E' trascorsa più di una settimana ma l'eco delle polemiche non tende a
cessare.
I dipendenti di Croce Rossa sono sul piede di guerra. A far
loro compagnia, i dipendenti del corpo militare e le Crocerossine. La
motivazione è l’approvazione da parte del Consiglio di Ministri della
contestatissima riforma della Cri. Mentre il testo, che ha ricevuto in
primis l’approvazione dell’attuale Ministro della Salute Renato
Balduzzi, si appresta a passare il giudizio delle due Camere, i
lavoratori Cri, 4000 in tutto, 3000 civili e 1000 militari, temono per
il loro futuro e si affidano all’operato del Segretario della Cisl Fp
Daniela Volpato. Più volte infatti, il Segretario ha chiesto di essere
ricevuta dalla Presidenza del Consiglio per discutere la situazione, ma
finora non ha ricevuto nessun cenno di assenso da parte del Ministro
Balduzzi. La versione precedente del decreto sottoposto alle Camere
prevedeva lo scioglimento del Corpo militare e migliaia di
licenziamenti. Ma cosa è cambiato rispetto alla versione attuale? In
realtà ben poco, da questo punto di vista, anche se sono state
introdotte maggiori tutele nei confronti dei lavoratori. Vediamo nel
concreto. Lo scopo principale della Riforma è quello di rendere la Croce
Rossa non più un ente pubblico, quindi una costola dello Stato - cosa
che non si verifica in nessun altro Paese al mondo, perché contraria ad 1
dei 7 Princìpi fondamentali su cui si regge l’Organizzazione, ossia
l’Indipendenza - bensì un Associazione privata di interesse pubblico.
Stiamo insomma assistendo ad una privatizzazione dell’Ente.
Quest’ultimo, tuttavia, ha accumulato negli anni, una cifra esorbitante
di debiti da liquidare, pari a circa 112 milioni di euro. Il decreto
pianifica quindi le modalità con cui questo disavanzo verrà gestito. Il
modello a cui il Consiglio di Ministri si è ispirato è simile a quello
utilizzato per salvare, pochi anni fa, la compagnia di volo nazionale
Alitalia. Le fasi di azione sono 3: 1)Ottobre 2012/ Dicembre 2013: si
provvederà a porre fine al Commissariamento Cri ad opera dell’Avv.
Francesco Rocca. Correndo ad elezioni, si stabilirà un ordinamento
democratico, deciso cioè dai volontari stessi, che sono stati messi al
centro della riforma. 2)Gennaio 2014/ Dicembre 2015: l’Ente verrà scisso
in due, una good e una bad company. La prima, di natura privata,
acquisterebbe lo status di Associazione di promozione sociale e si
approprierebbe dell'ingente patrimonio della Cri, stimato in circa 350
milioni di euro, prendendo in dote anche le convenzioni con i 118
d'Italia. Insomma, un giro da 183 milioni di euro, che CGIL e sindacati
di base danno per 800 milioni di euro. La seconda invece, conservando
lo status di ente pubblico, si terrebbe i debiti da sanare e
provvederebbe a ricollocare il personale in eccedenza: i famosi 4000
dipendenti. Alcuni di questi rimarranno in servizio se assunti con
contratti a tempo indeterminato: potranno scegliere di giocare la carta
della mobilità presso altre pubbliche amministrazioni, ma si tratterà di
un 20-30% della fetta. Rimarranno in servizio presso l’Associazione
coloro che hanno un contratto a termine (circa 1430) e possono essere
pagati con le Convenzioni. Al resto probabilmente verrà proposta una
risoluzione del contratto. 3)Gennaio 2016/ 2017: Si procederà con la
soppressione e la liquidazione dell’Ente pubblico, trasferendo
all’Associazione privata tutte le funzioni esercitate attualmente dalla
Cri. La bozza, inoltre, prevede una conferma delle voci che da anni
circolavano in ambiente Cri: la nascita della Componente Unica. Infatti,
la Croce Rossa Italiana, a differenza di moltissime altre Società
Nazionali afferenti al Movimento Umanitario di Croce Rossa e Mezzaluna
Rossa, prevede l’appartenenza dei singoli volontari ad un corpo
specifico, che gestisce compiti precisi. Le componenti sono sei: Corpo
militare ed Infermiere Volontarie, ausiliari delle Forze Armate, il
Comitato Femminile, che si occupa di sostegno ai bisognosi e raccolte
fondi, i Donatori di Sangue, che sopperiscono al bisogno di emoderivati,
i Volontari del Soccorso, che si preoccupano prevalentemente di
Trasporto infermi e servizio ambulanza e i Pionieri, la parte giovane,
che ha come missione principale quella di sensibilizzare le fasce
giovani su tematiche relative alla salute e alla convivenza civile. Il
decreto amalgamerebbe tutto questo insieme di persone, più di 150mila
volontari sparsi in tutta Italia, in un unico contenitore, riservando un
posto di preminenza al settore giovanile. A giudicare dai comunicati
stampa presenti sul sito www.cri.it, le componenti volontaristiche hanno
reagito con entusiasmo all’idea di questo radicale riordino, seppure
con i dovuti dubbi rispetto ad una futura gestione: in Italia sono
presenti soltanto 500 Comitati Locali – di cui 5 presenti in territorio
salernitano - i quali, divenendo privati, sopravvivranno soltanto se
riusciranno a procacciarsi e garantire dei servizi di qualità e a costi
contenuti. Ricordiamo che il mondo della Pubblica Assistenza privata è
agguerrito: la concorrenza è tanta. La gioia però di poter decidere del
proprio futuro, di poter avere voce in capitolo, dopo tanti anni di
gestione e decisioni imposte dall’alto, per il momento, sembra mettere a
tacere le perplessità. Meno contenti sono i rappresentanti del Corpo
Militare e delle Infermiere Volontarie, che non solo vedono messo a
repentaglio il posto di lavoro, ma vengono anche lesi nell’orgoglio di
rappresentare una parte della Croce Rossa che vanta origini storiche di
tutto prestigio e che tanto ha avuto peso nella storia mondiale. Infatti
questi corpi storici sono destinati ad essere sciolti. Ma qual è la
situazione della provincia Salernitana? Il territorio vanta ben 5
Comitati Locali, quello di Salerno, Agropoli e Cilento, Costa
Amalfitana, Sapri e Serre. La Croce Rossa a Salerno è una realtà
fruttuosa: in atto ci sono diverse convenzioni di 118, non ultimo il
servizio di ambulanza posto tutti i fine settimana nella centralissima
via Roma. Le zone della Costiera vantano addirittura la presenza di
corpi speciali che si occupano dei soccorsi in mare. Nessuno sa ancora
che piega prenderà la situazione e quale sarà la sorte dei dipendenti,
che al momento preferiscono non rispondere a nessuna domanda.
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