STORIA DI ORDINARIA INGIUSTIZIA

La storia assurda del Maresciallo Lo Zito è in continua evoluzione e si cerca di aggiornarla continuamente.. i Provvedimenti dciplinari aumentano così come i Trasferimenti.. Il Blog contiene numerosissimi articoli e documenti scaricabili a prova dei fatti che vengono denunciati.. basta sfogliare le numerose pagine per rendersi cono...
BUONA LETTURA

venerdì 19 febbraio 2010

«Spirito di Solferino» addio..... Ora contano di più le tessere


La Croce Rossa Italiana
e l'Ombra dei Partiti....





«Tutti fratelli!» strillavano indaffarate le donne di Castiglione delle Stiviere improvvisandosi infermiere. «Tutti fratelli!» era il grido che risuonava fra i giacigli insanguinati in quell' inferno di fango e budella e puzzo di morte. Ma che cosa è rimasto oggi dello «Spirito di Solferino», come lo chiamano le donne e gli uomini della Croce Rossa internazionale? La dedizione disinteressata e spesso eroica di volontari che rischiano la vita propria per salvare quella altrui oppure una futura società per azioni affidata anch' essa alle competenze, oggi nella bufera, di Guido Bertolaso? Perché l' ultima tappa di questa lunga storia è questa: il decreto che istituisce la «Protezione civile spa» fa scivolare anche la Croce Rossa Italiana nell' orbita del potentissimo e discusso maxi-contenitore. Il tutto dopo una serie di ribaltoni dovuti praticamente sempre al colore della tessera politica. L' ultimo, a novembre 2008. Quando l' allora presidente Massimo Barra viene sostituito da un commissario nominato dal governo Berlusconi.
E' u
n avvocato penalista romano con un passato nel volontariato, ex capo dipartimento della Croce Rossa, stretto collaboratore del sindaco di Roma Gianni Alemanno.
Francesco Rocca,
il prescelto, si presenta così: «Negli ultimi anni è prosperata una piccola casta che teneva i fili dell' ente. Con me non sarà più tollerata».

Passano tre mesi e arriva come portavoce Tommaso Della Longa, che ha una storia da dirigente di Azione giovani, organizzazione giovanile dell' ex An.

Altri sei mesi e sulla presidenza della Sise, la società siciliana della Croce Ros
sa che gestisce il servizio ambulanze nell' isola, atterra Alessandro Ridolfi, ex braccio destro dell' ex governatore del Lazio Francesco Storace che da ministro della Salute gli aveva affidato la direzione dell' Agenzia per i servizi sanitari regionali.

Senza dire che, tre mesi prima, fra i sindaci revisori della Sise è spuntato un certo Mauro Maritati, dal 2006 amministratore unico della Ciak servizi,

una società di proprietà di Rocca.

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Tutte scelte indipendenti dalla tessera? Ci mancherebbe... Auguri.

