giovedì 27 settembre 2012

Croce Rossa : VIOLAZIONE DEL PRINCIPIO DI INDIPENDENZA..

VIOLAZIONE 
DEL PRINCIPIO FONDAMENTALE 
DI INDIPENDENZA
 (pronti alla denuncia agli Organismi della Croce Rossa internazionale )


Francesco CATAPANO Socio Attivo CRI
Se domani 28 set. 2012 si realizzerà quanto preannunciato dall’On. Guido Crosetto ("con un colpo di spugna il corpo militare e le infermiere volontarie verranno soppresse”- Da “ IL MONDO “ del 27.9.2012) ) il Governo italiano commetterà una grave violazione del Principio fondamentale di Indipendenza che i Soci CRI denunceranno subito agli organismi internazionali della Croce Rossa ( Ginevra ).Infatti se lo stesso Governo è autorizzato ad operare un riordino finanziario, amministrativo… dell’Ente pubblico Croce Rossa Italiana o a mutarne la natura giuridica, non è affatto di sua competenza intervenire sulle componenti volontaristiche e,quindi, riformare la struttura associativa che, secondo le linee guida della Federazione internazionale di CR e MR , spetta esclusivamente ai Soci attivi di ciascuna Società nazionale di Croce Rossa. Non è senza significato che da un anno a questa parte sono state fatte pervenire al Presidente della Repubblica, al Presidente del C.d.M. , al Ministro della salute, ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato, ai Presidenti delle competenti commissioni parlamentari molteplici denunce con le quali si è loro avvertito che i Soci attivi non sono mai stati coinvolti in un dibattito ad hoc nei consueti modi in uso in ogni associazione volontaristica ( che si rispetti ! ) dall’attuale Commissario Straordinario Rocca. Né ciò è avvenuto da parte dei numerosi commissari dei Comitati periferici e delle componenti “civili “di cui è costellato attualmente il pianeta “ Croce Rossa italiana” che abusivamente sono stati (o si sono ) dichiarati “ rappresentanti dei Volontari” in sede di audizione presso le Commissioni parlamentari ovvero quando sono stati firmatari di una proposta fatta pervenire al Governo senza che sia stata preventivamente discussa e approvata dalle assemblee dei Soci. A ciò si aggiunge che anche nelle componenti ausiliarie delle Forze armate – Corpo militare (personale in congedo) e Infermiere volontarie - non è stato volutamente favorito alcun dibattito sulle eventuale proposte di riforma, tanto è che di recente e spontaneamente si è costituito in Emilia un comitato di membri del Corpo militare per salvaguardare i diritti del personale in congedo e non. D’altronde la prima violazione dell’enunciato Principio fondamentale è stata commessa dallo stesso Commissario Rocca( “commissario governativo”) allorquando ha sciolto gli organi eletti delle componenti” civili “, nominandoli tutti commissari( poi in molti casi sostituiti) e, quindi, dal 2008 non più legittimati a rappresentare i Soci stessi. Con ciò il Commissario ha abbondantemente travalicato lo specifico mandato conferitogli dal Governo all’atto della sua nomina e delle proroghe dell’incarico. Commissariando la parte volontaristica della CRI ne ha assoggettato i vertici ai suoi disegni : ove avesse lasciato in carica tutti gli organi eletti ovvero avesse consentito nel frattempo libere elezioni il percorso del suo mandato non sarebbe stato liscio! Peraltro l’atto che ha suggellato la violazione del Principio di Indipendenza da parte del Commissario governativo è stato l’O.C. n.565-10 del 11.11.2010 con cui monocraticamente e con l’arroganza del potere è stato approvato ed imposto il codice etico e di buona condotta per i soci e dipendenti della C.R.I., mentre altrove le norme etiche sono il frutto di un coacervo di espressioni culturali che si manifestano all’interno di una comunità, di un contesto sociale.

Dott. Francesco Catapano- socio C.R.I. di Napoli
 
 

venerdì 21 settembre 2012

CROCE ROSSA, ARRIVANO LE MANETTE.......

