118, la convenzione con la Cri
finisce sul tavolo delle fiamme gialle
Lo fa sapere il Partito democratico
che chiede l'intervento del prefetto. “Doveva essere un toccasana per il
servizio d’emergenza del 118, ma si è trasformato in un pasticcio da
Corte dei Conti. E non poteva essere diversamente vista la assoluta
leggerezza e spregiudicatezza con cui la Croce rossa Italiana ha dato
applicazione ad un contratto da 20 milioni di euro”, afferma Riccardo
Agostini membro direzione romana Pd.
L’accordo è dello scorso
agosto ma in questi pochi mesi è successo di tutto. Dall'intervento di
società interinali, all'affidamento del personale ad una società
lombarda. “Nelle province di Frosinone e Latina – continua l’esponente
democratico – si è andati anche oltre lasciando a casa gli autisti
abilitati, circa 50, e assumendone altri. Tutto questo per risparmiare
sul lavoro. Più che una convenzione atta a garantire ai cittadini un
servizio d’emergenza sicuro ed efficiente, l’accordo si è tramutato in
una occasione di guadagno per imprese sconosciute, il cui coinvolgimento
era espressamente vietato. Tutta la storia del pasticcio Cri è stata
riassunta nell’esposto presentato dalla Cgil. Ora è forte il rischio che
salti tutto e che le 44 postazioni del 118 garantite dalla Croce rossa
restino vuote. Credo che il Prefetto debba intervenire prima che si crei
il collasso del sistema d’emergenza, altro frutto avvelenato della
Giunta Polverini”.
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