Ma certo si fa fatica a credere che Henry Dunant avesse fondato la Croce Ros
sa per farne un posto dove sistemare volta per volta amici del governo in quel momento in carica.
Er
a un rampollo della ricca borghesia ginevrina, che passava per caso a Solferino. Da mesi rincorreva Napoleone III per parlare di affari della sua famiglia in Algeria e pur di raggiungerlo si era avventurato sui campi di battaglia. Ciò che vide in quei giorni terribili del 1859, raccontato poi in Un souvenir de Solferino, avrebbe cambiato per sempre la vita sua e di gran parte dell' umanità: «Il campo di battaglia è coperto dappertutto di cadaveri e di carogne; le strade, i fossati, i dirupi, le macchie, i prati sono disseminati di corpi senza vita, e gli accessi di Solferino ne sono letteralmente punteggiati. Di tratto in tratto si incontrano pozze di sangue... Gli sventurati feriti che sono raccolti durante la giornata sono pallidi, lividi, annientati. Alcuni, e in special modo quelli che sono stati gravemente mutilati, hanno lo sguardo ebete e sembrano non comprendere quello che si dice, fissando con occhi sbarrati chi rivolge loro la parola. Altri sono inquieti e agitati da un tremito convulso, in stato di collasso nervoso; altri ancora, con le piaghe aperte su cui ha già cominciato a svilupparsi l' infezione, sono come pazzi di dolore, e chiedono d' essere finiti, e si torcono, con il viso contratto, negli ultimi spasimi dell' agonia...». Alla creazione di una forza di soccorso al di sopra delle fazioni, a dire il vero, ci aveva già pensato un ufficiale medico dell' esercito borbonico, poi parlamentare del Regno d' Italia, Ferdinando Palasciano. Il quale durante i moti di Messina del 1848 aveva invocato lo spirito umanitario per soccorrere anche i ribelli feriti: rischiata la fucilazione, se l' era cavata con un anno di galera a Reggio Calabria. Invece Dunant, dopo aver percorso l' Europa in lungo e in largo cercando sostegni, riuscì nell' intento. La Convenzione di Ginevra venne firmata l' 8 agosto 1864 e così nacque anche la Croce rossa. Fu una soddisfazione di breve durata. Un avvocato svizzero, Gustave Moynier, co-fondatore dell' organizzazione, prese in mano tutto e lo estromise. Dunant, che aveva dedicato all' impresa ogni energia fisica ed economica, riprese a girovagare per l' Europa e alla fine, ridotto praticamente in miseria, si ritrovò in un ospizio. Un giornalista scoprì la storia, la raccontò, restituì a Dunant l' onore. Al punto che il nostro fu il primo a vincere il premio Nobel per la pace, nel 1901. Morì comunque quasi dimenticato nel 1910 più o meno contemporaneamente all' acerrimo rivale Moynier. Il più longevo capo che l' organizzazione abbia mai avuto: 46 anni di fila. E l'Italia? Qui la Croce rossa venne alla luce prima ancora della Convenzione di Ginevra, nel giugno 1864, a Milano, grazie all' iniziativa di un comitato fondato dal medico Cesare Castiglioni. Peccato che lo «Spirito di Solferino» sia stato interpretato poi, diciamo così, all' italiana. Il principio fondamentale di questa organizzazione immensa, che ha nel mondo 120 milioni di aderenti e 186 diverse strutture nazionali, è l' indipendenza? Bene: noi siamo riusciti a farne un ente pubblico soggetto agli umori della politica. Cominciò il fascismo, ha continuato la Repubblica. Perché? Il meccanismo del corpo militare, una delle varie strutture della Cri, rende l' idea. I suoi iscritti sono volontari che dopo essersi formalmente arruolati per essere subito congedati, possono essere richiamati in servizio (e stipendiati) a discrezione dei vertici dell' ente. Risultato: «Quella che poteva essere una specie di utilissima riserva della Repubblica da impiegare per le emergenze, o le calamità, negli anni si era trasformata in una specie di ufficio di collocamento per raccomandati», dice Barra. In 3000 sarebbero entrati così, senza concorsi, senza graduatorie... Dopo varie polemiche, quel meccanismo è ora sterilizzato. Ma la legge del 1936 che aveva reso possibile la follia è ancora viva: scampata anche al decreto taglia-leggi inutili di Roberto Calderoli. Non si sa mai: potrebbe ancora servire. Barra ha invece dovuto fare le valige: non era più in linea. Misteri dell' «indipendenza» della Cri. Il presidente, in base alle regole internazionali, dovrebbe essere eletto dai soci. Siccome però l' organizzazione è un ente pubblico che prende soldi dallo Stato (nemmeno pochi: 134 milioni di euro dal servizio sanitario nel 2008) ed è controllata dalla Corte dei conti, può essere commissariata. Risultato: dal dopoguerra a oggi ha avuto molti commissari, nominati spesso secondo logiche di pura lottizzazione, e solo un paio di presidenti eletti. E al posto di commissario si sono alternati burocrati, politici in servizio permanente effettivo o personaggi destinati a buttarsi in politica, come Maurizio Scelli, oggi deputato del Popolo della libertà dopo avere organizzato come fondatore del movimento «Italia di nuovo» un leggendario incontro con il Cavaliere a Firenze salutato da Massimo Gramellini con leggiadra ferocia: «I suoi giovani hanno svuotato il Palasport in ogni ordine di posti». L' interesse storico della politica è facilmente comprensibile. La Cri italiana ha 149 mila soci e 5.700 dipendenti. In alcune regioni gestisce servizi cruciali per la sanità, come il servizio 118. In Sicilia controlla la Sise, Siciliana servizi emergenza. Che non è sfuggita alla logica di molte società pubbliche. In un suo rapporto la Corte dei conti ha raccontato che era stata riempita di «personale volontario, lavoratori socialmente utili, precari a vario titolo, senza l' esperimento di alcuna procedura selettiva». Quanti portantini e autisti? Ben 3.009. A cui andavano aggiunti 301 amministrativi. Il doppio del personale della Croce Rossa addetto al «servizio trasporti infermi» in tutte le altre regioni italiane: 1.650 persone. Una stortura. Ma non la sola. Basti ricordare un rapporto dell' ottobre del 2006. Dove un ispettore della Ragioneria dello Stato, Mario Guida, scriveva che quasi la metà delle autoambulanze in servizio aveva «più di vent' anni» e aveva fatto «più di 250.000 chilometri». Ma che lui stesso aveva contate 28 autoblu (dopo una rapida dieta: 3 mesi prima ne figuravano 40!) a disposizione del presidente, del vicepresidente e dei vertici del Comitato centrale....
..e ci vogliono far credere che
in Croce Rossa la Politica non c'è....