 ARRESTATI 
PER CORRUZIONE 
FUNZIONARIO 
DI CROCE ROSSA 
E IMPRENDITORE

Operazione della Gdf di Benevento.
Secondo le indagini "il primo falsificava atti per fare affidare lavori al secondo"
Roma, 21 set. (TMNews) - Un funzionario del comitato provinciale della Croce Rossa Italiana e un imprenditore campano sono stati arrestati stamattina a Napoli dai militari del comando provinciale della Gdf di Benevento. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal Gip del tribunale di Roma Maria Fattori, su richiesta della procura della Repubblica della capitale Laura Condemi, sulla base delle indagini della Gdf che hanno portato alla scoperta di "una complessa e articolata condotta delittuosa finalizzata alla turbativa degli incanti e alla corruzione di pubblici funzionari con contestuale sperpero di risorse pubbliche".

Le indagini, inizialmente coordinate dalla procura della Repubblica sannita, hanno consentito di svelare con la determinante collaborazione degli organi ispettivi della Croce rossa italiana il meccanismo fraudolento attraverso il quale l'infedele funzionario ha falsificato gli atti relativi a diverse procedure di affidamento di lavori e servizi così da consentirne l'assegnazione a società riconducibili sempre allo stesso imprenditore. Grazie a questa collaborazione sono stati sottratti alle casse dell'ente oltre due milioni di euro. Contestualmente agli arresti, sono stati sequestrati beni mobili e immobili degli indagati per 400.000 euro.




I  complimenti al Giudice Fattori che è colei che mi ha assolto dalla calunnia mossami contro e fatto aprire un fascicolo sugli intrallazzi che ho denunciato e le ritorsioni !!! 

per l'articolo CLICCA

Il socio Attivo della Croce Rossa Francesco Catapano scrive...

F. Catapano Socio attivo CRI

Dalla seguente audizione apprendo che: 
XII Commissione Igiene e Sanità
(Martedì 11 settembre 2012)
Audizione dell’Ispettore Nazionale del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana 

in merito allo “Schema di Decreto Legislativo 
di riorganizzazione dell’Associazione Italiana 
della Croce Rossa (C.R.I.),
a norma dell’articolo 2, della Legge n. 183 del 2010” (A.G. 491)

OMISSIS....."Il 21 luglio u.s. si è tenuta una riunione alla quale hanno preso parte i Rappresentanti Nazionali e Regionali della C.R.I. che - a nome di oltre 150.000 soci - hanno affrontato congiuntamente le problematiche relative al riordino dell’Associazione Italiana della Croce Rossa Italiana sottoscrivendo un documento unitario"
...OMISSIS.... MI DISPIACE SIG. ISPETTORE NAZIONALE LEGGERE QUELLE SUE PAROLE.MI DUOLE RIBADIRE PER L'ENNESIMA VOLTA CHE I 150.OOO VOLONTARI NON HANNO MAI AVUTO MODO DI ESPRIMERSI SUL PROGETTO DI RIORDINO DELLA CRI E CHE IL TERMINE " A NOME DI OLTRE 150.000 SOCI " E'UN ABUSO DEI VERTICI DELLE COMPONENTI CIVILI IN QUANTO SONO SOLTANTO COMMISSARI( RAPPRESENTANTI SEMMAI DEL CS DELLA CRI) E QUINDI NON LEGITTIMATI A RAPPRESENTARE LA VOLONTA' DEI SOCI. TRA I VERTICI COME SOPRA NON LEGITTIMATI C'E' ANCHE IL VERTICE DEI GIOVANI CHE E' IN REGIME DI PROROGATIO E,QUINDI, CON IL MANDATO DI ISPETTORE SCADUTO CHE NON LO LEGITTIMA AD ESSERE RAPPRESENTANTEDI ALCUN SOCIO. RELATIVAMENTE , POI, AI VERTICI DELLE COMPONENTI AUSILIARIE DELLE FF.AA., SE GIURIDICAMENTE RAPPRESENTANO I SOCI APPARTENENTI ALLE COMPONENTI MEDESIME, TUTTAVIA DUOLE CONSTATARE CHE TALI SOCI,SECONDO QUANTO MI RISULTA, NON SONO STATI SENTITI,TANTO CHE SI E' COSTITUITO UN COMITATO A DIFESA DEL CORPO MILITARE IN EMILIA ROMAGNA , ETCC. SIG. ISPETTORE NAZIONALE A ME COME A MOLTI ALTRI SAREBBE PIACIUTO OFFRIRE UN CONTRIBUTO DI PROPOSTE CERTAMENTE MIGLIORATIVE DELLO SCHEMA DEL DLGS CHE SI VA LICENZIANDO. PECCATO LA DEMOCRAZIA E' ANCORA LONTANA NELLA CRI!
( TESTO INVIATO ANCHE ALLA CASELLA DI P.E. ISTITUZIONALE DEL SIG.ISPETTORE NAZIONALE E AL PRESIDENTE DELLA XII COMMISSIONE IGIENE E SANITA' DEL SENATO) 

