STORIA DI ORDINARIA INGIUSTIZIA

La storia assurda del Maresciallo Lo Zito è in continua evoluzione e si cerca di aggiornarla continuamente.. i Provvedimenti dciplinari aumentano così come i Trasferimenti.. Il Blog contiene numerosissimi articoli e documenti scaricabili a prova dei fatti che vengono denunciati.. basta sfogliare le numerose pagine per rendersi cono...
BUONA LETTURA

giovedì 30 giugno 2011

Rimuovere il Commissario straordinario e avviare l’inchiesta parlamentare ....

Luca Comellini e On.le Maurizio Turco

 COMELLINI (PDM), 

PRIVATIZZAZIONE CROCE ROSSA E’ PER COPRIRE IRREGOLARITA'





Roma, 30 giu - ''In più occasioni abbiamo chiesto ai ministri della difesa , salute ed economia e finanze, di chiarirci i molti lati oscuri della gestione economica della Croce Rossa, delle tante irregolarità emerse proprio in sede di verifica ministeriale e di quelle denunciate dal maresciallo Lo Zito. Eppure, tutte le nostre interrogazioni sulla Croce Rossa Italiana, presentate dal deputato radicale Maurizio Turco come cofondatore del Pdm, sono rimaste lettera morta. Adesso temo che la paventata privatizzazzione sia un escamotage per favorire i soliti amici degli amici e per coprire proprio quelle irregolarita che abbiamo descritto chiaramente negli atti di sindacato ispettivo, ora al vaglio della Procura di Roma. L’unico modo per risollevare le sorti del prestigioso ente è affidarlo direttamente ai soci e volontari, rimuovere il commissario straordinario e avviare l’inchiesta parlamentare sull'acquisizione, la valorizzazione e la dismissione del patrimonio immobiliare della Croce Rossa italiana (proposta di legge Camera 3453), come chiediamo da tempo.” 
Lo dichiara Luca Marco Comellini – Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm).

agenparl

Croce Rossa italiana privatizzata dal 2012......

 Croce Rossa italiana privatizzata dal 2012, personale non militare a rischio mobilità

 A decorrere dal primo gennaio 2012» viene privatizzata la Croce Rossa Italiana e il personale non militare rischia di essere posto in mobilità. Verranno invece risolti entro l'anno tutti i contratti a termine, si legge nella bozza della Manovra finanziaria.
Da tale giorno l'ente «ha propria personalità giuridica di diritto privato e piena capacità giuridica e patrimoniale per il raggiungimento dei suoi fini» e «si configura come ausiliaria e collaboratrice delle P.A. nelle attività umanitarie e sociali messe in atto da quest'ultime». La vecchia Cri verrà messa in liquidazione e «il personale civile con rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato», se «non assunto, su chiamata e con il proprio consenso, è posto in mobilità».
(Il Gazzettino)

Quello qui sopra riportato è solo uno dei tanti articoli apparsi negli scorsi giorni sul possibile destino della Croce Rossa Italiana. Lo pubblica sulla mia bacheca di Facebbok Silvia, una delle tante persone che, come me, impiegano il loro tempo libero (e spesso non solo) nelle innumerevoli attività di un ente, la Croce Rossa, che oggi, come riportato nell’articolo, rischia non solo la privatizzazione in sé, ma la risoluzione di tutti i contratti a termine e la mobilità del personale dipendente con contratto a tempo indeterminato. Una situazione che si traduce nel pericolo licenziamento o mobilità per circa 4.000 lavoratori; connotata dunque da un’alea inaccettabile, così come altrettanto inaccettabile è la mancanza di garanzie circa la possibilità in futuro, per un’ipotetica CRI privatizzata, di svolgere ancora la totalità della attività socio assistenziali e di soccorso che attualmente caratterizzano l’ente; motivi per i quali nella notte successiva alla pubblicazione del testo della bozza della manovra economica, ho passato diverse ore a scrivere e inoltrare via mail e su Facebook messaggi mirati di spiegazione delle pagine relative al futuro della CRI (pgg. 12-15), auspicando una chiara presa di posizione da parte di volontari e dipendenti.

Devo purtroppo ammettere che i risultati di questa mia iniziativa sono stati alquanto deludenti…

Da un lato è partita, tra i volontari, una inutilissima campagna che si autodefinisce di “viral marketing", consistente semplicemente nello scrivere quale proprio 'stato' su Facebook: "Parlano i Ministri, parlano i giornalisti, parlano i Sindacati, parlano e scrivono (legittimamente) tutti... ed i Volontari chi li ascolta?”. Una campagna veramente assurda, dato che non si fa riferimento alcuno alla Croce Crossa ed è capibile solo e soltanto da chi non solo opera in CRI, ma conosce anche le implicazioni del testo della bozza della manovra economica. Campagna altresì ridicola in quanto chiede (o meglio sarebbe dire sussurra) maggior democraticità e coinvolgimento della base, quando sono ormai anni che la CRI è oggetto di commissariamento governativo dal 2003 (senza contare quello dal 1980 al 1998), in cui cioè i volontari non possono scegliersi i loro rappresentanti e tanto meno possono eleggere chi presiede l’ente. Certo è sempre meglio svegliarsi tardi che mai…

Dall'altro lato, il Commissario nazionale VVdS (Volontari del Soccorso) insieme all'Ispettore nazionale dei Pionieri (o "Giovani"... ancora non hanno capito neppure loro come si chiamano) hanno scritto una lettera, pubblicata nelle pagine ufficiali dei VVdS e dei Pionieri (o "Giovani"?) del sito cri.it, in cui giustamente reclamano il coinvolgimento dei 100.000 (145 mila secondo il Rapporto annuale 2010… ma evidentemente neppure loro l’anno letto) volontari CRI sulle scelte relative al destino dell'ente/associazione (un po' ridicola, come presa di posizione, visto che a farla è chi, il Commissario nazionale VVdS, non è stato eletto da nessuno, bensì nominato dal vertice...), ma al contempo leccano spropositatamente il fondoschiena a chi, l’attuale Commissario governativo Francesco Rocca…
Insomma, verrebbe da dire: evviva la coerenza!! Sì, perché non solo la figura di Rocca rappresenta l’antidemocraticità dell’ente e la mancanza di coinvolgimento della base nelle scelte e nelle critiche circa la gestione della CRI (non dimentichiamoci che è stato proprio Rocca a introdurre il c.d. “Codice Bavaglio”), ma rappresenta anche la volontà (sebbene mai apertamente dichiarata) di privatizzare la CRI.

