Intervista realizzata da
Massimiliano Gesmini
Coordinatore Nazionale U.S.B. Pubblico Impiego C.R.I. sul Giornale
CNTN di Palermo con il giornalista
Livio Terranova
Giornalista
Cosa ne pensa della ventilata privatizzazione della Croce rossa?
Gesmini
Tutto
il male possibile! E poi chiariamoci una volta per tutte, bisogna chiamare le
cose con il proprio nome; qui non si tratta di privatizzare l’Associazione
della C.R.I. (che con l’applicazione del D.Lgs. 178/12 dovrebbe tornare
al suo assetto originario), ma di sopprimere un Ente Pubblico non Economico
(caso unico nell’era repubblicana) che rischia di aprire una stagione di
svendita del patrimonio della Pubblica Amministrazione del nostro Paese come,
purtroppo, sta già avvenendo in Grecia (vedere cosa è accaduto recentemente
alla TV pubblica). Di quello che accadrà all’Ente Pubblico C.R.I., ai suoi
Lavoratori e agli strascichi che ne deriveranno, se ne assumeranno la piena
responsabilità le Istituzioni, la politica, questo Parlamento, questa
Amministrazione C.R.I. e tutto coloro che, con la loro inerzia, hanno di fatto
condiviso questo progetto (ahimè, comprese alcune parti sociali).
Giornalista
Perché si tende alla privatizzazione?
Gesmini
L’obiettivo
è chiaro ed evidente; con la soppressione dell’Ente Pubblico e la “privatizzazione” dell’Associazione si
raggiungono molteplici obiettivi:
1
– licenziamento di 4000 Dipendenti della Pubblica Amministrazione (di cui più
della metà precari);
2
– svendita dei beni immobiliari della C.R.I. (quasi sempre donati con vincoli
di utilizzo);
3
– ingresso in C.R.I. di affaristi e lobbisti che, con la scomparsa dell’Ente
Pubblico e dei vincoli di controllo a cui esso era soggetto, troveranno terreno
fertile per facili guadagni a spese dei Lavoratori e, soprattutto, degli utenti
che non avranno più a disposizione quei servizi altamente professionalizzati in
quanto si punterà più ai ricavi che alla qualità delle prestazioni erogate.
Questa nuova “oligarchia della solidarietà”, sarà sicuramente sponsorizzata e
gestita dai quei partiti che hanno progettato e portato a termine il processo
di soppressione dell’Ente Pubblico C.R.I., e cioè dal PDL e soprattutto dal PD;
4
– a dispetto di quanto avveniva nell’Ente Pubblico C.R.I. (per divenire
Dipendenti bisognava superare un concorso pubblico) ora la “nuova” Associazione
diverrà un “Centro per l’impiego a cielo aperto” dove ci saranno assunzioni
clientelari e senza nessun controllo con l’applicazione di contratti tra i più
disparati.
Giornalista
E quali sono gli eventuali vantaggi e svantaggi?
Gesmini
Vantaggi? Certamente non per i Lavoratori! Come detto poc’anzi, molti predatori si avventeranno sul prelibato boccone preparato da questa Amministrazione e dalla politica. Dopo aver abusato dei propositi espressi dalla C.R.I. ginevrina (la quale aveva solo auspicato una C.R.I. libera dai poteri politici senza mai pronunciarsi sulla sua natura giuridica), sarebbe opportuno conoscere il giudizio del Comitato Internazionale, sul nuovo percorso che la C.R.I. sta per intraprendere. Difatti si creeranno piccoli feudi, dove la politica piazzerà il proprio vassallo pronto a far cassa con uno sponsor d’eccezione (la C.R.I. appunto) che certamente attirerà finanziatori portando risorse fresche che, senza nessun controllo da parte di organismi pubblici preposti, verranno utilizzate senza poter conoscere se la loro destinazione finale coincida con le intenzioni di coloro che le hanno donate. Ad onor del vero anche nella C.R.I. pubblica le cose non andavano per il verso giusto; la
mancata centralizzazione delle risorse derivanti dalle donazioni elargite alle Unità territoriali, ha fatto in modo di non avere mai chiaro il quadro del patrimonio economico della C.R.I. lasciato gestire, troppo spesso, in maniera “allegra”. La mancata istituzione di una Tesoreria Unica (opera rimasta incompiuta perché istituita in via sperimentale solo dal 2011 e che dovrebbe trovare la sua completa attuazione solo nel marzo 2014 a giochi ormai chiusi) non ha permesso (volutamente?) un controllo efficace ed una equa ridistribuzione delle risorse economiche che, quasi sempre, sono state utilizzate in maniera non adeguata, pur di non essere restituite al Comitato Centrale.
