STORIA DI ORDINARIA INGIUSTIZIA

La storia assurda del Maresciallo Lo Zito è in continua evoluzione e si cerca di aggiornarla continuamente.. i Provvedimenti dciplinari aumentano così come i Trasferimenti.. Il Blog contiene numerosissimi articoli e documenti scaricabili a prova dei fatti che vengono denunciati.. basta sfogliare le numerose pagine per rendersi cono...
BUONA LETTURA

lunedì 16 agosto 2010

La sorpresa è uno stato emotivo conseguente ad un evento inaspettato


finalmente quello 
che aspettavo...

Il tramonto è un'emozionante attesa, l'alba una splendida sorpresa.!!




Bella questa canzone




mercoledì 11 agosto 2010

Croce Rossa di vergogna

Croce Rossa di vergogna
Tre procedimenti disciplinari e un’accusa pesante davanti alla corte marziale: diserzione aggravata. 
Il maresciallo Vincenzo Lo Zito è senza dubbio un pericoloso criminale di guerra a giudicare da come lo stanno trattando l’esercito italiano e il suo datore di lavoro: la Croce Rossa. Che ha deciso di sospendergli pure lo stipendio chiedendogli arretrati a partire dallo scorso settembre, quando fu trasferito dalla sua sede naturale, L’Aquila, ad Assisi. 
Ma che avrà mai combinato di così grave il maresciallo?


L’Aquila addio

Spiega Lo Zito: “Chiariamo innanzitutto che non ci posso andare ad Assisi. Non perché lo dico io, ma perché è stata la Commissione medica competente a stabilirlo (per ben due volte di fila). Sono cardiopatico e devo restare nella mia zona di residenza,  ( Il verbale) dove ho medici di fiducia, familiari, e un posto di lavoro facilmente raggiungibile. Anche se ormai è da tanto tempo che non riesco a mettere piedi in sede”. I guai del maresciallo, da 25 anni in servizio alla Croce Rossa, sono iniziati quando cominciò a lamentare una gestione anomala della sede abruzzese da parte di Maria Teresa Letta, sorella di Gianni Letta (il braccio destro del premier). Lo Zito e altri amministratori in servizio alla sede dell’Aquila evidenziarono atteggiamenti padronali della signora Letta soprattutto nella gestione delle risorse economiche. Ne ho già parlato sul Fatto lo scorso aprile , nel frattempo nessun giudizio o procedimento sui conti dell’ente abruzzese ha dato ragione a Lo Zito. Anzi.


Giudizi e omissioni

Il maresciallo deve rispondere davanti al tribunale civile di Roma per una causa di diffamazione intentagli dai revisori dei conti della Croce Rossa che – anche su sua richiesta – fecero un’ispezione in Abruzzo. I tre, pur riscontrando una serie vistosa di lacune amministrative, non si preoccuparono di infliggere una sanzione o di segnalare la cosa a chi di dovere, ovvero la Corte dei Conti. (La denuncia ) L’unica conseguenza dell’ispezione fu appunto una querela per diffamazione in seguito alle opinioni espresse da Lo Zito sul deludente esito dell’ispezione. “Consegnarono il verbale con mesi di ritardo e pure incompleto – allarga le braccia il maresciallo -. Inoltre non tornarono mai più a controllare se la situazione fosse migliorata. Se ne andarono dopo un pranzo con la Letta, ho ricevuto loro notizie solo perché mi hanno citato in tribunale. 
(La Querela dei Revisori )  Vedremo a ottobre che dirà il giudice”.


La verità vi fa male lo so

Ma il maresciallo è allenato a sopportare accuse e giudizi pesanti. La Croce Rossa, su richiesta della presidente Letta, ha avviato contro di lui tre provvedimenti disciplinari in sequenza. (Il 3° Provvedimento  ) Secondo la signora le critiche alla sua gestione sono inaccettabili e rendono necessario l’allontanamento del milite in quel di Assisi. Ma ci s’è messo di mezzo il parere della commissione medica, e Lo Zito è restato nel limbo: trasferimento bloccato, carriera finita. Con il massimo del disonore, ovvero un procedimento per diserzione aggravata davanti alla corte marziale. Insomma, qualcosa avrà fatto di serio per meritarsi tanto impegno, maresciallo: “Vorrei saperlo pure io – risponde il militare -, ma qui è tutto un mistero. Mi hanno comunicato qualche settimana fa di aver concluso le indagini preliminari a mio carico senza neanche avvisarmi che stavo sotto inchiesta. La situazione si fa pesante. Al lavoro non posso andare, non ho più uno stipendio e spendo tutto in avvocati. Solo perché ho detto la verità”.