Poi, ieri sera, colpo di scena. La smentita da parte dello stesso Rocca: «La privatizzazione? Non esiste. Non so come sia nata questa notizia ma posso assicurare che nella bozza entrata in preconsiglio non c’era alcun riferimento alla Croce Rossa» ...O forse no, perché subito dopo Rocca afferma: «Qualunque sarà la soluzione che si sceglierà dovrà essere graduale»; parole che, se lette insieme a quelle del Ministro della Salute Fazio, lasciano intendere che la privatizzazione si farà comunque, anche se magari non nella manovra: «Il problema della privatizzazione della Cri – dice Fazio – va affrontato, anche perché tutte quelle internazionali lo sono. Non so se deve essere fatto nella manovra ma il problema va affrontato con la dovuta calma e, verosimilmente, in modo graduale». Rocca, insomma, continua a parlare da politico (del resto è proprio dalla politica che è stato messo nella posizione che ora ricopre... con lauto guadagno PERSONALE, non certo per la CRI, visti i risultati documentati dalla trasmissione Rai REPORT), e proprio come un politico smentisce tutto e non smentisce nulla allo stesso tempo.
Insomma Rocca sembra essere più il rappresentante del Governo all'interno della CRI, piuttosto che – come il suo ruolo dovrebbe imporgli – il rappresentante dei volontari, dei dipendenti e dei soci CRI a livello istituzionale; e forse, piuttosto che avere una Croce Rossa POLITICIZZATA, come quella attuale, sarebbe più auspicabile una Croce Rossa PRIVATIZZATA; ma da tale considerazione all'affermare che la CRI debba necessariamente ed immediatamente essere privatizzata, con modalità che metterebbero in serio pericolo non solo i posti di lavoro ma le stesse attività che la CRI svolge senza alcuna (o ridotte) finalità di lucro, ci vuole molta, moltissima fantasia. Si tratta, a dirla tutta, di vera e propria demagogia: la privatizzazione della CRI è pensata con il fine unico di ridurre la spesa pubblica per le attività socio assistenziali e di soccorso che la CRI svolge; ma al cittadino questo non viene detto: al cittadino, e al volontario, viene detto che la privatizzazione della CRI deve necessariamente attuarsi al fine di rispettare il principio di Indipendenza, che Ginevra da anni reclama. E si tratta veramente di demagogia allo stato puro, poiché se davvero il problema di fondo fosse quello del rispetto del principio di indipendenza, basterebbe cacciare a calci nel sedere Rocca e la sua cricca, attuando un meccanismo di assoluta democraticità che prende il semplicissimo nome di ELEZIONI, in cui sono i volontari stessi a decidere chi li deve governare.

Detto con parole ancora più semplici, questo Governo (e la cricca al vertice della Croce Rossa) vogliono farci credere che la parola 'Democrazia' possa essere sostituita dalla parola 'privatizzazione', e che il concetto di 'efficienza' sia insito solo e soltanto nella seconda. Quando i 145.000 volontari CRI capiranno ciò e decideranno che questi ragionamenti di bassa, se non becera, politica aziendale non sono più tollerabili, allora e solo allora questa Croce Rossa potrà realmente cambiare rotta. Serve pertanto, a mio avviso, una seria e netta presa non solo di posizione, ma ancor prima di coscienza da parte del popolo della CRI, che consenta di riaffermare a gran voce "Noi siamo la CRI, e tutto questo non lo tolleriamo più".

La Croce Rossa cerca soccorso

Il commissario Rocca: 

"Mai sentito parlare di privatizzazione.

E se si fa dovrà essere graduale"


 Braccio di ferro sulla Croce Rossa Italiana. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti sta facendo di tutto per privatizzarla e mettere in bilancio quello che ne ricaverà. E ha fatto scrivere un corposo articolo, il numero 2 che occupa ben 4 pagine della bozza della manovra messa a punto dal governo. Il testo è chiaro: dal 2012 non sarà più un ente di diritto pubblico ma avrà «personalità giuridica di diritto privato e piena capacità giuridica e patrimoniale». Sarà un’«associazione umanitaria a carattere volontario» e il contributo pubblico sarà stabilito di anno in anno dalla legge di bilancio.

La vecchia Cri sarà messa in liquidazione dalla data di approvazione del testo e il personale civile a tempo indeterminato verrà messo in mobilità, i precari verranno spediti a casa e il personale militare trasferito al ministero della Difesa. Questo è quanto è scritto nell’articolo 2.

Diverso il punto di vista di chi sulla Cri ha competenze e poteri. Il commissario straordinario Francesco Rocca smentisce con decisione: «La privatizzazione? Non esiste. Non so come sia nata questa notizia ma posso assicurare che nella bozza entrata in preconsiglio non c’era alcun riferimento alla Croce Rossa». Inutile quindi chiedere commenti o spiegazioni, Rocca aggiunge soltanto che «qualunque sarà la soluzione che si sceglierà dovrà essere graduale». Una posizione molto simile a quella espressa dal ministro della Salute Ferruccio Fazio: «Il problema della privatizzazione della Cri va affrontato - sostiene - anche perchè tutte quelle internazionali lo sono. Non so se deve essere fatto nella manovra ma il problema va affrontato con la dovuta calma e, verosimilmente, in modo graduale».Insomma, dopo anni di annunci, sembra che stavolta per la Croce Rossa sia davvero il momento della privatizzazione. Che cosa accadrà?