giovedì 20 settembre 2012

CRI.... la Commissione Affari Sociali boccia la Fondazione



 
La Commissione Affari Sociali della Camera ha bocciato l’ipotesi proposta dal relatore Di Virgilio (Pdl) di trasformare la Croce Rossa in Fondazione. La Croce Rossa manterrà dunque lo status militare, secondo il parere espresso anche dalla Commissione Difesa di Montecitorio.

20 SET - Ieri in commissione Affari Sociali della Camera sullo schema di decreto di riorganizzazione della Croce rossa c’è stato uno scontro tra il Pdl e il Pd per la proposta presentata dal relatore Domenico Di Virgilio di trasformare l'Ente pubblico in Fondazione. Il partito democratico è (grazie anche ai voti di Idv, Lega e Api) riuscito a spuntarla bloccando la proposta del relatore che secondo la deputata Donata Lenzi, avrebbe di fatto creato “due Croce Rossa”'.

Anche Fli si è dichiarata contraria al parere proposto da Di Virgilio e per i deputati Gianfranco Paglia, Aldo Di Biagio e Carmine Patarino la bocciatura "si tratta di una scelta di buon senso, che consentirà alla Cri di continuare a svolgere il proprio lavoro con la massima professionalità e competenza, sempre al servizio della popolazione”.
Viceversa sempre secondo gli esponenti di Fli “in nome di un presunto contenimento della spesa si sarebbe arrecato solamente un danno al Paese, in quanto si sarebbe ritrovato privo della qualità e dell'efficienza dei servizi svolti dalla Croce Rossa”.
















sabato 15 settembre 2012

Croce Rossa.... CONTO CONSUNTIVO CONSOLIDATO 2011


 esito dell’esame dei Ministeri Vigilanti 
in merito all’approvazione del 
Conto Consuntivo Consolidato 2011.


Con nota prot. n. CRI/CC/0030866/12 del 21/05/2012, il Dipartimento R.U.O. comunicava alla Unione Sindacale di Base, che il Conto Consuntivo Consolidato 2011 della C.R.I. era in corso di esame da parte dei Ministeri Vigilanti e che, pertanto, non era possibile accogliere la richiesta di rendere pubblico tale documento in attesa degli esiti delle verifiche previste per Legge.
Da quella nota, sono trascorsi quasi 120 giorni senza che sia stata data notizia e/o informazioni sui riscontri attuati dai Ministeri Vigilanti.
Alla data odierna, inoltre, non risulta nessuna forma di pubblicità sul sito istituzionale della C.R.I. in merito alla definitiva approvazione del Conto Consuntivo Consolidato 2011.
Pertanto, con la presente, si chiede a codesto Dipartimento di informare tempestivamente sullo stato dell’arte di quanto in oggetto.
Infine si ribadisce la richiesta di produrre tutta la documentazione richiesta da questa O.S. con nota del 26/05/2012, che ad ogni buon fine si allega alla presente.
Si rimane in attesa di un sollecito riscontro.

martedì 11 settembre 2012

Riorganizzazione della Croce Rossa.



Le Commissioni sanità riprendono l’esame del decreto di riordino della CRI. I lavori si erano interrotti con l’approvazione di un emendamento di proroga al 30 settembre del termine per l’esercizio della delega scaduta a giugno. Per il Servizio Bilancio dello Stato c’è problema di copertura economica

  Riorganizzare la Croce Rosse Italiana, secondo i principi di semplificazione, economicità, efficacia ed efficienza; questa la proposta elaborata dal ministro della Salute Balduzzi e presentata a fine giugno alle Camere. Lo Schema di decreto legislativo, attualmente all’attenzione delle Commissioni competenti di Camera e Senato che hanno ripreso a lavorarci, mira a valorizzare l’attività dei volontari, a garantire un assetto della Cri più corrispondente ai principi di indipendenza e autonomia della Croce Rosse e della Mezzaluna Rossa, a migliorarne e a risanarne la gestione, favorendo la crescita del finanziamento privato.

