STORIA DI ORDINARIA INGIUSTIZIA

La storia assurda del Maresciallo Lo Zito è in continua evoluzione e si cerca di aggiornarla continuamente.. i Provvedimenti dciplinari aumentano così come i Trasferimenti.. Il Blog contiene numerosissimi articoli e documenti scaricabili a prova dei fatti che vengono denunciati.. basta sfogliare le numerose pagine per rendersi cono...
BUONA LETTURA

lunedì 14 dicembre 2009

Assunzioni facili e conti fuori controllo il crac Croce Rossa

Repubblica — 10 dicembre 2009, pagina 24 sezione: CRONACA

ROMA - C´è subbuglio, in questi giorni, nella gloriosa caserma Pierantoni, quartier generale del corpo militare della Croce rossa intitolata a un tenente medico trucidato alle Fosse ardeatine. Otto ufficiali superiori sono stati chiamati a restituire i gradi, ottenuti in seguito a promozioni giudicate illegittime da un ispettore ministeriale, e cento dipendenti hanno fatto ricorso al giudice del lavoro dopo l´annullamento di generosi benefici economici: dall´indennità "di marcia" a quella "meccanografica" concessa sebbene i centri meccanografici non siano mai stati individuati. Anzi, non esistono proprio.

I 54 rilievi (cinquantaquattro!) messi su carta dal dirigente del servizio ispettivo del ministero dell´Economia Fabrizio Valenza hanno tracciato i contorni di una comune sprecopoli, graffiando l´immagine di un corpo impegnato in delicate missioni umanitarie e dando una nuova scossa alla nobile ma tormentata attività dell´ente di cui fa parte. La Croce rossa è alle prese con gli attualissimi mali della pubblica amministrazione italiana: conti incerti, organici sovraffollati, gestioni instabili, influenza della politica.

La Cr
i è l´unica organizzazione del suo genere, almeno in Europa, che dipende politicamente ed economicamente dal governo, il quale versa nelle casse dell´organizzazione oltre 160 milioni di euro l´anno (l´80 per cento se ne va in spese per il personale) e ha facoltà di nominare un commissario straordinario quando ci sono i bilanci in disordine. L´ultimo, Francesco Rocca, avrebbe dovuto concludere il suo mandato di risanatore a novembre: non ce l´ha fatta e si è visto prorogare per un altro anno l´incarico dal consiglio dei ministri. Con un contratto da 263.955 euro, più 126.525 euro per missioni e spese legate alla funzione. E con un provvedimento che ha rialimentato i dubbi su quei requisiti di ‘"indipendenza e neutralità" della Croce rossa italiana richiamati più volte dal movimento internazionale di Ginevra. La storia recente dice che la Croce rossa è stata commissariata quattro volte dal ‘95 a oggi e ha vissuto 18 degli ultimi 25 anni in gestione straordinaria: «I governi di qualsiasi colore considerano quest´ente una loro proprietà, un paraministero», sbottò l´anno scorso il presidente Massimo Barra dopo aver saputo via fax di essere stato licenziato.

L´attuale responsabile della Cri, Rocca, ha esperienza nel settore socio-sanitario e, naturalmente, buoni rapporti con il centr
odestra: Alemanno nel 2008 lo nominò dirigente al Comune di Roma, di Gianni Letta è amico personale. E la famiglia del sottosegretario nella Croce rossa conta, eccome. Maria Teresa Letta, sorella di Gianni, è alla guida del comitato abruzzese, sotto i riflettori per la meritoria opera prestata alle popolazioni colpite dal terremoto. Ma anche per le denunce di Vincenzo Lo Zito, un maresciallo trasferito per incompatibilità ambientale dopo aver segnalato "gravi irregolarità amministrative" nella gestione della Cri in Abruzzo. Lo Zito ha portato in procura le carte che dimostrerebbero come la Letta abbia firmato mandati di pagamento della sede di Avezzano, finendo per assumere insieme il ruolo di controllore e controllata. Anomalie contestate formalmente alla Letta dall´ex direttore del comitato abruzzese, Maria Rita Salvetti. In una lettera del luglio 2008, la Salvetti aveva espresso dubbi pure sulle «procedure di acquisizione di beni e materiali per le esigenze del comitato». È stata trasferita in Friuli. «Per sua richiesta» si affretta a precisare Rocca: «Qui si gioca su un cognome importante per piccoli interessi privati - afferma il commissario della Croce rossa - È vero che alla professoressa Letta non spettava firmare quegli atti, ma l´ha fatto a favore di destinatari certi, in un periodo in cui era assente il direttore».