I tagli coinvolgeranno almeno 1600 dipendenti civili e circa 300 militari, tutti con contratto a tempo determinato, a fronte di 1.300 dipendenti effettivi che verranno messi in mobilità. Per i sindacati un’ecatombe sociale che rischia di mettere a dura prova anche i servizi di emergenza-urgenza assicurati in numerose città italiane dalla Cri. L’Usb, l’organizzazione sindacale di base della Cri ha organizzato due giornate di protesta dei dipendenti e precari Cri, martedì scorso e domani alle 10 a piazza Montecitorio. «Nel provvedimento tanto annunciato per ridurre la spesa e raggiungere l'obiettivo del pareggio di bilancio, ancora una volta si colpiranno i lavoratori e, in particolare i lavoratori precari di Cri che saranno liquidati dopo anni di onorato servizio a tutela dei cittadini in vari servizi, dal 118 in Italia al Cem di Roma, gestiti da Cri», denuncia Massimiliano Gesmini del coordinamento nazionale Usb/Cri. «Altro che alla frutta! Stanno per servirci l’amaro - aggiunge».
Un capitolo a parte meritano invece i militari: molti di loro sono già stati dislocati in diverse regioni italiane, in base al piano di riordino a cui il Commissario Francesco Rocca sta lavorando da due anni. Per loro infatti è previsto il ritorno al Ministero della Difesa in un ruolo ad esaurimento. 
«Si è arrivati conclude l’Unione sindacale di base della Cri - a ridurre un'Associazione e un Ente glorioso come la Cri, ad una vecchia prostituta il cui unico obiettivo è quello di far cassa infischiandosene se poi ci rimettono i poveri malati, disabili, lavoratori».

mercoledì 29 giugno 2011

Cri privatizzata? No, salta l'articolo

Lo dice il commissario dell'ente, 
Francesco Rocca: 
«la bozza presentata ai ministri ieri sera 
non la conteneva»

La Croce Rossa Italiana sarà privatizzata? E i dipendenti precari che fine faranno? Non vedranno rinnovati i loro contratti? Domande a cui in un primo momento sembrava trovare (preoccupanti) risposte proprio nella bozza di manovra economica diffusa ieri. 
Nel testo (scaricabile in allegato), all'articolo 2 "Soppressione, incorporazione e riordino di enti ed organismi pubblici" ben tre pagine erano dedicate alla "messa in liquidazione dell'ente di diritto pubblico". Nessuna notizia su chi e come avrebbe governato il futuro ente di diritto privato Croce Rossa. Qualche indicazione sul destino del personale civile e di quello militare.
Poco male. Tanto - secondo i diretti interessati - quel testo non c'è più. «Lo do per certo che nella manovra non c'è nessun articolo che fa riferimento alla Croce Rossa» conferma Francesco Rocca, commissario straordinario dell'ente. Che aggiunge: «Il testo presentato ai ministri ieri sera non è quello che si può leggere scaricandolo online e diffuso ieri. Almeno, per certo è che non c'è più alcun riferimento a noi». Più chiaro di così.
Che però la Cri aspetti una riforma e che questa vada nella direzione di una sua privatizzazione non è una novità. Se n'è parlato in occasione della presentazione del report annuale dell'ente lo scorso 15 giugno. E ci è ritornato su lo stesso ministro della Salute, Ferruccio Fazio, proprio ieri: «Nella manovra non lo so, ma il problema della privatizzazione della Croce Rossa va in ogni caso affrontato, perché tutte quelle internazionali sono privatizzate». Il problema, ha aggiunto Fazio, «va affrontato con la dovuta calma e verosimilmente in modo graduale». Dichiarazioni su cui si dice completamente d'accordo lo stesso commissario Francesco Rocca.
I tempi, però, per la riforma stanno arrivando. Se è saltata in manovra questa volta, presto dovrà vedere la luce. La Legge del 4 novembre 2010, n. 183 in materia di lavori usuranti definisce infatti un anno di tempo per «la riorganizzazione della Croce rossa italiana». Tanto che la stessa Cri ha predisposto online da tempo una pagina dedicata per discutere della traformazione dell'ente.

Croce Rossa in liquidazione, diventa di diritto privato

Roma, 28 giu - Col decreto che contiene la manovra di finanza pubblica la Croce Rossa Italiana, quale ente di diritto pubblico e' posta in liquidazione e, a decorrere dal 2012, svolgera' le proprie attivita' "in regime di diritto privato quale associazione umanitaria a carattere volontario". Lo stabilisce la bozza della manovra all'esame del Governo. 


 La misura e' disegnata "per assicurare il migliore perseguimento degli obiettivi fondamentali previsti in materia dagli atti di natura internazionale di cui e' parte l'Italia, superando nel contempo la situazione di persistente deficit finanziario in cui versa attualmente il relativo ente pubblico", che dal primo gennaio prossimo sara' soppresso. Nella gestione liquidatoria rientra quella del patrimonio immobiliare della Croce Rossa Italiana. 

Dal 2012 il personale civile con rapporto di lavoro a tempo indeterminato con la Croce Rossa in liquidazione, se non assunto in regime di diritto privato dall'associazione, "e' posto in mobilita'". 



