STORIA DI ORDINARIA INGIUSTIZIA

La storia assurda del Maresciallo Lo Zito è in continua evoluzione e si cerca di aggiornarla continuamente.. i Provvedimenti dciplinari aumentano così come i Trasferimenti.. Il Blog contiene numerosissimi articoli e documenti scaricabili a prova dei fatti che vengono denunciati.. basta sfogliare le numerose pagine per rendersi cono...
BUONA LETTURA

giovedì 7 marzo 2013

Croce Rossa piena di spine: una privatizzazione all’italiana...



La parola ai dipendenti



 L’ipoteca sul futuro è il peso dell’oggi. Che fine farà la Croce Rossa italiana? Se lo chiedono i 4300 dipendenti ‘appesi’ agli effetti incrociati di due leggi: quella sul pubblico impiego (Brunetta) e il decreto sul riordino della Cri, predisposto dal governo uscente all’interno del grande dossier sulla spending review. Preoccupazione che Intelligonews raccoglie, in attesa che il nuovo esecutivo affronti e risolva i nodi ancora aperti.
 
LA RIFORMA . Stiamo parlando di una trasformazione radicale nel solco di una pur necessaria razionalizzazione delle risorse in tempi di vacche magre, ma che finora, lascia prospettive incerte su chi nella Cri ci lavora da una vita e soprattutto, ridisegna su parametri molto rigidi e secondo una logica privatistica la funzione sociale dell’ente. Che tradotto vuol dire: servizi sanitari sul territorio, assistenza, ambulanze, volontariato. Un numero su tutti: ogni anno la Cri garantisce qualcosa come un milione di servizi di ambulanza (118) su tutto il territorio. Centocinquantamila i volontari. Ma Croce Rossa significa anche tutta la rete di compiti che insieme ad altre sigle tiene in piedi la Protezione civile, alla quale si aggiungono attività umanitarie nei centri di accoglienza per gli immigrati (Cie) e le missioni di supporto alle popolazioni civili nei teatri di guerra internazionali.

La legge fissa la nascita dell’associazione della Croce Rossa italiana che da ente pubblico diventa un soggetto di diritto privato. Data: 1 gennaio 2014. La nuova Cri (sarà affiancata dall’attuale che assume la denominazione di “ente strumentale alla Croce Rossa italiana” mantenendo la personalità giuridica di diritto pubblico come ente non economico) dovrà ricalibrare e riorganizzare tutti i compiti “sia in tempo di pace che di guerra”. La transizione si concluderà il 1 gennaio 2015, ma gli effetti si rifletteranno su dipendenti e servizi. La razionalizzazione delle risorse passa infatti da una riduzione del personale in esubero – alcuni dipendenti parlano di un dimezzamento degli attuali 4mila tra civili e militari – ma l’aspetto più preoccupante per chi ci lavora riguarda la revisione dei servizi sanitari sul territorio che porterà – dicono – a una logica gestionale che rischia di incidere sul livello qualitativo delle prestazioni e dei servizi di assistenza sanitaria finora garantiti ai cittadini. In sostanza: condividono l’impianto della riforma ma temono uno snaturamento della funzione sociale che sta nel dna della Cri.

FUTURO INCERTO. L’altro aspetto che preoccupa, e non poco, i dipendenti riguarda l’incertezza sulla ricollocazione di quanti non rientreranno nell’organigramma della nuova Cri. A questo si aggiungono le novità introdotte dalla legge Brunetta sulla mobilità del personale da un ente pubblico all’altro, ritenute “penalizzanti”.

“Nel decreto – spiegano i dipendenti a Intelligonews– non è indicata alcuna norma di salvaguardia che invece viene prevista per altri enti riformati”. E aggiungono: “Mentre viene indicata la destinazione della ricollocazione del personale in esubero ad esempio per Unire, Isae o altri enti parastatali assorbiti nell’orbita Inps, per noi non c’è indicazione”. In altre parole, se nei prossimi due anni non sarà sciolto il nodo, il rischio è che chi finirà tra gli esuberi non avrà alcuna alternativa occupazionale.

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