ) 

che lavorava presso la struttura.

Clicca per leggere

 

I Medici per i Diritti Umani (MEDU) lanciano l'allarme sulle condizioni delle persone rinchiuse in una delle 12 strutture per immigrati nel territorio nazionale. Attuale budget giornaliero per ospite è di 42 euro.

 

Dall'apertura del 1998 fino al febbraio del 2010 "la struttura è stata gestita dalla Croce Rossa Italiana"


ROMA - "Veniamo da Paesi poveri, alcuni sono scappati per vedere il mondo e dimenticare tutto, ma hanno trovato solo sbarre e cancelli. Ci danno sonniferi e tranquillanti tutto il giorno, un giorno a settimana la barba e uno i capelli, la carta igienica viene distribuita due giorni a settimana, ci danno da mangiare cibo scaduto". Era giugno scorso quando una lunga lettera raggiunse la stampa da dentro il CIE, Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria, a pochi giorni dall'ultima rivolta degli immigrati, che lì vengono rinchiusi anche per sei mesi, in base all'ultima decreto sicurezza del governo. Il CIE più grande d'Italia, quello che un anno fa il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro annunciava di voler chiudere e trasformare in luogo di transito di rom, è invece sempre lì. Gli ultimi ad entrarci per un sopralluogo, lo scorso 14 ottobre, sono stati quattro esponenti di Medici per i diritti umani  (Medu), che a Ponte Galeria avevano già fatto quattro sopralluoghi fra il 2005 e il 2008, quando ancora la legge permetteva di trattenere gli irregolari in corso di identificazione per 60 giorni e non per i sei mesi attuali.

Una storia sbagliata. Il titolo del rapporto è la sua sintesi. La conclusione, dopo aver precisato che le criticità emerse a Ponte Galeria risultano comuni alla gran parte degli altri 12 Cie presenti sul territorio italiano - come documentato da proprie e altre indagini, per esempio di Medici Senza Frontiere - spiega: "Quella dei CIE appare essere proprio la storia sbagliata di un'istituzione per troppi aspetti inumana, ingiusta, inefficiente e inutile". E il primo dato da sottolineare è quello sull'efficacia dell'intero meccanismo. "Dal primo gennaio al 27 settembre 2010 - è scritto nel rapporto - le persone trattenute-transitate a Ponte Galeria sono state 1.727, le rimpatriate 747: il 43% del totale. Nello stesso periodo dell'anno precedente, i trattenuti-transitati sono stati 2.667, i rimpatriati 1.159: il 43% del totale".

La prova del fallimento. Il prolungamento del trattenimento a sei mesi era entrato in vigore l'8 agosto 2009. Le due percentuali, identiche, sono la certificazione di un fallimento anche tecnico, oltre che umano. A queste, si aggiunge la gelida cifra di quanti in tutto il 2009 hanno ottenuto lo status di rifugiato o comunque "una forma di protezione internazionale": 56 persone delle 3.249 (il maggior numero di tutti i centri italiani) passate per Ponte Galeria. Quei 56 sono l'1,7% del totale.  

Il 14 ottobre. Era dall'ottobre 2008 che il Medu non entrava nel centro: per tutto il 2009 il permesso di visita era stato negato. Nell'unica giornata concessa, gli operatori erano accompagnati da "un rappresentante della Prefettura, il direttore del centro e il responsabile sanitario". Il poco tempo disponibile ha reso impossibili dei "colloqui privati con i trattenuti". La richiesta di una seconda visita per poterli svolgere è stata rifiutata. E il Medu non è certo il primo a dichiarare un'evidenza: oggi, in Italia, è molto più facile visitare un carcere che un Centro di detenzione ed espulsione.

I disegni. Siccome non era neppure permesso scattare foto, è stato uno del gruppo, Guido Benedetti, a illustrare il rapporto con dei disegni. Erbacce, mura, piloni con il neon in cima, sbarre. Cubi di pietra e ferro con dentro esseri umani: un disegno può essere più duro da guardare di una fotografia.

La cronaca del rapporto, fra un'immagine e l'altra, racconta a chi non lo sapesse che dall'apertura del 1998 fino al febbraio del 2010 "la struttura è stata gestita dalla Croce Rossa Italiana", mentre da marzo è gestita dalla cooperativa Auxilium . Attuale "budget giornaliero per ospite": 42 euro. Una breve rievocazione delle proteste, degli scioperi della fame e delle rivolte dei "trattenuti" che "hanno più volte denunciato condizioni di vita inumane" serve a evocare la richiesta di chiusura ribadita di recente dal prefetto per "una struttura non sufficientemente rispettosa della dignità umana".