  

Il personale militare in servizio continuativo presso l'ente pubblico sara' inserito, con blocco di carriera, in un ruolo ad esaurimento presso il ministero della Difesa. Il contributo statale per lo svolgimento da parte dell'associazione Croce Rossa Italiana delle sue funzioni di interesse pubblico e' stabilito annualmente con la legge di bilancio.



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lunedì 27 giugno 2011

Stanno per servirci l’amaro .....i lavoratori della Croce Rossa Italiana aprano gli occhi

se eravamo alla frutta...ecco l'amaro! 

Nella Manovra in discussione al Consiglio dei ministri si prevede la trasformazione di CRI in Ente di diritto privato! Mobilità e licenziamenti da Gennaio 2012. 

Diciamo NO! 

il 28 e il 30 presidio a Montecitorio


Ci siamo. Altro che alla frutta! Stanno per servirci l’amaro ed è ora che i lavoratori della Croce Rossa Italiana aprano gli occhi su quello che sta per accadere…e passino all’azione e ALLA MOBILITAZIONE.
      In questi giorni è salito agli onori della cronaca che nella nuova manovra finanziaria che sarà in discussione al prossimo consiglio dei ministri è prevista la trasformazione dell’ente Pubblico C.R.I. in associazione umanitaria a carattere volontari con personalità giuridica di diritto privato. Il provvedimento prevederebbe la trasformazione di Cri in ente di diritto privato, la messa in mobilità del personale di ruolo, il passaggio al ministero della difesa di quello militare e la fine dei contratti a t.d. a partire da gennaio 2012. Si realizzerebbe così quella privatizzazione fortemente voluta (ma mai apertamente dichiarata) da questa gestione Commissariale e dai suoi “amici” in alto loco, anche loro recentemente balzati agli onori della cronaca per motivi non certo lusinghieri.
      Sarebbe troppo facile per noi rivendicare che “ lo avevamo detto”, se non fosse che tutte le altre OO.SS. della C.R.I., fino a ieri, hanno preferito non vedere dove stavamo precipitando e continuare a gestire l’”ordinaria amministrazione”, apostrofandoci come quelli che facevano “terrorismo” solo per ottenere quattro tessere in più, mentre invece noi abbiamo solo tentato di stanare Rocca e Co., anche con azioni forti, per evitare di trovarci di fronte a fatti compiuti e irreparabili!
Il Commissario ROCCA
     Cosa dirà ora il Commissario sulle pagine del suo personalissimo social network preferito, visto che a più riprese ci ha accusato di fare una campagna allarmistica nei confronti dei lavoratori…e ora pare proprio che gli allarmi servivano…eccome!
      Sarà curioso vedere con quale faccia si presenterà al prossimo incontro; sarà curioso vedere se tirerà fuori gli attributi e avere il coraggio di dire in faccia ai lavoratori (in primis i precari) che, se si privatizza e passa così come è la norma inserita nella bozza di finanziaria, perderanno il posto dal 1 gennaio 2012 o bene che gli vada cambieranno tipologia di contratto (da pubblico a privato) sempre come precari.
      Alla luce di quello che si sta profilando si confermano i nostri timori che le convezioni perse fossero solo il pretesto per “svincolarsi” dagli impegni assunti con il personale precario e poterne giustificare il licenziamento senza “venire allo scoperto” rispetto i progetti di privatizzazione e così anche la modalità “casereccia” di porsi nei confronti degli altri partner con cui tentare approcci convenzionali.
      Si è arrivati a ridurre una Associazione e un Ente glorioso come la C.R.I., ad una vecchia prostituta il cui unico obiettivo è quello di far cassa infischiandosene se poi ci rimettono i poveri malati, disabili, lavoratori, etc……alla faccia dell’Umanità!!
      Spiace fare certe pesanti affermazioni, ma bisogna essere realistici e guardare alla cruda realtà; chi sta facendo tutto questo (a dispetto di quanto si va millantando) ha peli sullo stomaco e sicuramente non avrà nessun rimorso ……
      E i lavoratori in tutto questo? Mangeranno tranquillamente questo boccone avvelenato, oppure lo faranno ingoiare a chi glielo sta propinando? NOI DICIAMO NO!
      Noi di USB faremo di tutto per contrastare questo infame progetto; lo faremo utilizzando qualsiasi strumento legittimo che ci permetta di tutelare il posto di lavoro a tutte le compagini di Croce Rossa (precari, Militari e di ruolo) e 

CHIAMIAMO TUTTI ALLA MOBILITAZIONE IMMEDIATA



PRESIDIO DI TUTTI I LAVORATORI CRI P.zza Montecitorio ROMA
MARTEDI’ 28 giugno ore 14.00
GIOVEDI’ 30 giugno ore 10.00
no a privatizzazione, dismissione e licenziamenti
in occasione del Consiglio dei Ministri che discuterà di CRI

sabato 25 giugno 2011

Il governo privatizza la Croce rossa ma i beni sono il capitolo più spinoso

Il comitato centrale resterebbe ente pubblico. 
Previste novità per le strutture locali


