La Fp Cgil spiega che la Cri non sta rispettando un protocollo firmato
con Ares 118 a maggio. Usb: "L’emergenza territoriale sarà affidata ai
volontari e alle agenzie interinali con evidente diminuzione della
qualità del servizio"
Cento lavoratori e lavoratrici sono saliti sul tetto
della Sede provinciale della Croce Rossa Italiana di Roma. “La forte
protesta - spiega Massimiliano Gesmini dell'Usb in una nota - nasce
dalle bugie e false promesse messe in piedi dalla Cri, dalla Regione,
dall’Ares 118 e da quei sindacati che hanno voluto e sottoscritto una
convenzione di 19 milioni di euro l’anno tra la Cri e Ares 118, per la
copertura di numerose postazioni territoriali del 118, con l’accordo del
mantenimento dei posti di lavoro. Ora questi lavoratori, che sono stati
utilizzati dalla Cri come pedina di scambio per ottenere la Convezione
milionaria, messa sotto accusa in queste ore per il tentativo della
stessa Cri di subappaltare all’esterno il personale, rischiano per
l’ennesima volta di rimanere senza lavoro mentre l’emergenza
territoriale sarà affidata ai volontari e alle agenzie interinali con
evidente diminuzione della qualità del servizio".
Secondo Fp Cgil
Roma e Lazio "Sono lavoratori che avrebbero dovuto avere un lavoro
stabile e certo in applicazione di un protocollo d’intesa convenzionale
tra Ares 118 e la Cri, firmato dalla Regione Lazio nel lontano maggio
2012 recepito tramite Decreto 70 della stessa Regione Lazio, firmato
anche dal Delegato del Ministro delle finanze. Nonostante il protocollo,
la Cri si sta adoperando contrariamente e in palese contrasto con
quanto sottoscritto. In particolare c’è il mancato reintegro tramite
l’ufficio di collocamento di 79 autisti di autoambulanza; da almeno 7
anni nel servizio di emergenza sanitaria 118; la Cri subappalta a una
Società di costruzioni di Milano, la quale a sua volta appalta a
un'altra agenzia di Roma, proponendo contratti di lavoro per infermieri
di livello inferiore. Siamo stanchi di questi continui e gravi
provvedimenti amministrativi da parte della Cri contrari alla normativa
vigente; siamo stufi dell’imbarazzante silenzio degli Organismi pubblici
preposti al controllo: Regione Lazio e Ares 118. L’occupazione della
Sede Cri continuerà ad oltranza, fino al raggiungimento delle legittime
condizioni di lavoro. Oggi, sono stati licenziati 50 lavoratori,
nonostante già impiegati".
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