Sfruttate assieme agli sfruttatori. Il 14 ottobre il centro ospitava 100 uomini in prevalenza del Maghreb e 150 donne in prevalenza nigeriane. Secondo la Prefettura, i più rappresentati nel 2010 sono stati i romeni, seguiti da nigeriane, marocchini, algerini, ucraini e serbi. L'80% degli uomini viene dal carcere, l'80% delle donne dalla prostituzione. E riguardo a loro, vittime quasi sempre della tratta, il Medu sottolinea come, nonostante la presenza settimanale nel centro di una serie di associazioni fra cui quelle dedite proprio alle vittime di tratta come Differenza Donna , solo pochissime chiedono aiuto. Motivo: "i condizionamenti ambientali all'interno del centro, ove spesso le vittime si trovano a subire una situazione di convivenza e controllo da parte di persone responsabili o coinvolte nel loro sfruttamento".

La cittadina Nabruka Mimuni. Ci sono corsi d'italiano, arte terapia, danza. C'è il cineforum, un campo di calcetto e una piccola biblioteca. Ci sono le tv nelle camerate. Ma c'è assistenza sanitaria solo di primo livello. Ci sono psicologhe e medici, però ogni intervento specialistico è reso difficile dal fatto che il personale della Asl Roma D, quella di zona, non ha accesso al centro e mandare un paziente in strutture esterne per visite specialistiche o accertamenti è possibile solo "in ambulanza e con la scorta". Quanto all'autolesionismo, i tagli di braccia e gambe con la lametta e le simulazioni di impiccagione, "secondo il direttore sanitario" sono molto diminuiti, mentre il medico riferisce che "il primo periodo" (della nuova gestione) "la gente si tagliava in continuazione". Nel 2009 tre delle quattro morti avvenute all'interno dei Cie italiani, ricorda il Medu, sono state a Ponte Galeria. Una nota precisa: "La cittadina tunisina Nabruka Mimuni, in Italia da vent'anni, si è tolta la vita nel Cie di Ponte Galeria la notte del 6 maggio 2009, il giorno prima del suo rimpatrio".

La "soluzione psicofarmaco". La prima dichiarazione è quella del direttore sanitario: c'è "una forte richiesta di sedativi da parte dei trattenuti". Il 50% circa li assume, precisa. Il medico spiega che l'Auxilium ha trovato una situazione nella quale c'era "prescrizione eccessiva e impropria di psicofarmaci a scopo sedativo". Il direttore sanitario sostiene che ha razionalizzato la somministrazione "con successo". Il Medu conclude: "I farmaci vengono ancora somministrati da parte del personale medico senza consulenza psichiatrica". E sottolinea come non ci sia un regolamento scritto di ogni aspetto della vita interna dei "trattenuti", al contrario di quanto prescritto.

L'altra punizione. È così che la maggior parte degli immigrati vive la chiusura in un Cie. Fra gli uomini, lo riferisce la stessa Auxilium, "quattro su cinque provengono dal carcere. Accade così che detenuti in condizioni d'irregolarità non siano identificati durante la permanenza in carcere e allo scadere della pena invece di essere rimpatriati siano trasferiti al centro, dovendo così scontare un periodo aggiuntivo di trattenimento", mentre le donne vittime di tratta lì non trovano alcun modo per "avviare gli opportuni percorsi di assistenza".

Socialmente indesiderato. Solo nell'ultimo disegno che accompagna il rapporto appare un volto fra due sbarre, occhi neri, capelli crespi, bocca chiusa: Ponte Galeria, provincia  extraterritoriale d'Italia, un acquario, un bestiario dove tutto può accadere, per quelle braccia buone al lavoro ma impossibili da accettare insieme ai corpi interi che le portano. Corpi che spaventano: squali, tigri, serpenti infidi. Il Medu, ripetute le scarse cifre degli avvenuti rimpatri, chiude il rapporto con una considerazione che ha il tono di chi vuol far ragionare i pazzi, ma sa che con chi ha la paura - e la forza - dalla sua parte, ci vuole molta pazienza: "Esclusa dunque un'efficacia dal punto di vista degli scopi dichiarati dei Cie - ossia l'identificazione e l'effettiva espulsione dei migranti in condizione d'irregolarità - rimarrebbe per queste strutture la funzione di strumento punitivo ed emblematico di una politica di contrasto all'immigrazione clandestina basata su un approccio esclusivamente securtario. Funzione punitiva che risulta essere sovente la stessa ragione per cui si costruisce e si giustifica un'istituzione totale, insieme al ruolo di contenimento e segregazione per categorie diverse di persone socialmente indesiderate". 
 

 Fonte

sabato 13 novembre 2010

LE INTERROGAZIONI PARLAMENTARI AUMENTANO, I MINISTRI TACCIONO...... LA GIUSTIZIA ATTENDE !!!!!