Rispunta l'ipotesi di privatizzare la Croce rossa italiana. Il dossier è nelle mani dei ministri della Salute, Ferruccio Fazio, e della Difesa, Ignazio La Russa, sotto la supervisione del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta. L'operazione dovrebbe andare in scena nell'ambito della manovra sui conti pubblici, attesa per martedì prossimo al primo esame del consiglio dei ministri. 
Secondo quanto trapela, il comitato centrale della Cri resterebbe, unico nel quadro internazionale, ente pubblico, con compiti di coordinamento, prima assistenza e interventi in aree internazionali, e i comitati regionali e provinciali verrebbero invece trasformati in enti di diritto privato. Sono le strutture che operano sul territorio, quelle che concorrono al servizio di pronto soccorso e ad alcuni servizi di assistenza pubblica. Compiti che potranno essere ancora svolti ma non più sotto il cappello del pubblico. La Cri conta circa 1300 dipendenti di ruolo e 1600 precari, oltre al personale militare distaccato e ai volontari. Riceve contributi a vario titolo da quattro ministeri che dovrebbe ammontare a 170 milioni di euro l'anno e ha un patrimonio immobiliare considerevole. Un soggetto articolato in cui la gestione amministrativa e contabile è sempre stata complessa e i cui i bilanci in rosso, tra comitati centrali e provinciali, non sono mai stati risanati.
Uno degli effetti più immediati della privatizzazione delle strutture territoriali si avrà sul personale precario, i lavoratori assunti di volta in volta in base alle convenzioni che la Cri riesce a sottoscrivere con le Asl per i servizi sanitari. Lavoratori che hanno messo in piedi un contenzioso considerevole per la loro stabilizzazione. Ripetutamente il governo negli ultimi anni ha provato in provvedimenti vari a recidere il cordone che li lega allo stato. Alla luce del fatto che i comitati agiscono sul territorio in concorrenza con altri soggetti privati per l'affido della gestione dei servizi, senza avere certezze sulla prosecuzione dell'appalto.

Per il personale militare si prospetta un ritorno al ministero della Difesa.

Rimane poi il capitolo più spinoso, quello del bilancio della Cri, ovvero di come saranno riarticolati finanziamenti e cespiti immobiliari. 

venerdì 24 giugno 2011

Incarico di Comando nel Centro di Mobilitazione CRI, a chi spetta ?


Segnalazione inviata a suo tempo e ancora inevasa


Ispettorato Nazionale

Corpo Militare CRI

COMANDANTE di CORPO

S E D E


Per la via gerarchica


Oggetto: Segnalazione


Lo scrivente Mar. capo Vincenzo lo Zito essendo venuto a conoscenza che il Centro di Mob.ne di Torino ora Ufficio Arruolamento e Addestramento ha come Comandante/Responsabile un validissimo Sottufficiale, si vede costretto a segnalare, per ora, a proprio avviso, delle inesattezze su questo incarico che è stato concesso se tale risultasse corrispondente a verità.


Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165

Art. 3 Personale in regime di diritto pubblico comma 1°. In deroga all'articolo 2, commi 2 e 3, rimangono disciplinati dai rispettivi ordinamenti: .. il personale militare …..


R.D. 10 febbraio 1936, n. 484

art 13. Nessuno può ricoprire un grado, nel personale dell’associazione, se non è riconosciuto idoneo ad adempierne gli uffici e non sono concessi gradi onorari.


129. L’ufficiale che, per determinazione della presidenza generale dell’associazione, sia incaricato di funzioni del grado immediatamente superiore, conserva lo stipendio del proprio grado.


203. L’ufficiale, che esercita una carica inerente ad un grado superiore a quello che riveste, non ha diritto alla indennità stabilita per la carica che esercita, se non gli sia stata conferita con disposizioni della presidenza generale. L’indennità stessa deve essere in relazione al grado effettivamente rivestito e deve corrispondersi soltanto quando si eserciti la carica od il servizio al quale detta indennità è attribuita.


Non è previsto che un Sottufficiale possa svolgere “mansioni superiori” (e qui parliamo addirittura di mansioni da Ufficiale superiore – almeno maggiore) Nel caso di specie il predetto

Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165 prevede nell’ Articolo 52, Disciplina delle mansioni:


2. Per obiettive esigenze di servizio il prestatore di lavoro può essere adibito a mansioni proprie della qualifica immediatamente superiore:

a) nel caso di vacanza di posto in organico. …..

b) nel caso di sostituzione di altro dipendente assente con diritto alla conservazione del posto……


Conseguenze: tutti gli atti posti in essere dal soggetto possono essere dichiarati, entro un ragionevole periodo di tempo, nulli perché viziati da incompetenza assoluta! A richiesta di chiunque vi abbia interesse! Controfirma dei brevetti di nomina del personale di assistenza! Proposte di avanzamento del personale di assistenza in congedo ed in servizio! Ecc. ecc. ecc.


A chi chiedere, l’eventuale (se occorre) risarcimento di danno? Al giudice amministrativo che annulla l’atto; o in caso di accoglimento del ricorso al Capo dello Stato al giudice ordinario per lesione di diritti perfetti. Negli altri casi intimare l’amministrazione e in caso di silenzio rigetto impugnare il silenzio al TAR (la causa è già vinta poiché sui ricorsi al PdR. si è pronunciato il Consiglio di stato ed il TAR deciderà in conformità). Per una questione solo formale, ma chi rappresenta la CRI nelle "riunioni dove siedono Generali" e chi è il soggetto accreditato nelle Prefetture di pertinenza del Centro ora Ufficio Arruolamento e Addestramento?

Si resta in attesa di cortese riscontro onde poter meglio vagliare ogni possibile azione legale a tutela dello scrivente.


Maresciallo capo Vincenzo Lo Zito


Ordinanza Commissariale 346 del 2010

mercoledì 15 giugno 2011

Croce Rossa: “Doverosa la reintegra del maresciallo Lo Zito”

L’Aquila. E’ stata presentata, a firma del consigliere regionale Cesare D’Alessandro (IdV), un’interpellanza urgente rivolta al presidente Gianni Chiodi, al quale viene richiesto di farsi parte diligente affinché venga chiarita la posizione del maresciallo maggiore Vincenzo Lo Zito, “colpevole” di aver denunciato comportamenti non corretti ai vertici della Croce Rossa abruzzese.

 


 
“A seguito della denuncia di Lo Zito, che chiamava direttamente in causa la presidente della C.R.I. abruzzese, Maria Teresa Letta” dichiara D’Alessandro, “furono avviate indagini interne e giudiziarie che, alla fine, hanno portato lo stesso Lo Zito sul banco degli imputati, reo di lesa maestà”.