A che punto sono i lavori parlamentari? Per il momento siamo fermi all’approvazione, avvenuta a metà luglio, in Senato di un emendamento per prorogare al 30 settembre il termine per l’esercizio della delega scaduto il 30 giugno. E sulla legittimità dell’esercizio della delega, scaduta di circa due settimane, vari organi delle Camere a partire dalle due presidenze avevano espresso i loro dubbi, tutt’ora irrisolti.

Politicamente la Lega Nord è quelle più critica sul provvedimento e nel corso del dibattito parlamentare ha ricordato alcune anomalie concernenti la gestione della Croce rossa italiana: “il commissariamento avvenuto per 17 degli ultimi 25 anni, il debito pari a 355 milioni di euro, il fatto che la Corte dei conti non controlli un bilancio dal 2005”.

 
Dal canto suo il ministro Balduzzi, nell’ultima seduta della Commissione Affari Sociali dedicata alla Cri, era il 31 luglio, ha dichiarato che il Governo è “molto interessato al confronto con le Commissioni competenti di Camera e Senato sul tema del riordino della Croce rossa, sul quale ritiene che la delega sia attualmente in atto, ancorché i problemi e le perplessità sul punto abbiano spinto il Parlamento a proporre il differimento del termine per l'esercizio della medesima al 30 settembre prossimo”.

Il Governo, quindi si è detto “disponibile ad attendere il parere parlamentare per tenerne conto non solo formalmente ma considerandolo un contributo sostanziale al riordino medesimo”. 
Balduzzi, ricordando che sul testo all'esame delle Commissioni si è espressa anche la Conferenza unificata delle Regioni, ha detto che il confronto “pur non facile, è senz'altro aperto al contributo di tutti”. 


La scorsa settimana il Servizio Bilancio dello Stato ha pubblicato la relazione tecnica per la verifica delle disposizioni di copertura. Il documento si conclude in questo modo: “In merito ai profilii di copertura finanziaria, con riferimento all’articolo 8 dello schema di decreto si osserva quanto segue. Da un’interrogazione effettuata al sistema informativo della Ragioneria generale dello Stato risulta che, con riferimento all’esercizio finanziario 2011, le risorse iscritte nel bilancio dello Stato da destinare alla Croce rossa italiana ammontano a circa 103 milioni di euro e sono iscritte: nei capitoli 2265 e 9530 dello stato di previsione relativo al Ministero dell’economia e delle finanze; nel capitolo 1356 dello stato di previsione relativo al Ministero della difesa; nei capitoli 2420 e 3453 dello stato di previsione del Ministero della salute. Posto che la relazione tecnica quantifica, invece, in 180 milioni di euro il complesso dei contributi iscritti nel bilancio dello Stato da destinare alla Croce rossa, appare opportuno acquisire dal Governo una ricognizione delle risorse al fine di verificarne l’entità complessiva.
Riguardo all’articolo 9, recante l’obbligo di invarianza degli oneri, si osserva che appare opportuno modificare la rubrica in maniera più conforme alla prassi vigente sostituendola con la seguente: clausola di neutralità finanziaria”.

Dunque sembra esserci un problema di copertura finanziaria che allo stato attuale delle cose potrebbe rallentare se non bloccare del tutto il provvedimento. 

I tempi si fanno strettissimi perché a fine mese scade l’esercizio della delega. Oggi comunque sia la Commissione Affari Sociali della Camera che la Commissione Igiene e Sanità del Senato riprendono l’esame del provvedimento, vedremo come evolverà la situazione.

giovedì 6 settembre 2012

Croce Rossa .. seduta alla Commissione Affari Sociali della Camera

Roma, 6 settembre 2012 

Onorevole Presidente,
Onorevoli membri della Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati

seduta informale del 6 settembre 2012

nota della FP CGIL
Protocollo n.545/U-FP 2012 




Oggetto: Schema di decreto legislativo di riorganizzazione dell'associazione italiana della Croce Rossa a norma dell'articolo 2 della legge N° 183 del 2010
Egregio signor Presidente, Onorevoli deputati,

Lo schema di decreto legislativo di cui all'oggetto ha certamente obiettivi condivisibili che possono essere sintetizzati nel riordino del servizio della Croce Rossa Italiana e nella precisazione delle sue finalità.
Quanto alla missione, essa naturalmente dovrà essere ricercata nella compiuta collocazione dell'associazione italiana nel movimento mondiale della Croce e della Mezzaluna Rossa, e siamo naturalmente d'accordo che dovevano e dovranno essere risolte anomalie e distorsioni che si sono prodotte nel tempo.