Duro
compito, quello di Rocca. Si vanta di aver messo ordine nei conti che l´anno scorso, quando venne silurato Barra, presentavano un deficit di cassa di 19 milioni. E di aver avviato la gara per la tesoreria unica, con l´obiettivo di superare la giungla delle gestioni finanziarie autonome dei comitati locali. Gestioni a dir poco allegre: basti pensare al clamoroso crac della Sise, la società controllata dalla Cri che gestisce il 118 in Sicilia e di cui è stata annunciata la liquidazione. La causa principale? L´impossibilità di pagare 37 milioni di euro di straordinari al pur non esiguo numero di autisti-soccorritori: esattamente 3.300, 12 per ogni ambulanza, in servizio nelle postazioni più sperdute. Come Antillo, paese di 1300 anime arroccato sui Nebrodi dove al 118 arrivano in media due chiamate al mese. E Rocca, dopo aver rimosso il presidente del comitato siciliano Guglielmo Stagno d´Alcontres, si appresta a denunciare quelli che chiama casi di mala gaestio: ivi incluso il canone d´affitto da 4 mila euro al mese pagato dalla società della Croce Rossa alla stessa famiglia d´Alcontres, proprietaria - guarda caso - della sede messinese di Villa Luce. O l´affidamento all´esterno della gestione delle buste paga, con un incarico da 570 mila euro l´anno. O, ancora, i premi di risultato da 64 mila euro per i dirigenti di un´azienda chiamata in causa dal ministro Sacconi per i recenti casi di malasanità nell´isola.

È un ente costretto a muoversi al confine fra solidarietà e spreco, fra volontariato entusiasta e lavoro assistito. La grana più grossa rimane quella della riorganizzazione del corpo militare, una delle sei componenti della Croce rossa (le altre sono i volontari del soccorso, i donatori di sangue, i giovani pionieri, le pie donne e le crocerossine) che, a leggere il j´accuse dell´ispettore del ministero, si è trasformata in un carrozzone. Ben 670 degli 877 militari in servizio continuativo nel corpo sono stati di fatto stabilizzati «senza che alcuna norma lo prevedesse». E due terzi del personale, a fine 2007, risultavano impiegati in servizi civili, per lo svolgimento di attività in convenzione con enti pubblici e organismi privati: trasporto di malati, lavoro nei centri di accoglienza. Per le emergenze come alluvioni e terremoti, insomma per la funzione istituzionale del corpo, la Croce rossa ha fatto soprattutto ricorso ai precari, che oggi sono 375, tutti arruolati senza concorso. Il personale militare a tempo determinato, dal 2001 al 2007, è cresciuto del 77 per cento. Quello civile in sette anni è addirittura triplicato: da 638 a 1833 unità.

Dopo le accuse del ministero, la Croce rossa ha avviato a marzo una verifica delle "esigenze eccezionali" che giustificano i richiami del personale militare a tempo determinato. La risposta? Non è stata una sorpresa: «I comitati coinvolti hanno confermato la necessità di continuare ad avvalersi del personale anche per il 2009», scrive in una relazione il direttore generale Patrizia Ravaioli.
È rimas
ta sul tappeto la questione di un corpo senza pianta organica e poco professionalizzato, con appena il 23 per cento di ufficiali e sottufficiali laureati. E ciò accade anche perché, in base a un regio decreto del ‘36, per le promozioni sono sufficienti i "titoli equipollenti alla laurea" come le pubblicazioni. Pazienza se queste, in alcuni casi, siano consistite semplicemente nel diario di missione all´estero o in una settantina di slide sulla storia delle telecomunicazioni. «Abbiamo bloccato assunzioni e promozioni - replica Rocca - e abbiamo cancellato alcuni benefici economici. Ma occorre una legge per definire gli organici. Di certo, ci sono militari in servizio temporaneo che lavorano per noi da 12 anni: non possiamo mandarli a casa».

Intanto, negli uffici del servizio ispettivo del ministero allargano le braccia e fanno sapere di non avere ricevuto dalla Cri «atti formali di riscontro ai rilievi posti». Per loro, in un anno, poco è cambiato. Ma l´ultimo co
mmissario gratificato dalla fiducia del governo fa professione di fede: »La Croce rossa è un malato sì, ma in via di guarigione».

Emanuele Lauria

Nessun commento:

Posta un commento