 Lo Zito venne a sua volta denunciato dalla presidente del Comitato, “costretto a difendersi, lui che aveva denunciato le irregolarità”, prosegue D’Alessandro, “dalle contro accuse mosse nei suoi confronti per presunta diserzione aggravata e per calunnia; dalle quali, però, il 25 e 26 maggio, è stato completamente assolto. Nonostante sia stato ampiamente scagionato, sia nel giudizio militare che in quello penale, ancora oggi Lo Zito non ha potuto riprendere il servizio dal quale era stato allontanato, né è stato reintegrato nello stipendio pur avendo moglie e due figli a carico”.
Il Consigliere D’Alessandro chiede che il Presidente della Regione, “che da sempre intrattiene rapporti molto cordiali con la Croce Rossa, con il Commissario della stessa ed i suoi cari, si rivolga alle competenti Autorità ministeriali (Difesa, ministro La Russa) perché il maresciallo Lo Zito venga reintegrato nel più breve tempo possibile nelle funzioni e nello stipendio, “semplicemente per ragioni di giustizia””.

lunedì 13 giugno 2011

Croce Rossa..... IL COMMISSARIO ROCCA non ottemnpera alle Sentenze !!

Il Commissario Rocca
presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO
mercoledì 8 giugno 2011, seduta n.483




DI STANISLAO. - Al Ministro della difesa, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze. - Per sapere - premesso che: 
 
Cap. Mario Martinez
l'associazione italiana della Croce rossa, ente di diritto pubblico, svolge la sua opera su tutto il territorio nazionale grazie agli oltre 150 mila dipendenti volontari e soci attivi appartenenti all'organizzazione, e oltre 5.000 dipendenti;la gestione del personale militare volontario, comporta periodici richiami in servizio attivo del medesimo personale iscritto nei ruoli del corpo militare della CRI, per essere quindi riassegnato ai comitati provinciali della medesima Croce rossa;il capitano Mario Martinez è iscritto nei ruoli degli ufficiali del corpo militare della Croce rossa Italiana dall'11 novembre 1983, ed ha ricoperto, sino al 1991, numerosi incarichi di elevata responsabilità, mediante richiami periodici (con una media di 3 o 4 volte all'anno), ottenendo anche un elogio formale per il servizio prestato;

senza alcuna apparente motivazione, a decorrere dal 26 settembre 1991, veniva stabilmente posto in congedo, ad eccezione di un breve periodo compreso tra il giugno 2003 e luglio 2003, nel quale veniva richiamato per partecipare alla missione umanitaria in Iraq, presso l'ospedale di Baghdad. Dopo anni di congedo, resosi conto di essere stato in qualche modo «dimenticato» dall'amministrazione della CRI, nonostante il servizio meritoriamente prestato, il capitano, con numerose istanze, chiedeva di essere richiamato in servizio;

istanze di pari contenuto venivano, peraltro, inoltrate anche, direttamente ed autonomamente, dai direttori dei comitati di Parma e di Bari, i quali, in ottemperanza all'espresso invito del comitato centrale di indicare i nominativi dei soggetti da richiamare (circolare del 10 novembre 2004 prot. n. 0072844/04), indicavano espressamente il capitano Martinez quale scelta preferenziale, in considerazione della esperienza e della professionalità posseduta, rilevando che il richiamo dello stesso sarebbe stato «del tutto indispensabile quale fondamentale supporto d'ordine amministrativo e per la gestione dell'autoparco»;

tutte le istanze inoltrate ai vertici della CRI, sia da parte del capitano che dei due comitati territoriali, venivano evase con risposte negative e/o evasive e contraddittorie, mentre, contestualmente, venivano richiamati in servizio dal comitato centrale altri militari;

nel 2006 inizia un lungo contenzioso volto ad accertare la legittimità del congedo sine die al quale lo stesso era stato costretto, nonché la legittimità del reiterato e protratto richiamo in servizio costantemente limitato ad una stretta cerchia di militari;

occorre precisare che i dubbi di legittimità avanzati dal capitano Martinez sono confermati e rafforzati dalla ispezione condotta dall'Ispettorato generale di finanza presso il Ministero dell'economia e delle finanze, conclusa con la relazione del 6 agosto 2008, che accertava come il vertice amministrativo della CRI, in difformità dai principi che sorreggono l'ordinamento dell'ente, abbia sistematicamente violato il principio di rotazione del personale, dando luogo di fatto all'illegittima stabilizzazione del personale che da anni viene richiamato senza soluzione di continuità;

recentemente, con sentenza n. 38855/2010, depositata il 28 dicembre 2010, il TAR Lazio, in accoglimento dei ricorsi proposti, abbia imposto alla CRI «il richiamo in servizio in sostituzione di altra unità oppure in aggiunta», dichiarando, in particolare, che «la CRI per assicurare l'effettività della tutela dell'interesse pretensivo del ricorrente, adotterà le determinazioni idonee a garantire la corretta esecuzione delle statuizioni disposte con la presente pronuncia, procedendo all'immediato richiamo in servizio del ricorrente medesimo in sostituzione di altra unità degli elenchi menzionati oppure, ove lo ritenga possibile, in aggiunta». Tale sentenza viene appellata dalla CRI innanzi al Consiglio di Stato, il quale, con ordinanza n. 1741/2011, depositata il 20 aprile 2011, rigetta la richiesta della CRI di sospensione della efficacia esecutiva della sentenza;

