STORIA DI ORDINARIA INGIUSTIZIA

La storia assurda del Maresciallo Lo Zito è in continua evoluzione e si cerca di aggiornarla continuamente.. i Provvedimenti dciplinari aumentano così come i Trasferimenti.. Il Blog contiene numerosissimi articoli e documenti scaricabili a prova dei fatti che vengono denunciati.. basta sfogliare le numerose pagine per rendersi cono...
BUONA LETTURA

mercoledì 2 ottobre 2013

L’ENTITÀ OCCULTA E GLI SPRECHI AI TEMPI DI R.




 Da questa Amministrazione ci si poteva aspettare di tutto, ma venire a conoscenza che in questi cinque anni qualcuno abbia potuto gestire la C.R.I. “senza nemmeno avere a disposizione le carte necessarie” è davvero singolare.
Questa dichiarazione, come sicuramente affermerebbe il sig. R., potrebbe essere il frutto di una nostra sterile polemica; ma non è così. È il 12 settembre 2013, quando dalle colonne del giornale online “La Notizia” (Giornale.it) esce un articolo a firma del giornalista Andrea Koveos intitolato “Croce Rossa ridotta in barella. L’emorragia degli sprechi”. Leggendo attentamente questo articolo, ci si rende conto di una affermazione (ad oggi mai smentita dall’interessato), che lascerebbe supporre che l’allora commissario, ed oggi presidente C.R.I., abbia gestito una emergenza finanziaria senza conoscere le carte! Che ci si sia affidati ad una chiromante? Oppure si è utilizzata una sfera di cristallo? Strano, però, che in tutto questo tempo (soprattutto dopo le vergognose Relazioni della Corte dei Conti), ci si è sperticati ad osannare il lavoro fatto proprio sui bilanci, che di carte si nutrono.
Ora la domanda è d’obbligo: se il signor R. non ha mai avuto a disposizione i documenti necessari per gestire l’Ente, chi lo ha fatto al suo posto? E con quali carte?
Nell’articolo de “La Notizia” ci sono altre stranezze o, per meglio dire, si rincorrono vecchi adagi che sono alla base dell’approvazione del Decreto 178/12; l’elevato costo del Personale.
Questa menzogna viene riproposta a intervalli regolari (o ad orologeria per dirla alla B.) e sempre in momenti particolari, come a voler ricordare a qualcuno che tutto quello che è accaduto in questi anni alla C.R.I. è responsabilità dei Lavoratori.
Il giornalista (imbeccato ad arte?) ripropone degli aspetti già trattati dal Magistrato della Corte dei Conti che si è occupato (per nostra disgrazia) di relazionare sulla gestione degli ultimi 5 anni.
Basta andarsi a rileggere quanto abbiamo scritto nel comunicato “Per chi parteggia la Corte dei Conti”, per persuadersi di cosa siano stati capaci pur di arrivare a privatizzare la C.R.I.
Il linguaggio usato è lo stesso di chi, in questi anni, ci ha propinato la necessità di privatizzare la C.R.I. con argomentazioni mendaci e opportunistiche utilizzando, strumentalmente, le risultanze di due Relazioni della Corte dei Conti sulla cui genuinità, nutriamo forti sospetti.
Ma la verità è un’altra, ed è arrivato il momento di affermarla senza aver paura di essere smentiti.
Tutta questa messinscena, durata cinque lunghissimi anni, aveva una finalità ben precisa; costituire il tanto vituperato modello S.I.S.E. su scala nazionale.
Le assunzioni selvagge di Soci elettori (attraverso l’utilizzo di Società Interinali e/o di Servizi) iniziate appena dopo l’approvazione del Decreto 178/12, dimostra la volontà, non di essere svincolati da lacci e lacciuoli imposti da una Pubblica Amministrazione, ma di avere le mani libere su assunzioni di amici degli amici senza controllo alcuno (e con il via libera dato dall’Ordinanza Presidenziale n.0260-13 del 19/07/2013). 
Le prove generali sono in corso da tempo; molti dei Soci elettori hanno già messo più di un piede dentro l’ancora Ente Pubblico pensando di trovarsi già all’indomani della notte di S. Silvestro del 2013. 
Tutto ciò sta avvenendo con il colpevole silenzio/assenso del Direttore Generale, dei Capi Dipartimento, dei Dirigenti e dei Funzionari, conniventi e assoggettati al presidente nazionale e ai presidenti insistenti su tutto il territorio nazionale. 
La creazione di nuovi posti di lavoro, per un’Organizzazione Sindacale come la nostra, dovrebbe essere un segnale positivo soprattutto se vissuta in un contesto critico come quello che sta vivendo il nostro Paese; ma, con tutta la buona volontà, non riusciamo ad esultare per questi risultati. La spiegazione è presto data; non ci piace perché questa manovra è fatta sulle spalle di Lavoratori pubblici che hanno decine e decine di anni di servizio in C.R.I. e che per colpa di questa canagliata, rischiano di perdere il posto di lavoro. Ma cosa ancor più paradossale è che, fino ad oggi, noi Dipendenti siamo stati additati come coloro che lavoravano in uno “stipendificio” o che eravamo figli di nonni, zii, padri, e parenti vari, già impiegati in C.R.I.; ora questi nuovi assunti, che paternità hanno?? Chi vi scrive è figlio (orgoglioso e grato) di un Dipendente C.R.I., deceduto per causa di servizio