Abbiamo deciso di portarvi a conoscenza
di una vicenda spinosa che ha avuto come protagonista il Maresciallo Capo Vincenzo Lo Zito, un appartenente al corpo
militare della Croce Rossa Italiana da vent’anni che, già dal 1998, era risultato
affetto da patologie a causa di servizio.
Nel 2013, pur non essendo sopraggiunte
altre patologie, lo Zito è stato sottoposto ad una ulteriore visita da parte
del collegio medico militare per valutare le sue condizioni di salute e,
inaspettatamente, nell’aprile 2013 è stato giudicato “non idoneo permanentemente”
all'esercizio della propria attività e, di conseguenza, congedato. Tale provvedimento
è stato impugnato dinanzi al Tar Lazio che recentemente si è pronunciato a
favore del Maresciallo disponendo la sospensione del provvedimento ed ordinando
all’amministrazione la riammissione in servizio.
A tal proposito intervistiamo l’Avv.to
Anna Rita Trombetta, che ha seguito la vicenda dinanzi al Tribunale Amministrativo
del Lazio.
Che tipo di provvedimenti sono stati attuati nei confronti del
Maresciallo?
Il Maresciallo è stato oggetto di
un provvedimento della Croce Rossa che, riferendosi alla valutazione effettuata
dal Collegio medico alcuni mesi prima, lo riteneva non idoneo al servizio e,
pertanto, lo congedava con ordinanza presidenziale. Il provvedimento di congedo
e gli atti connessi venivano, successivamente, impugnati dinanzi al Tar, perché
viziati sotto diversi profili. In particolare, si tiene a precisare che lo
stato di salute del Maresciallo è stabile da anni e soprattutto, non è così
grave da poter essere alla base di un provvedimento del genere. Ancora più
assurdo se
si pensa che il Maresciallo Lo
Zito, oltre ad essere cintura nera di Judo, ha conseguito recentemente la
cintura nera di Ju Jutsu della F.I.J.L.K.A.M. presso la Scuola per il Controllo del Territorio della
Polizia di Stato di Pescara e, nel tempo libero insegna le arti marziali in una
palestra. Di certo attività non possibili per un soggetto inidoneo al lavoro!
Quali sono stati gli aspetti trattati dinanzi al Tar Lazio e i motivi
della decisione?
E’ chiaro che in questo giudizio l’aspetto
più importante è rappresentato dalla diversità tra la relazione del Collegio medico
che ha portato al congedo e le reali condizioni di salute del Maresciallo. Il
Tar nel settembre 2013 si è pronunciato con una prima ordinanza, nella quale ha
disposto una verificazione (che sostanzialmente è una consulenza
tecnica medica) per valutare l’effettivo
stato di salute del Maresciallo. Successivamente la Asl competente, dopo aver proceduto
ai vari accertamenti, ha confermato che “le attuali condizioni di salute del
Maresciallo sono compatibili con attività lavorative sedentarie e configurano
una permanente idoneità ai soli servizi territoriali”. Recentemente, con l’ausilio
della suesposta consulenza, il Tribunale Amministrativo si è pronunciato con
ordinanza cautelare stabilendo la riammissione in servizio del Maresciallo.
Quali sono i provvedimenti propedeutici all' esecuzione dell’ordinanza?
Ad oggi, l’ordinanza è stata notificata
alla competente amministrazione, affinché venga data ad essa esecuzione. Naturalmente,
se entro un ragionevole periodo, l’Amministrazione non ottemperasse bisognerà
promuovere un ricorso in ottemperanza, sempre dinanzi al Tar per il Lazio. Non
si può ignorare, peraltro, che il Maresciallo non percepisce
alcuno stipendio dal mese di
aprile 2013 ed è privo di qualunque altro sostegno economico. Auspichiamo, quindi,
che la Croce Rossa ottemperi a quanto ordinato dal Tribunale Amministrativo e
che questo spiacevole malinteso possa concludersi quanto prima con la
riammissione in servizio del Maresciallo Lo Zito.
Grazie per la sua importante testimonianza. Noi dalla redazione di
Carabinieri d’Italia auguriamo un in bocca al lupo a lei ed al suo assistito.
Grazie a voi.
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