tuttavia, l'attuale commissario straordinario, continuando a disattendere le indicazioni della ricordata ispezione ministeriale, nonché i puntuali precetti impartiti dalle autorità giudiziali con le indicate pronunce, ha inspiegabilmente perseverato nell'omettere di disporre il dovuto richiamo in servizio del capitano rilasciando, peraltro, in più occasioni, dichiarazioni pubbliche nelle quali ha assimilato il capitano Martinez ad un «carnefice perché anche lui faceva parte di un sistema clientelare» e con ciò, al contempo, diffamando ingiustamente il capitano e proiettando gravi ombre sulla liceità dell'operato del vertice della CRI precedente al suo insediamento -:

se sia consono ad un commissario della Croce Rossa Italiana, in attesa della sentenza della giustizia amministrativa, rilasciare pubblicamente offensive dichiarazioni che nuocciono alla figura del capitano Martinez e dell'intero operato dei vertici della CRI;

se il Governo, ed in caso affermativo in che modo, intenda adottare provvedimenti nei confronti del commissario straordinario che continua a disattendere le indicazioni dell'ispezione ministeriale, nonché i puntuali precetti impartiti dalle autorità giudiziali con le indicate pronunce.
 
 

lunedì 6 giugno 2011

L’AFFARE CROCE ROTTA.....

Il Dir. Gen. CRI  Patrizia Ravaioli
ll direttore generale della Croce Rossa italiana dovrà coprire i buchi del 118 siciliano. Il 26 maggio scorso, con ordinanza commissariale, la Croce Rossa ha deciso di mettere una piccola toppa su un triste capitolo siciliano. Saranno erogati 20 milioni di euro per coprire una parte dei debiti della SI.S.E., la società che gestisce il 118 isolano. Attenzione però, nella stessa ordinanza, la Cri ordina al Direttore Generale di procedere con la contestazione alla Regione Siciliana di tutti i crediti vantati dalla Croce Rossa Italiana nel quadro della vicenda Si.S.E. nonché di attivare tutte le opportune azioni di responsabilità – in sede civile, penale e contabile – nei confronti degli amministratori SI.S.E e di tutti coloro che si sono resi eventualmente responsabili di danni erariali nei confronti della CRI.

 La Si.S.E., unica in Italia, è un esperimento tutto siciliano, fondata nel 1998 allo scopo di fare gli affari che la Croce Rossa non poteva naturalmente fare, perché Ente di diritto pubblico NON ECONOMICO. Intorno ad essa nasce lo scandalo che vede coinvolto l’ex governatore Cuffaro e l’ex assessore regionale dell’Mpa Giovanni Pistorio, che tra il 2005 ed il 2006, al tempo delle elezioni aumentarono in modo esponenziale il numero di stipendiati della Cri, in cambio evidentemente dei voti. 
Il Commissario ROCCA
Cuffaro e Pistorio sono stati chiamati in giudizio dalla Corte dei Conti per un danno erariale valutato in 37 milioni di euro. Poi arriva Lombardo, e lui che fà? Visto che la Si.S.E. è in liquidazione, decide di costituire una nuova società, la Seus,  e di assumere in seno ad essa i 3.000 precari della Croce Rossa. Indubbiamente, un’ottima mossa per accaparrassi anche lui favori – e nel frattempo, con un’esubero di lavoratori 118 i costi aumentano. 
E chi paga? 

A quanto pare la direzione nazionale della Croce Rossa, e ricordate, che per essa si intende il contribuente, che dunque ha avuto l’onore di partecipare al sovvenzionamento delle campagne elettorali di ben due amministrazioni siciliane.

Qui sotto il pdf delle ordinanze CRI

CROCE ROSSA ORDINANZE



 


fonte

domenica 5 giugno 2011

SENATO : porre fine alle irregolarità nella gestione della Croce Rossa Italiana..

Legislatura 16 

Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-05304



Pubblicato il 1 giugno 2011  
Seduta n. 560

LANNUTTI :
- Ai Ministri della Salute, 
dell'Economia e delle Finanze 
e della Difesa. 

l'associazione italiana della Croce rossa (CRI), ente di diritto pubblico, svolge la sua opera su tutto il territorio nazionale grazie agli oltre 150.000 dipendenti volontari e soci attivi appartenenti all'organizzazione, e oltre 5.000 dipendenti;

la gestione del personale militare volontario, comporta periodici richiami in servizio attivo del medesimo personale iscritto nei ruoli del Corpo militare della CRI per essere quindi riassegnato ai comitati provinciali della medesima Croce rossa;

considerato che, per quanto risulta all'interrogante:

Cap. Mario Martinez
 il capitano Mario Martinez è iscritto nei ruoli degli ufficiali del Corpo militare della Croce rossa italiana dall'11 novembre 1983, ed ha ricoperto, sino al 1991, numerosi incarichi di elevata responsabilità, mediante richiami periodici (con una media di 3 o 4 volte all'anno), ottenendo anche un elogio formale per il servizio prestato;

senza alcuna apparente motivazione, a decorrere dal 26 settembre 1991, il capitano veniva stabilmente posto in congedo, ad eccezione di un breve periodo compreso tra il giugno e luglio 2003, nel quale veniva richiamato per partecipare alla missione umanitaria in Iraq, presso l'ospedale di Baghdad;

dopo anni di congedo, resosi conto di essere stato in qualche modo "dimenticato" dall'amministrazione della CRI, nonostante il servizio meritoriamente prestato, il capitano Martinez presentava numerose istanze per chiedere di essere richiamato in servizio;

istanze di pari contenuto venivano, peraltro, inoltrate anche, direttamente ed autonomamente, dai Direttori dei comitati di Parma e di Bari, i quali, in ottemperanza all'espresso invito del Comitato centrale di indicare i nominativi dei soggetti da richiamare (circolare del 10 novembre 2004 prot. n. 0072844/04), indicavano espressamente il capitano Martinez quale scelta preferenziale, in considerazione dell'esperienza e della professionalità posseduta, rilevando che il richiamo dello stesso sarebbe stato del tutto indispensabile quale fondamentale supporto d'ordine amministrativo e per la gestione dell'autoparco;

