Mafia a Roma, la cena segreta di Alemanno
e le cooperative rosse
e le cooperative rosse
La corruzione nella capitale, oltre che “toccare” il sociale e le gare di Ama, passava dai Punti Verdi Qualità all'emergenza abitativa dei residence
Le conseguenze politiche dell’indagine “Mondo di mezzo” portata avanti dal procuratore Pignatone sono inimmaginabili, perché nello scorrere i nomi degli arrestati e degli indagati si scopre, certo, la presenza di quella “cupola nera” alimentata dagli affari ai tempi di Alemanno, ma anche una consistente quota di uomini del Pd, oltre al “comunista” Buzzi che come tale si è sempre qualificato. Se Carminati il temuto e temibile ex Nar poteva mettere sulla piazza la vasta rete di camerati dei tempi del terrorismo armato e della Banda della Magliana, Buzzi aveva creato una struttura (anche di ex carcerati) sull’emergenza sociale di rom ed immigrati che aveva sempre goduto del sostegno della sinistra, all’opposizione o al governo che fosse
Da sinistra a destra:
Angelo Scozzafava (ex direttore del V dipartimento del Comune di Roma)
Francesco Rocca (ex Commissario della Croce Rossa Italiana),
Ugo Cassone (ex consigliere Pdl), Gianni Alemanno ripreso di spalle all’esterno del ristorante
LA ZONA GRIGIA- Certo, il carcere è sempre una scuola
di amicizie e comportamenti che non si dimenticano e non pochi di quelli
che stanno nelle liste di Pignatone il carcere l’hanno conosciuto e
parecchi ancora potrebbero conoscerlo. Ma l’indiscutibile intelligenza
raffinata del cecato, come viene soprannominato Carminati che aveva a
casa addirittura quadri di Pollock, è stata quella di penetrare la zona
grigia che sta fra malavita, politica e affari, redditizi almeno quanto
la droga, ma di gran lunga superiori all’estorsione e al cosiddetto
recupero crediti.
APPALTI E CONCESSIONI - Una zona grigia che nella mostruosa macchina dell’amministrazione capitolina, fatta di appalti e concessioni milionarie, ha sempre trovato e trova ancora (checchè ne dica il sindaco Ignazio Marino) le truppe e la manovalanza corrotta in giacca e cravatta. Se poi Ignazio dichiara di aver finalmente capito da chi proveniva la feroce campagna contro di lui (dai Carminati o dai Buzzi), pecca veramente di strabismo perché oltre al sociale o alle gare di Ama vi sono situazioni dove la liquidità sull’unghia scorre (o è corsa davvero) quali i Punti Verdi Qualità o l’emergenza abitativa dei residence.
IL NODO DEI PUNTI VERDI QUALITÀ - Sui Pvq, sul fiume di
liquidità che questi offrivano senza controlli di fatture o stati di
avanzamenti lavori gonfiati, già erano spuntati (fra i tanti altri) i
nomi di Lucia Mokbel, che aveva ereditato proprio dalla coop 29 giugno
di Buzzi la concessione del Pvq parco Feronia. Lo stesso segretario del
sindaco e già portavoce della nerissima Forza Nuova, Antonio Lucarelli,
alla fine del secolo scorso prima di ascendere al Campidoglio, aveva
ceduto le sue concessioni di alcuni Pvq a quel Fanella, braccio destro
di Mokbel (condannato per l’affare di riciclaggio Telecom Sparkle e
ancora indagato per il “Mondo di mezzo”), ammazzato nella sua abitazione
pochi mesi fa da un commando di neri. Nello stesso tempo nei cantieri
del Pvq Kolbe di Andrea Munno, che vantava pubblicamente il suo passato
nell’estremismo di destra e frequentava lo stesso Mancini con analoghi
trascorsi, vi lavorava la cooperativa 29 giugno e direttore ai lavori
era l’ex dirigente del comune ai Pvq nominato ai tempi di Veltroni,
mentre i concessionari del Kolbe erano notoriamente gente di destra.
INTERESSI MAFIOSI - E che dire di Carminati che voleva
mettere le mani sul Pvq Olgiata già all’attenzione di interessi mafiosi
solo qualche anno fa? O di quella intercettazione da noi riportata su
Cinque del 19 aprile 2012 dove l’ing. Scarrozza marito della Mokbel e
responsabile lavori a Feronia, vuole aiutare un noto personaggio di
Ostia e chiede: «Ma è possibile acciuffà quello (PVQ, ndr) sulla
Colombo?». E il cognato risponde: «No, quello è di Salabè, un operatore
dei servizi segreti» che dai giornali degli anni ’90 veniva indicato
come architetto dei Servizi. Certo Buzzi con il sociale, fra affidamenti
e gare muove, qualcosa come 50 milioni con i Pvq in 8 anni, se ne sono
mossi almeno 500 e ancora non è stata fatta chiarezza su dove una
consistente parte sia finita. Ma chi ci assicura che l’influenza del
“Mondo di mezzo” non abbia inquinato ben altri affari e altri appalti? A
questo punto nulla è più certo perché quello di ieri non è stato uno
tsumani, ma una vera e propria “tangentopoli” in salsa capitolina che
sta spazzando una intera classe dirigente, colpevoli e innocenti. E le
esternazioni di Ignazio che agita vittimisticamente la bandiera della
sua indubitabile onestà, non basteranno certo a salvarlo da una pubblica
opinione che gli è già ostile. Per l’opinione pubblica ormai tutti i
gatti sono bigi mentre i grillini strillano per lo scioglimento del
consiglio comunale e il commissariamento della Capitale, come in genere
accade per i comuni inquinati dalla Mafia. E che di reati da 416bis
(associazione di tipo mafioso) si tratti, lo dice Pignatone.
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