di Rizzo Sergio e Stella Gian Antonio

dal Corriere della Sera

mercoledì 10 febbraio 2010

NUOVI SVILUPPI TRA I VERTICI DELLA CRI, E LE PROTESTE DEL MARESCIALLO LO ZITO E DEL CAPITANO MARTINEZ


Avviata un’inchiesta interna per la mancata ripresa in servizio del maresciallo, il quale parla di processo persecutorio e intimidatorio nei suoi confronti. Lettera inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dal Capitano Martinez.


Intervista di Pierfrancesco Proietti


Nella precedente intervista il Maresciallo Lo Zito concludeva auspicando l’intervento della magistratura per fare chiarezza, mentre il Capitano Martinez dichiarava di non volersi fermare di fronte agli abusi e alle irregolarità, che lo hanno escluso dal servizio.

Le speranze dei due militari non solo non si stanno verificando ma si stanno intensificando le azioni disciplinari nei confronti del Maresciallo che ovviamente da soldato si difende, e visto che si continuano ad ignorare le aspettative del Capitano Martinez egli intraprende nuove azioni per sostenere la sua causa. Abbiamo raccolto le nuove dichiarazioni del Maresciallo le pubblichiamo assieme ai documenti che attestano la veridicità di quanto afferma, e pubblichiamo la lettera che il Capitano Martinez ha inviato al Presidente della Repubblica.


Maresciallo Lo Zito quali sviluppi ci sono stati tra lei e i vertici del Comitato Regionale Abbruzzo della CRI?


Purtroppo il processo persecutorio e intimidatorio da parte della Croce Rossa si è intensificato dato che non sanno più come farmi tacere, non solo il Commissario Francesco Rocca mi intima delle cose assurde con Lettera a sua firma inviata dal Comitato Centrale della

Croce Rossa Italiana del 14 Dicembre 2009,



che dopo circa tre mesi si è ricordato bene che ero stato visitato dalla Commissione Medica Militare della Croce Rossa Italiana, però stranamente non ricorda il giudizio espresso ( ..si idoneo ai soli servizi territoriali SE SVOLTI nell'ambito della propria residenza... con esclusione dai servizi gravosi e di guida permanentemente ). Non si rassegna che non può onorare la richiesta della Presidente Abruzzese Maria Teresa Letta che mi vuole trasferito perché le impedisco di svolgere il suo lavoro (Illegale) e addirittura minaccia i responsabili degli uffici di gravi responsabilità.


