mercoledì 5 dicembre 2012

Croce rossa, lavoratori sul tetto "Licenziati 50 dipendenti"






La Fp Cgil spiega che la Cri non sta rispettando un protocollo firmato con Ares 118 a maggio. Usb: "L’emergenza territoriale sarà affidata ai volontari e alle agenzie interinali con evidente diminuzione della qualità del servizio"
Cento lavoratori e lavoratrici sono saliti sul tetto della Sede provinciale della Croce Rossa Italiana di Roma.  “La forte protesta - spiega Massimiliano Gesmini dell'Usb in una nota - nasce dalle bugie e false promesse messe in piedi dalla Cri, dalla Regione, dall’Ares 118 e da quei sindacati che hanno voluto e sottoscritto una convenzione di 19 milioni di euro l’anno tra la Cri e Ares 118, per la copertura di numerose postazioni territoriali del 118, con l’accordo del mantenimento dei posti di lavoro. Ora questi lavoratori, che sono stati utilizzati dalla Cri come pedina di scambio per ottenere la Convezione milionaria, messa sotto accusa in queste ore per il tentativo della stessa Cri di subappaltare all’esterno il personale, rischiano per l’ennesima volta di rimanere senza lavoro mentre l’emergenza territoriale sarà affidata ai volontari e alle agenzie interinali con evidente diminuzione della qualità del servizio".
Secondo Fp Cgil Roma e Lazio "Sono lavoratori che avrebbero dovuto avere un lavoro stabile e certo in applicazione di un protocollo d’intesa convenzionale tra Ares 118 e la Cri, firmato dalla Regione Lazio nel lontano maggio 2012 recepito tramite Decreto 70 della stessa Regione Lazio, firmato anche dal Delegato del Ministro delle finanze. Nonostante il protocollo, la Cri si sta adoperando contrariamente e in palese contrasto con quanto sottoscritto. In particolare c’è il mancato reintegro tramite l’ufficio di collocamento di 79 autisti di autoambulanza; da almeno 7 anni nel servizio di emergenza sanitaria 118; la Cri subappalta a una Società di costruzioni di Milano, la quale a sua volta appalta a un'altra agenzia di Roma, proponendo contratti di lavoro per infermieri di livello inferiore. Siamo stanchi di questi continui e gravi provvedimenti amministrativi da parte della Cri contrari alla normativa vigente; siamo stufi dell’imbarazzante silenzio degli Organismi pubblici preposti al controllo: Regione Lazio e Ares 118. L’occupazione della Sede Cri continuerà ad oltranza, fino al raggiungimento delle legittime condizioni di lavoro. Oggi, sono stati licenziati 50 lavoratori, nonostante già impiegati".

Nessun commento:

Posta un commento