tutte le istanze inoltrate ai vertici della CRI, sia da parte di Martinez che dei due Comitati territoriali, venivano evase con risposte negative o evasive e contraddittorie, mentre, contestualmente, venivano richiamati in servizio dal Comitato centrale altri militari;

pertanto, nel 2006, iniziava, su impulso del capitano, un lungo contenzioso volto ad accertare la legittimità del congedo sine die al quale lo stesso era stato costretto, nonché la legittimità del reiterato e protratto richiamo in servizio costantemente limitato ad una stretta cerchia di militari;

occorre precisare che i dubbi di legittimità avanzati da Martinez venivano confermati e rafforzati dall'ispezione condotta dall'Ispettorato generale di finanza presso il Ministero dell'economia e delle finanze, conclusa con la relazione del 6 agosto 2008, che accertava come il vertice amministrativo della CRI, in spregio dei principi che sorreggono l'ordinamento dell'ente, abbia sistematicamente violato il principio di rotazione del personale, dando luogo di fatto all'illegittima stabilizzazione del personale che da anni viene richiamato senza soluzione di continuità;

recentemente, con sentenza n. 38855/2010, depositata il 28 dicembre 2010, il TAR Lazio, in accoglimento dei ricorsi proposti dal capitano Martinez, ha ordinato alla CRI il richiamo in servizio in sostituzione di altra unità oppure in aggiunta, dichiarando, in particolare, che la CRI, per assicurare l'effettività della tutela dell'interesse pretensivo del ricorrente, avrebbe dovuto adottare le determinazioni idonee a garantire la corretta esecuzione delle statuizioni disposte con la presente pronuncia, procedendo all'immediato richiamo in servizio del ricorrente medesimo in sostituzione di altra unità degli elenchi menzionati oppure, ove lo ritenga possibile, in aggiunta;

Commissario Rocca
detta sentenza veniva appellata dalla CRI innanzi al Consiglio di Stato, il quale, con ordinanza n. 1741/2011, depositata il 20 aprile 2011, rigettava la richiesta della CRI di sospensione dell'efficacia esecutiva della sentenza;

tuttavia, l'attuale Commissario straordinario, continuando a disattendere le indicazioni della ricordata ispezione ministeriale, nonché i puntuali precetti impartiti dalle autorità giudiziali con le indicate pronunce, ha inspiegabilmente e pervicacemente perseverato nell'omettere di disporre il dovuto richiamo in servizio del capitano Martinez rilasciando, peraltro, in più occasioni, dichiarazioni pubbliche nelle quali ha assimilato il capitano ad un "carnefice perché anche lui faceva parte di un sistema clientelare" con ciò, al contempo, diffamando il militare e gettando gravi ombre sulla liceità dell'operato del vertice della CRI anteriore al suo insediamento;


considerato che:

Mar. capo Vincenzo Lo Zito
il giudice Anna Maria Fattori del Tribunale ordinario di Roma ha disposto il non luogo a procedere  nei confronti del maresciallo Lo Zito per il reato di calunnia;

Maria Teresa Letta
 Lo Zito è il militare dipendente della Croce rossa italiana che, nel 2008, aveva denunciato irregolarità amministrative e contabili compiute dall'allora presidente del comitato regionale Croce rossa italiana Abruzzo, Maria Teresa Letta, e per questo si era beccato denunce e sospensione dello stipendio;

Col. Piero Ridolfi
inoltre il giudice ha deciso di trasmettere il fascicolo alla Procura perché indaghi su eventuali ipotesi di reato, facendo attenzione in particolare alla nota 22/08 del 5 gennaio 2008, indirizzata al direttore nazionale del Corpo militare della CRI, colonnello Piero Ridolfi, con cui la dottoressa Letta richiedeva l'immediato allontanamento del militare;

in più, il giudice Antonio Lepore del Tribunale militare di Roma ha assolto il maresciallo Lo Zito dal reato di diserzione aggravata perché il fatto non sussiste;

sarà il sostituto procuratore Assunta Cocomello a condurre le indagini ora, dopo che la Procura ordinaria di Roma ha aperto un fascicolo (n. 431 del 2011) per capire quali siano state le ragioni per cui, dopo le denunce di irregolarità fatte dal maresciallo Lo Zito, si è ritenuto di doverlo sottoporre a denunce e alla sospensione dal servizio,


si chiede di sapere:

Se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti narrati e di conseguenza quali iniziative, ciascuno secondo le proprie competenze, intendano adottare al fine di verificare l'eventuale sussistenza della gravità e l'entità dei fatti segnalati dal capitano Mario Martinez;

quali iniziative urgenti, nell'ambito delle loro prerogative, intendano assumere al fine di garantire l'immediato richiamo in servizio del capitano Mario Martinez da parte della Croce rossa italiana, come disposto dalla sentenza del Tar del Lazio;

se ritengano che sia consono ad un Commissario della Croce rossa italiana rilasciare le dichiarazioni di cui in premessa, che hanno gettato ingiustamente discredito sul capitano Martinez;

se, alla luce delle dichiarazioni del commissario Rocca, corrisponda al vero che la Croce rossa italiana abbia una gestione clientelare e poco trasparente;

Quali iniziative urgenti intendano assumere per restituire l'onore al maresciallo Lo Zito che, a quanto risulta all'interrogante, sarebbe stato vittima di mobbing da parte della dottoressa Maria Teresa Letta e provvedere al risarcimento dei danni;

se non intendano intervenire con fermezza per porre fine alle irregolarità nella gestione della CRI, riportando la necessaria indispensabile trasparenza nell'organizzazione e gestione di questa storica associazione.

Fonte Sen. Lannutti