Con lo scopo di coprire questo sperpero di denaro pubblico, si è cercato (e trovato) un escamotage addossando la responsabilità del dissesto finanziario della C.R.I. ai Lavoratori che, secondo un teorema creato ad arte da più di un soggetto istituzionale, "hanno costi troppo elevati"!
mancata centralizzazione delle risorse derivanti dalle donazioni elargite alle Unità territoriali, ha fatto in modo di non avere mai chiaro il quadro del patrimonio economico della C.R.I. lasciato gestire, troppo spesso, in maniera “allegra”. La mancata istituzione di una Tesoreria Unica (opera rimasta incompiuta perché istituita in via sperimentale solo dal 2011 e che dovrebbe trovare la sua completa attuazione solo nel marzo 2014 a giochi ormai chiusi) non ha permesso (volutamente?) un controllo efficace ed una equa ridistribuzione delle risorse economiche che, quasi sempre, sono state utilizzate in maniera non adeguata, pur di non essere restituite al Comitato Centrale.
Con lo scopo di coprire questo sperpero di denaro pubblico, si è cercato (e trovato) un escamotage addossando la responsabilità del dissesto finanziario della C.R.I. ai Lavoratori che, secondo un teorema creato ad arte da più di un soggetto istituzionale, "hanno costi troppo elevati"!
Giornalista
Ci saranno minori garanzie per i lavoratori, in materia di salario e salvaguardia dal licenziamento?
Gesmini
Se i Lavoratori
perderanno lo status di Dipendenti pubblici, le garanzie saranno prossime allo zero.
Infatti i
comitati affaristici che siedono nel nostro Parlamento, puntano allo
smantellamento di tutto ciò che è Pubblico (sanità, scuola, previdenza, etc.)
in favore di spregiudicati soggetti privati che mirano a facili guadagni
infischiandosene della qualità dei servizi erogati.
Di questo progetto,
ovviamente, non poteva non farne parte la C.R.I. che è l’anello debole della
catena degli Enti Pubblici in quanto, troppo spesso, additata come un Ente
“ibrido” per la sua commistione con la storica Associazione di volontariato e
per il fatto di non avere mai avuto compiti ben delineati.
Riuscire a
sopprimere un Ente Pubblico come quello della C.R.I. potrebbe creare, un
“effetto domino” per tutti gli altri Enti del comparto che sicuramente
rientrano nei progetti di privatizzazione di questo Esecutivo e di quelli
precedenti.
È ovvio che se
questa pianificazione vedesse la luce, i Lavoratori che si vedranno costretti
(per svariati motivi) a scegliere di rimanere nella “nuova” Associazione
avranno non solo meno garanzie, ma anche salari certamente da fame con il
relativo rischio di essere messi alla porta per applicazioni di contratti
capestro che non prevedranno nessuna tutela di natura sindacale e
occupazionale.
Per questo motivo
la nostra Organizzazione Sindacale (l’Unione Sindacale di Base), si sta battendo
strenuamente affinché questo scellerato progetto fallisca restituendo
tranquillità lavorativa a tutti i Dipendenti pubblici della C.R.I.
Giornalista
La C.R.I. è politicizzata, preda delle lobby?
Gesmini
Se si fa riferimento agli anni in cui è stata commissariata, non possiamo non affermare che la C.R.I. non sia stata preda della politica e delle lobby.
Quando un Governo decide di inviare un Commissario è ovvio che lo stesso è espressione dell’Esecutivo proponente e la C.R.I. non si è potuta mai esimere da questo “gioco”.
Basti pensare alla carriera politica dell’ex Commissario (ed ex Presidente) C.R.I. Mariapia Garavaglia eletta Senatrice nelle fila del PD oppure all’altro ex Commissario Maurizio Scelli eletto Deputato alle politiche del 2008 con il PDL. Anche l’ultimo commissariamento segue lo stesso scenario; basta rileggersi quanto riportato sul web il 17/11/2008 in uno stralcio di un articolo del settimanale online “Panorama.it” per rendersene conto: «……l’Avv. Francesco Rocca ex Capo Dipartimento, andato via dalla Croce Rossa a fine settembre per trasferirsi come dirigente del Dipartimento politiche sociali del comune di Roma, aveva dalla sua parte il sostegno di Alleanza nazionale ma anche del sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta.» Appare quindi evidente la politicizzazione della C.R.I.