Che altro è successo tra lei e il Commissario

Francesco Rocca?


Addirittura mi fa scrivere dal Direttore Generale Facente Funzioni Dr. Leonardo Carmenati che stranamente è anche Direttore Regionale Abruzzo, e Capo Dipartimento del Servizio Socio Sanitario della Croce Rossa Italiana, - Incompatibilità di cariche stranamente sfuggita -



che con nota del
21 Dicembre 2009




mi diffida dal presentarmi entro 24 ore, presso la sede di Assisi come sancito dalla nota del mio trasferimento ma stranamente non si tiene conto del Verbale del Collegio medico del IX Centro di Mobilitazione della Croce Rossa che ribalta il loro trasferimento dandomi l’idoneità a svolgere il mio lavoro solo nella propria zona di residenza che non è certo Assisi in Umbria e addirittura facendo riferimento a degli articoli di legge quali l’Art. 12 del DPR n° 3/57 che tratta le disposizioni concernenti lo statuto degli impiegati Civili dello Stato cosa che io non sono e l’art. 48 del regolamento di Disciplina Militare DPR n° 545/1986.


Cosa dicono questi articoli?


L’art. 12 del DPR 3/57 recita che l’Impiegato CIVILE deve risiedere nel luogo ove ha sede l’Ufficio cui è destinato. Pertanto non posso essere assoggettato alle disposizioni del suddetto articolo visto che questi fa riferimento esclusivamente all’IMPIEGATO di natura CIVILE e il sottoscritto è
un militare. Nel Contempo l’art. 48 del regolamento di disciplina Militare fa riferimento all’obbligatorietà dei militari di alloggiare nella località sede del servizio, specificando che tale norma è riferita unicamente ai Sergenti, i graduati ed i militari semplici e non certo ai sottufficiali quale normativamente sono (Maresciallo Capo) e gli stessi in relazione alla situazione abitativa possono chiedere di essere autorizzati ad alloggiare in località diversa da quella di servizio, ma nella fattispecie in esame, ciò contrasterebbe con quanto statuito dalla IX Commissione Medica, la quale pur facendomi idoneo, non mi consente minimamente di viaggiare.


Quindi cosa si aspetta lei?


Io mi aspetto che venga espressamente applicata la legge dato che il Commissario Rocca ha sempre detto che la Croce Rossa rispetta le normative e la legge, ma a me non risulta dato che ci sono altre sentenze del Tar tipo quella del Capitano Martinez che stranamente non viene rispettata. Io non capisco tutto questo accanimento n
ei miei confronti oltretutto ingiustificato dato che io mi sono limitato solo ed esclusivamente a svolgere il mio lavoro ed ho avuto la sfortuna di scoprire e denunciare dei gravissimi illeciti amministrativi commessi dalla presidente Maria Teresa Letta e da allora è iniziato il mio calvario. Ora addirittura non viene nemmeno rispettato il giudizio di una Commissione Medica che ribalta il Trasferimento d’Autorità e mi rimette al lavoro proprio in quello stesso ufficio dove la Presidente Letta è stata ritenuta illecita dallo stesso servizio Ispettivo del Comitato Centrale CRI che le ha sospeso la sua firma, sollevata dall’incarico anche come Responsabile Amministrativo e ha intimato di chiudere immediatamente il Conto Corrente tenuto a sua firma presso la Banca Toscana.


Abbiamo visto che a suo carico è stato richiesto dal Commissario Rocca anche un Procedimento Disciplinare di Stato cosa altro si aspetta?


Non solo il Commissario Rocca, sempre per farmi tacer

e, ha ordinato un Provvedimento Disciplinare di Stato paragonandomi al più infame dei delinquenti solo perché mi sono permesso di rendere pubbliche tutte queste ingiustizie e vessazioni fatte alla mia persona, ma stranamente una volta rientrato in servizio il Direttore Generale titolare D.ssa Patrizia Ravaioli, la stessa senza nemmeno sentire ragioni dato che è da moltissimo tempo che chiedo di parlare con Lei ma non ottengo risposta, ha pensato bene di unirsi alla campagna persecutoria nei miei confronti .