A onor del vero

Certo a guardare le due interrogazioni parlamentari ( LINK  ) appena depositate da parte di alcuni parlamentari radicali e del Partito dei Militari (Maurizio Turco, Beltrandi, Bernardini, Farina Coscioni, Mecacci e Zamparutti) la Croce Rossa ha problemi un po’ più seri del maresciallo Lo Zito. Il Commissario Francesco Rocca, dotato di poteri straordinari per risanare l’ente e in rapporti più che buoni con la famiglia Letta, dopo due anni di lavoro è alle prese con un buco di 50 milioni di euro, mentre uno dei famosi revisori dei conti che hanno citato in giudizio Lo Zito, l’avvocato Romolo Reboa, è stato condannato in primo grado (Il Link  ) a un anno di reclusione per il Laziogate (lo spionaggio sui dati anagrafici pro elezioni regionali) ma continua a occupare tranquillamente la sua poltrona in Croce Rossa. 

 
Quello da castigare è sempre e comunque è 
il soldato Lo Zito....

martedì 3 agosto 2010

CROCE ROSSA : Debiti per 50,566 MILIONI e Pagamenti sospesi per altri 11....

 

TURCO E COMELLINI
(RADICALI - PDM), 
NECESSARIO FARE CHIAREZZA






AUSPICHIAMO ITER RAPIDO PER 
COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA 
E DIMISSIONI 
COMMISSARIO STRAORDINARIO.



Partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (PDM) : Dichiarazione del deputato radicale Maurizio Turco,  cofondatore del PDM, e di Luca Marco Comellini, segretario del PDM:

"Nel corso degli ultimi mesi le pagine di importanti quotidiani, spazi televisivi e perfino internet, sono state spesso occupate dalle vicende avvenute all'interno della Croce Rossa italiana (CRI), i cui aspetti ci sono sembrati meritevoli di opportuni approfondimenti.

L’articolo pubblicato sull’Espresso n. 31 del 5 Agosto 2010 smentisce categoricamente le recenti dichiarazioni sullo stato di salute dei conti economici della CRI guidata dal Commissario straordinario Avvocato Francesco Rocca, il cui mandato è stato recentemente  prorogato fino al 31 dicembre 2011 con un colpo di mano del Governo nell'ambito della discussione concernente la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace, di stabilizzazione e delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia.

Dopo aver presentato numerose interrogazioni parlamentari ai ministri competenti, in mancanza di risposte, avevamo ritenuto opportuno proporre una proposta di legge per l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull’acquisizione, la valorizzazione e la dismissione del patrimonio immobiliare della Croce rossa italiana, che oggi, come ieri, ci sembra sempre più necessaria.

Nella relazione di presentazione della proposta di legge n. 3453, a  prima firma del deputato radicale Maurizio Turco, cofondatore del partito per la tutela dei diritti di militari e forze di polizia (Pdm), è scritto chiaramente che «La gestione della Croce rossa Italiana, nell’ultimo decennio, è stata più volte affidata a Commissari straordinari con lo scopo di ripristinare la trasparenza e la legalità nelle molteplici attività svolte dal sodalizio.».

Negli ultimi mesi, tuttavia, verso la gestione commissariale non sono mancate le critiche, anche aspre, riportate da numerosi quotidiani e riviste a carattere nazionale che hanno preso spunto per le loro inchieste dalle vicende e dalle denunce rappresentate dal maresciallo  Vincenzo Lo Zito, dipendente del Corpo militare della Croce rossa italiana.

Ci auguriamo che adesso lo stesso Presidente del Consiglio, On.  Berlusconi, decida di intervenire con la massima urgenza affinché la Croce Rossa possa rapidamente uscire dalla disastrosa situazione economica in cui versa da troppi anni e possa ricominciare farci leggere solo attestazioni di stima e positivi apprezzamenti, che non corrano il rischio di essere smentiti dalla realtà dei fatti.




 L’Avvocato Rocca, 
Commissario straordinario della CRI, ora dovrebbe fare un necessario passo indietro e dimettersi immediatamente dall’incarico ricoperto, mentre la magistratura competente, qualora ancora non l'abbia fatto,  dovrebbe indagare a seguito delle numerose denunce presentate dal maresciallo Vincenzo Lo Zito al quale la CRI, senza apparente motivazione, ha sospeso il  pagamento dello stipendio.
Le interrogazioni:
In merito al Deficit di cassa in cui versa la Croce Rossa Italiana