In questo caso, però, l’ultima gestione commissariale sta portando alla soppressione dell’Ente Pubblico attraverso un vero e proprio “complotto” ordito ai danni dei soli Lavoratori e con la complicità evidente di Istituzioni e politica, quella stessa politica che, con l’abbraccio mortale tra PD e PDL, sta mettendo in ginocchio il Paese.
Giornalista
Qual è la parte politica preponderante?
Gesmini
Se verifichiamo
gli sponsor dell’ultimo Commissario
governativo (oggi presidente C.R.I.), potremmo pensare al centro-destra; se
invece facciamo riferimento agli ultimi avvenimenti che hanno portato
all’approvazione dell’emendamento inserito nel D.L. (ora diventato Legge) del
31/08/2013, n. 101, pensiamo certamente al centro-sinistra e più precisamente
al PD.
Quel PD, erede
del vecchio PCI, che a dispetto di quanto si potrebbe pensare, invece di
contrastare una gestione che sta falcidiando 4000 “operai” con un
commissario-presidente messo lì dal loro “acerrimo nemico” Berlusconi, cosa
fanno? Appoggiano con convinzione e determinazione il progetto di soppressione
dell’Ente Pubblico C.R.I. senza minimamente preoccuparsi del destino di 4000
famiglie! Ma di questo, ne può star certo, i Lavoratori della C.R.I. e i loro
familiari, al momento opportuno sapranno ricordarsene.
Questo per
ribadire la tesi del “complotto” e per evidenziare la equa spartizione
partitocratica di quel che resta della Croce rossa.
Giornalista
Ci sono state delle operazioni ambigue da parte della Croce rossa ultimamente? Ci faccia qualche esempio….Perché si assume con contratto interinale?
Gesmini
Su operazioni poco chiare ci sarebbe da scrivere un libro (e in verità alcuni ne sono stati scritti)….Mi soffermo volentieri sulla sua domanda in merito al ricorso ai lavoratori interinali.
Nel ricordare a tutti che fino al 31/12/2013 i Comitati Provinciali e Locali della C.R.I. sono ancora da considerare pubblici, ci preme far evidenziare che proprio questi ultimi, soprattutto nella Capitale, stanno facendo ricorso a contratti di somministrazione in maniera massiccia e ancor prima di divenire soggetti privati.
Questo utilizzo spregiudicato, nel passato era in qualche modo limitato da una Ordinanza Commissariale (la 0658-10 del 27/12/2010) dove si conteneva il ricorso all’utilizzo di personale somministrato e solo dopo aver verificato se non si potesse far fronte alle esigenze di personale con unità lavorative interne.
Ora invece, con l’approssimarsi della soppressione dell’Ente Pubblico e degli eventuali controlli a cui poteva essere soggetto, si è verificato un incremento dei contratti di somministrazione certamente favoriti da una Ordinanza Presidenziale (la 0260-13 del 19/07/2013) dove, a differenza della precedente, si da il via libera all’utilizzo di tali contratti, previa verifica degli stessi parametri indicati nella passata Ordinanza.
Guarda caso, però, queste assunzioni riguardano in particolar modo i Soci elettori della C.R.I. (volontari), anche in quegli ambiti (amministrativo-contabili) dove vi era personale di ruolo che stranamente è stato messo a disposizione e trasferito in altri Uffici e Servizi, senza alcun apparente necessità. Il tutto, senza dare seguito a quanto stabilito dalla stessa Ordinanza 0260-13; infatti, ad oggi, non ci risultano iniziative volte al reperimento di personale interno, il che dimostra che l’approvazione del Decreto 178/12 era indirizzata non a rendere la C.R.I. meno “burocratica” a causa dei vincoli imposti da una Pubblica Amministrazione, ma di avere le mani libere su assunzioni di amici degli amici senza alcun controllo.
Le prove generali sono in corso da tempo; molti dei Soci elettori hanno già messo più di un piede dentro l’ancora Ente Pubblico pensando di trovarsi già all’indomani della notte di S. Silvestro del 2013.
Tutto ciò sta avvenendo con il colpevole silenzio/assenso del Direttore Generale, dei Capi Dipartimento, dei Dirigenti e dei Funzionari.