all’età di 51 anni. Così come me, decine e decine di Lavoratori che si differenziano dalle recenti assunzioni selvagge da un particolare, che per alcuni potrebbe risultare insignificante; l’aver partecipato ad un concorso pubblico e averlo superato! Queste assunzioni, invece, da cosa sono giustificate? A carico di chi sono queste nuove assunzioni? Prima di reclutare tutto questo personale, si è provveduto a verificare se si potesse utilizzare personale già in servizio (sia a tempo indeterminato, determinato e appartenente al Corpo Militare)? A tutte queste domande l’U.S.B. sta cercando di dare delle risposte attraverso una serie di documenti richiesti ai sensi della Legge 241/90 ma, a meno di 15 gg. dalla scadenza dei termini di Legge, dalla C.R.I. silenzio assoluto. A questo punto è lecito chiedersi a chi fosse rivolto il titolo dell’articolo del giornalista Koveos: sono i Dipendenti (già retribuiti con il finanziamento proveniente dello Stato) o sono queste assunzioni selvagge a determinare “L’emorragia degli sprechi”? Ma i veri sprechi non sono quelli faziosamente descritti dal giornalista de “La Notizia”; molti soldi pubblici sono stati gettati alle ortiche con una condotta suicida e masochista, votata al perseguimento di vendette personali e inutili meschinità. È il caso del “nostro” Capitano del Corpo Militare C.R.I., Mario Martinez. Del collega (perché una Sentenza ha ribadito definitivamente che di questo si tratta), ci siamo già occupati in altri comunicati, sempre per motivi connessi alla sua surreale querelle con questa Amministrazione C.R.I. Senza dilungarci troppo sulle estenuanti traversie vissute dal Martinez per i Tribunali di mezza Italia, possiamo affermare, con estrema certezza, che egli incarni, suo malgrado, il più vistoso sperpero di denaro pubblico perpetrato dalla C.R.I. in questi ultimi anni. Sostanzialmente, il Cap. Martinez ha avanzato giuste pretese in ordine ad un richiamo in servizio mai arrivato, ma di cui il Tribunale ha sancito la legittimità della richiesta. In un Paese normale e in una Amministrazione guidata da persone di buon senso e scrupolose, la prima cosa da fare sarebbe stata dare seguito a quanto ordinato dai Tribunali (Consiglio di Stato incluso).
Invece in C.R.I. cosa succede? Che ostinatamente e senza alcun appiglio giuridico, ci si oppone fino allo sfinimento arrivando anche allo spergiuro (come ha evidenziato il Consiglio di Stato nella Sentenza n. 2141 del 20/03/2012).
Tutte queste ostilità a cosa hanno portato? A buttare soldi pubblici in inutili, quanto dannosi, contenziosi.
Ma non ci si è limitati a questo. Il Capitano, a seguito di queste Sentenze, ha visto soddisfatte anche le sue pretese economiche ottenendo dalla C.R.I. le retribuzioni per anni di mancati richiami, pur rimanendo tranquillamente seduto nella poltrona della sua casa.
Ma anche qui, l’ineffabile Amministrazione della C.R.I., cosa combina? Che sbaglia i conti (non gliene va proprio bene una!) ed è costretta a subire un’altra umiliazione vedendosi imposto un Commissario ad acta (la Dott.ssa Raffaela Moscarella) con Deliberazione n. 1 del 09/08/2013 emanata dal C.d.S.
Tanto per rendere l’idea, un Commissario ad acta costa bei quattrini (oltre alle spese processuali) e sono sempre e solo soldi dei contribuenti (cioè nostri).
Il paradosso è che la C.R.I. non ottempera alle Sentenze passate in giudicato, e i ricorrenti, per ottenere giustizia sono costretti a farsi nominare un Commissario ad acta.
Ma come, la nostra “Direttora” viene nominata per fare il Commissario ad acta all’Ospedale di Tagliacozzo (non ci interessa se abbia accettato o meno) e noi ne facciamo venire uno dall’esterno?? Non sarebbe stato meglio ottemperare alle Sentenze senza buttare soldi dei contribuenti?
Viene quasi da pensare ad una persecuzione orchestrata ai danni del Martinez; perché tanto accanimento per una persona che nemmeno si conosce? Quali sono i motivi che spingono il signor R. a non richiamare il Capitano Martinez? Che sia una sorta di “razzismo” regionale ai danni del Militare palermitano (avrebbe avuto più fortuna se fosse stato laziale o abruzzese)? Oppure il Martinez è a conoscenza di qualcosa di importante, tanto da costringere la C.R.I. a tenerlo lontano dalle sue sedi?
Di certo un’ulteriore brutta storia che rivela che gli sprechi son ben altri e non quelli che la stampa, le Istituzioni e la stessa C.R.I. vogliono farci credere. Le stesse cause degli incentivi e delle stabilizzazioni, se trattate con oculatezza, avrebbero fatto risparmiare alle casse dello Stato una valanga di denaro.
Chi pagherà per tutto questo? Chi è il colpevole di questo scempio?
Noi un sospetto c’è l’abbiamo; vuoi vedere che è lo stesso manovratore che non ha messo a disposizione le carte per il signor R.?
Ai posteri l’ardua Sentenza……..

                                                  




    

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