Vengo definito dal vertice della Croce Rossa : 

" DIPENDENTE INFEDELE"

è un onore per me essere definito tale,

per aver denunciato le illegalità e le ritorsioni dell'Ente..‌ 

 ( Vincenzo Lo Zito )

presentata da
MASSIMO DONADI
lunedì 8 novembre 2010, seduta n.391

DONADI, PALAGIANO e MURA. 

Al Ministro della salute, al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:


La Croce rossa italiana è una associazione di volontariato fondata nel 1864 che svolge la sua opera su tutto il territorio nazionale grazie agli oltre 150 mila volontari e soci attivi appartenenti all'organizzazione e oltre 5.000 dipendenti, ed è composta anche dagli ausiliari del Corpo militare, una componente centrale della Cri adibita al primo soccorso durante le emergenze;

la C.R.I. è l'unica organizzazione del suo genere, almeno in Europa, che dipende politicamente ed economicamente dal Governo, il quale versa nelle casse dell'organizzazione oltre 160 milioni di euro l'anno (l'80 per cento se ne va in spese per il personale). La storia recente dice che la Croce rossa è stata commissariata quattro volte dal 1995 a oggi e ha vissuto 18 degli ultimi 25 anni in gestione straordinaria, con commissari nominati per cercare di sanare i deficit delle precedenti gestioni. L'ultimo commissario straordinario è il dottor Francesco Rocca;    >>>>

da troppo tempo vengono denunciate irregolarità, poca trasparenza nella gestione dell'associazione, nonché una situazione di caos organizzativo con mancata corresponsione degli arretrati salariali ai dipendenti, assunzioni «facili» e senza concorso nel Corpo militare;

è sintomatico che già nel 2008, il Corriere della Sera, Gian Antonio Stella, titolava un suo articolo del 27 settembre con: «Sprechi, dossier dello Stato alla Corte dei Conti. La Croce rossa raddoppia i Centri. Ma per sole nove pratiche all'anno. Dopo l'ispezione partita richiesta alla Difesa di bloccare «il contributo per l'incapacità di spesa dimostrata». Nell'articolo si fa riferimento ad un Rapporto firmato da Fabrizio Valenza dei Servizi Ispettivi di Finanza pubblica, nel quale tra l'altro, relativamente alle verifiche fatte su stipendi dei rimborsi, e promozioni, si denuncia l'«irregolare riconoscimento al personale di assistenza di gradi non previsti dalla legge», l'«illegittima presenza di personale militare in servizio continuativo in assenza di una norma che lo consenta», la «necessità di annullare promozioni effettuate» grazie alla laurea in materie non previste dalla legge, l'assenza di copertura finanziaria dei provvedimenti con cui erano stati distribuiti molti aumenti in busta paga, «l'erogazione di buoni pasto per importi superiori al dovuto» e così via»;

e ancora il 10 dicembre 2009, il quotidiano La Repubblica riporta un articolo ancora una volta dedicato alla Croce rossa italiana dal titolo «Assunzioni facili e conti fuori controllo. Il crac Croce Rossa». L'articolo riferisce ancora una volta di una Croce rossa alle prese con i mali della pubblica amministrazione: conti incerti, organici sovraffollati, gestioni instabili, influenza della politica. Otto ufficiali superiori sono stati chiamati a restituire i gradi, ottenuti in seguito a promozioni giudicate illegittime da un ispettore ministeriale, e cento dipendenti hanno fatto ricorso al giudice del lavoro dopo l'annullamento di generosi benefici economici, eccetera;

il medesimo articolo de La Repubblica sottolinea come la Croce rossa, sia «un ente costretto a muoversi al confine fra solidarietà e spreco, fra volontariato entusiasta e lavoro assistito. ... La grana più grossa rimane quella della riorganizzazione del corpo militare, una delle sei componenti della Croce rossa (le altre sono i volontari del soccorso, i donatori di sangue, i giovani pionieri, le pie donne e le crocerossine) che, a leggere il j'accuse dell'ispettore del ministero, si è trasformata in un carrozzone. Ben 670 degli 877 militari in servizio continuativo nel corpo sono stati di fatto stabilizzati «senza che alcuna norma lo prevedesse». E due terzi del personale, a fine 2007, risultavano impiegati in servizi civili, per lo svolgimento di attività in convenzione con enti pubblici e organismi privati. Per le emergenze come alluvioni e terremoti, insomma per la funzione istituzionale del corpo, la Croce rossa ha fatto soprattutto ricorso ai precari, che oggi sono 375, tutti arruolati senza concorso. Il personale militare a tempo determinato, dal 2001 al 2007, è cresciuto del 77 per cento. Quello civile in sette anni è addirittura triplicato»;

più recentemente, il 23 marzo 2010, il settimanale L'Espresso, riportava un articolo di Fittipaldi e Soldano dal titolo chiarificatore «Vertici strapagati. Boom di consulenti. Debiti in aumento. Sprechi. Anche un ex terrorista a fianco del commissario. Ecco come funziona l'associazione»;