Lettera del Direttore Generale Ravaioli


mi invia una nota ignorando del tutto le mie risposte con richiesta di chiarimenti in merito alle cose assurde scritte nelle precedenti note ma addirittura restando molto evasiva non tiene conto del Verbale della commissione Medica. Addirittura mi diffida dal prendere servizio sempre nella stessa sede in Umbria entro 5 giorni altrimenti si vedrà costretta ad informare gli organi competenti per il mio atteggiamento.


Quali sono questi organi competenti?


Sono sicuramente il Capo del Personale a cui mi sono rivolto decine di volte;

La Corte dei Conti a cui mi sono rivolto più di una volta; e infine alla Procura della Repubblica a cui mi sono rivolto molte volte, in tutti e tre i casi denunciando e documentando tutti gli illeciti commessi dalla Presidente Letta. E ancora attendo risposta... Mi sono rivolto anche alla Commissione Disciplinare, che dovrà valutare il mio operato, dato che mi sono permesso di denunciare pubblicamente gli illeciti della Presidente Letta e le coperture fornite dai vertici dell’Ente Croce Rossa.


Maresciallo, cosa si aspetta ora?


Il Plotone di esecuzione... perché solo così riusciranno a farmi tacere per sempre e potranno seguitare indisturbati nella loro gestione illegale e clientelare dell’Ente Croce Rossa.






Maresciallo, il plotone d'esequzione ci sembra eccessivo.

Ci auguriamo che questa vicenda possa trovare dei risvolti positivi sia per lei che per il Capitano Martinez.

martedì 2 febbraio 2010

CROCE ROSSA NELLA BUFERA

BOTTE DA ORCHI

Il Commissario Rocca e l'Ispettore Orchi
si rimboccano le maniche per normalizzare la Croce Rossa e mettere il bavaglio ai dissidenti, che denunciano provvedimenti illegittimi, gestioni allegre e favoritismi, su cui varie Procure indagano.

Un fine anno col botto, quello appena trascorso. e' infatti del giorno seguente, il 30 Dicembre, l'Ordinanza 0418 firmata dal Commissario Straordinario Rocca per avviare un "Procedimento Disciplinare di Stato" nei confronti di un recidivo, il Maresciallo capo Vincenzo Lo Zito, che ha il solo torto di documentare tutto il marcio che avviene nel nome degli "ideali", storica bandiera CRI.

Ad eseguire il provvedimento - che sa tanto di tribunale paramilitare sudamericano - viene delegato " l'Ispettore Nazionale facente funzioni del Corpo Militare CRI, nella persona del Colonnello Roberto
Orchi".

Il mostro da mettere sotto accusa? Il Blog realizzato da Lo Zito dove "si rilevano esternazioni sugli Organi Direttivi, assaliti quotidianamente con giudizi ai limiti dell'intimidazione oltre che diffamatori e lesivi della onorabilità e dignità dell'Associazione, idonei a gettare discredito e a ledere il decoro personale e il prestigio della Croce Rossa Italiana tutta".


Le vere colpe di Lo Zito? Aver lavorato sodo, per anni...
  • Essersi rimboccato le maniche, fra i primissimi, per tirar fuori i cadaveri dalle macerie dell'Aquila a poche ore dal tragico terremoto.
  • Ma, soprattutto, le documentate accuse nei confronti dell'intoccabile Vertice della croce Rossa abruzzese, Maria Teresa Letta, sorella di gianni e zia del PD Enrico Letta.
  • Discrezionalità nella gestione delle Risorse Umane.
Sulla questione "Fidi" ha messo nero su bianco accuse al calor bianco l'ex Responsabile della CRI in Abruzzo, Maria Rita Salvetti, la quale aveva espressamente (ma inutilmente) richiesto di poter contare sull'apporto del Maresciallo Lo Zito "per le sue competenze" e per far luce su fatti e misfatti della CRI Abruzzese. Niente. Anche allora un'assordante silenzio.




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