La creazione di nuovi posti di lavoro, per un’Organizzazione Sindacale come la nostra, dovrebbe essere un segnale positivo soprattutto se vissuta in un contesto critico come quello che sta vivendo il nostro Paese; ma, con tutta la buona volontà, non riusciamo ad esultare per questi risultati.
La spiegazione è presto data; non ci piace perché questa manovra è fatta sulle spalle dei Lavoratori pubblici che hanno decine e decine di anni di servizio in C.R.I. e che per colpa di questa carognata, rischiano di perdere il posto di lavoro.
Ma cosa ancor più paradossale è che, fino ad oggi, noi Dipendenti siamo stati additati come coloro che lavoravano in uno “stipendificio” o che eravamo parenti di nonni, zii, padri, e congiunti vari, già impiegati in C.R.I.; ora questi nuovi assunti, che paternità hanno??
La verità è un’altra; mentre tutti i Lavoratori, che sono attualmente alle dipendenze della C.R.I., hanno preso parte ad un concorso pubblico e l’hanno superato, queste “nuove assunzioni” avvengono chiaramente in maniera clientelare.
Quindi viene da chiedersi: come sono giustificate queste nuove assunzioni? A carico di chi sono queste nuove assunzioni? Prima di reclutare tutto questo personale, si è provveduto a verificare se si potesse utilizzare personale già in servizio (sia a tempo indeterminato, determinato o appartenente al Corpo Militare C.R.I.)?
A tutte queste domande l’U.S.B. sta cercando di dare delle risposte attraverso lo studio di una serie di documenti ottenuti attraverso una richiesta di accesso agli atti ai sensi della Legge 241/90. Se, come sospettiamo, individueremo procedure illegittime, procederemo ad inoltrare formale denuncia alla Procura della Repubblica e all’Ispettorato del Lavoro di Roma che, per quanto ci risulta, si starebbe già interessando del caso.
Giornalista
È vero che la C.R.I. si farebbe erogare rimborsi e in che modo?
Gesmini
La C.R.I. riceve svariati
rimborsi per i servizi resi in Convenzione; negli anni, per assolvere a tali
compiti, ha assunto personale con contratto a tempo determinato non avendo a
disposizione personale di ruolo sufficiente a causa del blocco del turn over.
Quando la C.R.I. stipula atti
convenzionali con altri Enti Pubblici, ASL, privati, etc. proprio in virtù di
queste assunzioni chiede alla controparte il rimborso delle spese derivanti
dall’utilizzo di questo personale (stipendi, oneri accessori, straordinari,
buoni pasto, etc.). Fin qui tutto regolare e legittimo; discorso assai diverso
quando si parla del personale a tempo indeterminato (di ruolo) utilizzato nelle
stesse convenzioni.
A dispetto di quello che si
potrebbe immaginare, la C.R.I. include nelle richieste di rimborso anche il
personale di ruolo che è già retribuito con i finanziamenti che provengono
dallo Stato attraverso i Ministeri vigilanti la C.R.I. (Salute, Difesa e
Economia e Finanze).
Questo significa che la C.R.I.
per ogni singolo Dipendente di ruolo utilizzato nelle Convenzioni, riceve due
“finanziamenti”, uno dallo Stato e l’altro dal soggetto con cui si è
convenzionato.
Tutto
regolare, tutto legittimo? A detta di questa Amministrazione C.R.I. sembrerebbe
di sì,
in quanto esisterebbero norme,
Leggi e vari pronunciamenti che giustificherebbero (anzi imporrebbero) tali
procedure.
Noi come U.S.B., abbiamo sempre
contestato e bollato come illegittimi questi rimborsi e conseguentemente
abbiamo chiesto (attraverso varie richieste di accesso agli atti) la produzione
di quei pronunciamenti che la C.R.I. pone alla base delle giustificazioni di
tali rimborsi.
Malgrado siano passati svariati
mesi (anzi anni), non abbiamo mai ricevuto riscontro.
Allora ci siamo dati da fare e
abbiamo cominciato ad indagare; abbiamo esaminato tutti i bilanci consolidati
della C.R.I. approvati (con enfasi) da questa gestione commissariale e abbiamo
effettivamente riscontrato che per il personale a tempo indeterminato (negli
anni che vanno dal 2008 al 2011) utilizzato in convenzione, sarebbero stati
rimborsati una cosa come 64.377.133,21 €.