il medesimo articolo sottolinea come «non stupisce che in Italia, unico caso in Occidente, l'ente invece di essere indipendente è sotto il controllo ferreo dei partiti. Che da sempre usano la Croce rossa per fare assunzioni di massa (migliaia di precari militari e civili sono stati chiamati senza concorso e senza criteri): le emergenze e le calamità sono eventi secondari. I bilanci non vengono approvati dal 2005, e i commissari straordinari vanno e vengono». Nell'articolo si legge inoltre che nel 2008, un'ispezione del Ministero dell'economia stilò una lista di ben 54 rilievi che denunciavano gravi irregolarità degli ausiliari militari: promozioni illegittime, benefici economici non dovuti, sprechi senza fine. Successivamente, gli ispettori del Ministero della difesa verificavano per il periodo che va dal 2005 al 2009, le storture della gestione di presidenti e commissari: 17 milioni destinati dalla Difesa per le esigenze del Corpo (medicinali, automezzi, attrezzature da campo) non sarebbero stati mai spesi, le esposizioni con le banche sarebbero «ormai stabilmente sopra i 55 milioni di euro nelle sue punte massime», mentre oltre 15 milioni di euro avuti dalla Cri per l'operazione Antica Babilonia in Iraq sono «ancora da impegnare»;

ancora il settimanale L'Espresso, in un articolo del 30 luglio 2010 dal titolo «Croce Rossa conti al verde» riporta come «Il 12 luglio, la Banca nazionale del lavoro ha scritto al servizio amministrazione e finanza della Cri per lanciare l'allarme: è stata superata la soglia di fido e di extrafido di 53 milioni di euro e non sarà possibile effettuare i pagamenti giacenti per 11 milioni. In gran parte, oneri previdenziali e fiscali in scadenza -:

se non si intenda intervenire con fermezza per porre termine alle gravi irregolarità esposte in premessa nella gestione della Croce Rossa, riportando la necessaria indispensabile trasparenza nell'organizzazione e gestione di questa storica associazione.

 

martedì 9 novembre 2010

Anomalie nella Croce Rossa Leoluca Orlando convoca i vertici...

ROMA - Il presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario, Leoluca Orlando, ha convocato, per mercoledì prossimo 10 novembre l’audizione del commissario straordinario del Comitato Centrale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, del commissario del Comitato Regionale Sicilia della Cri, Saverio Ciriminna, e del presidente della Seus Scpa, Gaetano Bonfiglio sul funzionamento del sistema del 118 in Sicilia.


La Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali, presieduta da Leoluca Orlando, ascolterà i vertici della Croce rossa nazionale e siciliana, sul funzionamento del sistema del 118 in Sicilia. ( clicca ) L’appuntamento è fissato nella sede della commissione a Roma . 
Alle 8,45 è previsto l’incontro con il commissario straordinario del Comitato centrale della Croce rossa italiana, Francesco Rocca (nella foto)    >>>>>>>>

e con il presidente della Seus Scpa, Gaetano Bonfiglio; a seguire verrà sentito il commissario del Comitato regionale Sicilia della Croce rossa italiana, Saverio Ciriminna.




L’audizione fa seguito alle visite effettuate dalla Commissione stessa in Sicilia, negli scorsi mesi di marzo ed aprile, allo scopo di acquisire notizie e documenti sui temi dell’inchiesta parlamentare in corso. A questa attività è poi seguita, nel luglio scorso, l’acquisizione di documenti, tramite la guardia di finanza, nella sede nazionale ed in quella regionale della Cri, nonché nelle sedi della società SiSe Spa, che allora risultava in liquidazione.

Gli accertamenti in corso - ha spiegato Orlando – sono stati imposti da una serie di anomalie relative al 118 siciliano  (clicca ) che si sono verificate fino al 2009, quando vi è stata una integrale modifica di soggetti e modalità di gestione del servizio”.


lunedì 8 novembre 2010

CROCE ROSSA TRUFFATA... ma stranamente NON è parte civile !!

23 Dipendenti della Croce Rossa di Bari tra Ufficiali, Sottufficiali e Dipendenti civili, sono stati rinviati a giudizio per  TRUFFA e PECULATO, nell'ambito dell'inchiesta della Procura sull'assenteismo. 
Lo ha deciso il GUP Antonio Lovecchio, che ha rigettato le istanze di patteggiamento proposte da 12 imputati, ritenendo le pene " incongrue "


  LA 

CROCE ROSSA ITALIANA 

NON SI E' COSTITUITA 

PARTE CIVILE !!!!








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 Un fatto analogo si è verificato anche presso il Comitato Regionale Abruzzo della Croce Rossa e tutto sembra essere passato inosservato.. 

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