MAURIZIO TURCO, FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: 
 
con un proprio decreto in data 30 ottobre 2008 il Presidente del Consiglio dei ministri «Considerate le gravi carenze e irregolarità di gestione dell'Associazione, in particolare emerse dalla verifica amministrativo-contabile effettuata dall'Ispettorato generale di Finanza della Ragioneria generale dello Stato presso il Comitato centrale dell'Associazione Italiana della Croce Rossa - Corpo Militare - condotta dal 20 febbraio al 16 giugno 2008;» ha nominato l'avvocato Francesco Rocca commissario straordinario della Croce rossa italiana;
il mandato del commissario straordinario è stato recentemente prorogato fino al 31 dicembre 2011 con l'inusuale inserimento della disposizione nel decreto-legge 6 luglio 2010, n. 102 concernente la proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace, di stabilizzazione e delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia;
sul periodico L'espresso, n. 31 del 5 agosto 2010, è stato pubblicato un articolo dal titolo «Enti in crisi - Croce rossa conti al verde» che sembra smentire categoricamente le recenti dichiarazioni sullo stato di salute dei conti economici della prestigiosa Associazione CRI;
il 31 marzo 2010 sul sito web istituzionale della CRI è stata pubblicata una nota del commissario straordinario nella quale si legge chiaramente che « Sprechi e debiti in aumento? L'attuale dirigenza della Croce Rossa Italiana (alla guida dell'Ente dal novembre 2008) ha operato uno straordinario contenimento delle spese. ... ... Conti in disordine? Il bilancio di previsione 2009 è stato ad oggi pienamente rispettato senza utilizzo alcuno degli avan
zi di amministrazione di anni precedenti ed è in perfetto pareggio.» ed ancora che «... è falso e calunnioso dire che i nostri bilanci sono in pareggio perché si reggono sui fondi del Ministero della Difesa.»;
con la nota protocollo n. 049720/2010      049720/2010     del 12 luglio 2010, avente ad oggetto «Deficit di cassa dell'Ente», il Comitato Centrale - Servizio 8o Amministrazione e Finanza - ha comunicato al commissario straordinario CRI che «l'ultimo saldo di cassa ha raggiunto un ammontare negativo di euro 50.566.989,21.» e che «essendo giunti al limite dello scoperto (fido + extrafido = 53.000.000 di euro = non sarà possibile dare seguito ad alcuni pagamenti giacenti in sospeso per circa 11 milioni di euro.»;
nella nota si legge che «la crisi di liquidità in cui si trova, ancora una volta, questo Ente è ascrivibile, principalmente, oltre che al ritardo con cui pervengono le tranches di finanziamento da parte dei Ministeri vigilanti, alla grave defezione nella quale versa questa associazione nel riscuotere i credit
i che vanta nei confronti dei Comitati periferici, acuita vieppiù di recente dal fatto che alla stessa periferia dalla quale si dovrebbe introitare i crediti sono state di recente autorizzati diverse anticipazioni di cassa, anche per importi ragguardevoli (nella fattispecie: Comitato Provinciale di Chieti, Comitato Provinciale di Napoli, Comitato Provinciale di Latina, Comitato Provinciale di Roma).» -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa;
quali siano i motivi che hanno impedito al commissario straordinario della CRI di procedere alla riscossione dei crediti vantati dall'ente e quali gli importi delle anticipazioni di cassa corrisposti ai comitati provinciali di Chieti, Napoli, Latina e Roma;
quali siano i motivi del riferito ritardo nei pagamenti dei finanziamenti da parte dei Ministeri vigilanti e quando siano stati effettuati i pagamenti e per quale importo negli anni 2008, 2009 e 2010;
quali immediate azioni intendano intraprendere i Ministri per evitare che l'ente sia definitivamente portato al fallimento da una gestione commissariale che evidentemente non ha saputo raggiungere gli obiettivi per la quale evidentemente era stata disposta. 


 


In merito alla recente Nomina effettuata dal Commissario Straordinario CRI Francesco Rocca a Revisore dei Conti dell'Avv. Romolo Reboa

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. - Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della difesa. - Per sapere - premesso che: 

il giorno 5 maggio 2010, l'Agenzia Giornalistica Italia (AGI) diffondeva un comunicato nel quale si dava la notizia della condanna alla pena di un anno di reclusione dell'avvocato Romolo Reboa e condanna al risarcimento delle spese e dei danni nei confronti delle altre parti costituite nel giudizio denominato «Laziogate»;
con l'ordinanza commissariale n. 0362-10 del 14 luglio 2010 il commissario straordinario della Croce rossa italiana, avvocato Francesco Rocca, ha determinato «di affidare all'Avv. Romolo Reboa l'incarico di Revisore dei Conti della Croce Rossa Italiana in rappresentanza dell'Assemblea Nazionale dell'Associazione ai sensi dell'articolo 25 dello Statuto CRI» -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto in premessa e se non ritengano opportuno intervenire con l'urgenza necessaria, affinché l'incarico di revisore dei conti della Croce rossa italiana sia affidato a persona di cristallina moralità e che non abbia riportato condanne in sede penale;
quali siano state le ragioni che hanno condotto il commissario straordinario avvocato Rocca ad affidare l'incarico in premessa all'avvocato Romolo Reboa, già condannato in primo grado alla pena di un anno di reclusione e quale sia il compenso stabilito per detto incarico.