Ho utilizzato il condizionale,
perché non sappiamo con certezza quanti di questi soldi sono entrati nelle
casse del Comitato Centrale di Via Toscana e quanti sono rimasti nelle
disponibilità dei Comitati territoriali che hanno effettivamente utilizzato il
personale di ruolo nelle Convenzioni.
Questo surplus di costi inserito negli accordi economici convenzionali ha
determinato, in molte occasioni, la perdita delle stesse Convezioni giudicate
troppo onerose per i soggetti con cui C.R.I. avrebbe dovuto stipulare accordi
di collaborazione.
Ma ha avuto anche un altro
effetto, deleterio; quello di far sostenere alla C.R.I., alla Corte dei Conti e
alla Politica, che i costi dei Dipendenti (e quindi anche del loro
corrispondete Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) erano, e sono, troppo
elevati e come tali unica causa della perdita delle Convenzioni e della
diseconomicità delle stesse.
Questa insensata motivazione è
stata assurta dalla Corte dei Conti come il “peccato originale” di tutti i mali
della C.R.I. pubblica che necessitava, assolutamente, di un drastico
ridimensionamento.
La storia poi la conosciamo
tutti; Ente Pubblico soppresso e Associazione “privatizzata”….
Giornalista
Quali sono le responsabilità della Corte dei Conti?
Gesmini
Sono molteplici ed enormi; le
loro Relazioni (quelle del 2011 e del 2012) hanno convinto la Politica sulla
necessità di “privatizzare” l’Associazione e sopprimere l’Ente Pubblico.
Peccato però che, secondo noi, le Relazioni contenessero alcune inesattezze
e gravi affermazioni di principio,
sviste macroscopiche e strane corrispondenze con quanto affermato dalla C.R.I.
Le inesattezze e le gravi
affermazione di principio, fanno riferimento al già evidenziato costo “troppo
elevato” dei Dipendenti Pubblici della C.R.I. rispetto a fantomatici soggetti
privati; la Corte dei Conti dimentica(?) che gli emolumenti dei Dipendenti
della C.R.I., fanno riferimento ai C.C.N.L. degli Enti Pubblici non Economici
al pari di quelli dell’INAL, dell’INPS, del CONI e di altri Enti del Comparto e sono fissati,
appunto, dai contratti che sono Leggi dello Stato. I lavoratori della C.R.I.
non hanno certamente stipendi diversi e non hanno trattamenti di favore
rispetto agli altri colleghi degli altri Enti, ma questo la Corte dei Conti
sembra non rilevarlo. E poi, quali sarebbero queste strutture private che
costerebbero meno? Quelle che pagano in nero? Quelle che sfruttano i Lavoratori
con orari di lavoro al di fuori di ogni regola o quelle che non osservano i
criteri di sicurezza sul lavoro previsti dal T.U. 81/2008?. Come si può allora
affermare che il privato sia meglio del Pubblico? A queste domande i Magistrati
contabili non hanno dato risposte.
Le
sviste si riferiscono al già evidenziato enigma dei rimborsi del personale a
tempo indeterminato utilizzato nelle convenzioni: è mai possibile che i
Magistrati contabili, così solitamente minuziosi nei loro controlli, non si
siano accorti che per ogni singolo
Dipendente utilizzato in regime
di convenzione con altre entità pubbliche, lo Stato (inteso in senso generale)
paga due volte? Eppure sui bilanci consolidati della C.R.I., i rimborsi sono
chiaramente rinvenibili….
Infine, troviamo assai strano che
la Corte dei Conti, nel redigere le Relazioni sul risultato del controllo sulle
gestioni finanziarie della C.R.I., abbia trascritto (facendo praticamente copia
e incolla) le stesse identiche valutazioni riportate in alcuni Rendiconti
Consolidati a firma dell’allora Commissario Rocca.
Queste strane coincidenze sono
state anche notate da alcuni Senatori della
precedente 12ª Commissione permanente (Igiene e Sanità) i quali avevano
espresso le proprie perplessità in sede di predisposizione del testo circa
l’indagine conoscitiva sulla C.R.I.
Ma
l’intervento tempestivo dell’ex Senatore Lionello Cosentino (guarda caso sempre
del gruppo del PD), ha convinto i membri della Commissione a cancellare, dal
testo definitivo, le perplessità evidenziate da alcuni Senatori in merito al
comportamento della Corte dei Conti.
Comunque un compito la Corte lo
ha svolto egregiamente; quello di esaltare la gestione commissariale dell’Avv.
Rocca rendendo ancora più efficace e necessaria la soppressione dell’Ente
Pubblico C.R.I.
Questo comportamento della Corte
dei Conti e la questione dei rimborsi, ci hanno costretto a vederci chiaro;
infatti abbiamo interessato la Procura della Repubblica di Roma (per il tramite
della Guardia di Finanza) affinché chiarisca tutti quegli aspetti che riteniamo
quantomeno sospetti. Attendiamo fiduciosi, affinché si faccia piena luce sugli
avvenimenti che hanno portato alla genesi del Decreto 178/12.
Giornalista
In tutte queste vicende, qual è la funzione che svolge l’Avv. Rocca?
Gesmini
Una funzione fondamentale
(ovviamente in senso negativo). È del tutto evidente il ruolo avuto da questo
signore; è stato mandato dall’ultimo Governo Berlusconi a fare da Commissario
liquidatore dell’Ente Pubblico C.R.I. spacciando il tutto come se si stesse
“privatizzando” senza mettere in discussione i livelli occupazionali
attualmente in essere preso l’Ente.
Questa operazione (costata ai
contribuenti quasi 1,5 milioni di € sotto forma di stipendi dell’allora
Commissario) durata ben 5 anni, è stata pianificata nei minimi particolari.
Dapprima, infatti, l’Avv. Rocca
ha messo piede in C.R.I. come Capo Dipartimento delle Attività Sanitarie e da
questa posizione privilegiata, ha potuto tranquillamente individuare tutti quei
soggetti che avrebbero potuto mettere ostacolo al suo progetto. Appena nominato
Commissario ha “tagliato” tutte quelle teste pensanti che già avevamo intuito
le sue intenzioni, trovando la strada spianata per poter attuare il suo piano.
Poi ha cominciato ad instaurare un clima pesante e di vessazione verso i Dipendenti, alcuni dei quali sono stati fatti oggetto di vere e proprie “persecuzioni” (il Maresciallo Vincenzo Lo Zito, il Capitano Mario Martinez, la collega Anna Montanile e molti altri).
Successivamente ha tentato di
mettere il bavaglio al dissenso e alla libertà di espressione attraverso
l’approvazione di un “Codice etico” che di etico ha solo il nome…
Inoltre ha avuto la scaltrezza di
crearsi un “cordone sanitario” per quel che riguarda la stampa; infatti è stato
scelto un Direttore Generale che di lì a poco sarebbe convolata a nozze con
Antonio Polito (noto editorialista del “Corriere della Sera”) ed ha avuto la
“fortuna” di riceve in mobilità da altro Ente, la moglie del noto giornalista e
conduttore della trasmissione “Ballarò”, Giovanni Floris impiegata presso
l’Ufficio Stampa C.R.I.
Insomma un bel personaggio, uno
di quelli “costruiti” a tavolino dalla Politica per fare il lavoro sporco e
assestare un duro colpo allo stato sociale senza insudiciarsi le mani.
In
tempi passati, ci sono stati degli uomini illustri che lavoravano per costruire
e far crescere il nostro Paese; ora lo
sport più praticato è la caccia a tutto quello che è pubblico e per fare questo
si assoldano uomini e donne senza esitazioni, ligi al dovere e con il pelo
sullo stomaco.
Una volta i fedeli servitori
dello Stato si chiamavano, Dalla Chiesa, Falcone, Borsellino, Calipari, ora
dobbiamo “accontentarci” di questi “nuovi eroi” che aiutano la Politica e i
poteri forti a fare cassa sulle spalle dei Lavoratori e di migliaia di famiglie
già falcidiate da una crisi economica che ci sta strangolando.
Bisogna farsene una ragione, il
posto fisso ormai è anacronistico; è mentre noi poveri “operai” perdiamo anche
questa ultima certezza, c’è chi, dopo aver distrutto uno degli Enti Pubblici
più illustri del nostro Paese (la C.R.I. appunto) e aver tessuto le lodi del
privato, cerca un approdo sicuro e confortevole proprio in uno di quei luoghi
che certamente non possono definirsi privati: Istituto Superiore di Sanità o
Direttore Generale nelle Aziende del S.S.N.
Questa brutta storia dà prova
dello spessore umano ed etico di certi personaggi e il decadimento morale e
sociale del nostro Paese cercato e voluto da una classe Politica votata solo
alla salvaguardia del potere finanziario e affaristico, ma questa è tutta
un’altra storia……
Massimiliano Gesmini
Coordinatore Nazionale U.S.B. Pubblico Impiego C.R.I.
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