Quanto alla riorganizzazione e al riordino del servizio, occorre che si operi con la necessaria coerenza allo scopo di impedire che l'impostazione originaria sia tradita.
Dal nostro punto di vista, non competendo a noi le questioni giuridiche e societarie, connesse alla natura di movimento internazionale della Croce Rossa, il punto di partenza non può che essere l'articolo 70 della legge 833/78 che, già nel titolo, è evocativo di un obiettivo già allora e secondo il legislatore dell'epoca, da realizzare: lo “scorporo dei servizi sanitari della Croce Rossa Italiana e riordinamento dell'associazione”.
La previsione normativa di cui parliamo dovrebbe essere ben presente al Legislatore quando si interviene su servizi che devono essere forniti ai cittadini, e sulla condizione dei lavoratori e delle lavoratrici che oggi garantiscono le prestazioni di assistenza sanitaria.

L'articolo 1 dello schema di riordino, procede al comma 4 con i compiti assegnati alla Associazione della Croce Rossa Italiana, al comma 5 vi è un richiamo ad ogni altro compito assegnato dallo statuto, al comma 6 si conferma la situazione attuale, cioè lo svolgimento di attività sanitarie e socio sanitarie per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) attraverso la partecipazione a gare e la sottoscrizione di convenzioni .
Ed è proprio il comma 6 che viola, a nostro giudizio, la lettera e lo spirito ispiratore dell'istituzione del SSN, mantenendo intatta l’odierna ambiguità: associazione fra i soci – ente pubblico. Tale ambiguità, non ha prodotto risultati positivi, a partire dalla gestione amministrativa.
Ferma restando la necessità di restituire alla Croce Rossa le attività rinvenienti dalle sue originarie finalità, con ciò rendendola coerente col movimento internazionale, rimane – quindi - il tema dei servizi tipici del SSN che dovrebbero essere svolti dalle Regioni e, particolarmente, dalle ASL.
L'articolo 70 della 833/78 è esplicito: tolti i compiti relativi alle originarie finalità della CRI, il resto delle attività deve essere trasferito al SSN e accanto ai compiti dovranno essere trasferiti personale, dotazioni materiali e patrimoniali e risorse. E' una previsione ragionevole quella dettata dal legislatore dell'epoca: i servizi, allora come ora, impropriamente erogati da un soggetto terzo, dovevano e devono continuare ad essere erogati.
Affinché non si determini un trasferimento della sola spesa da un soggetto istituzionale ad un altro, devono essere trasferite le risorse economiche oggi impegnate per le retribuzioni dei lavoratori e delle lavoratrici che rendono il servizio, non determinando in tal modo un peggioramento degli standard qualitativi e quantitativi e mantenendo la necessaria continuità, e la stessa cosa deve avvenire per le dotazioni strumentali e le sedi.

La questione del personale oggi operante, al di la delle originarie finalità della Croce Rossa, è particolarmente delicata. Infatti, la storia della Croce Rossa, la sua non risolta ambiguità sia dal punto giuridico sia da quello delle funzioni svolte sia da quello amministrativo, ha dato origine ad un fenomeno peculiare di precariato pluriennale e qualificato. La gran parte di queste persone sono state e sono determinanti per il funzionamento e l’efficacia dei servizi di cui stiamo parlando, svolti in convenzione o in affidamento.
L'articolo 70 della 833/78 parla di personale adibito ai servizi di assistenza sanitaria e non fa distinzione alcuna delle diverse modalità sul rapporto di lavoro, non discriminando fra tempo indeterminato o determinato. In coerenza a questa impostazione, d'altra parte, la totalità dei lavoratori precari era inseriti nelle procedure di stabilizzazione di cui alla legge finanziaria per il 2007.
In conclusione, il passaggio dei servizi, delle risorse e del personale impegnato nelle attività tipiche del servizio sanitario nazionale, risponderebbe alle esigenze di una razionale e ordinata riforma della Croce Rossa Italiana e darebbe una risposta equilibrata ai problemi occupazionali che si apriranno all'approvazione dello schema di decreto legislativo. Infatti nello schema di riordino in oggetto, all'articolo 6, il personale di ruolo, concretamente, stante la condizione di tutte le amministrazioni pubbliche, verrebbe messo nella condizione di dover scegliere fra il peggioramento della propria condizione economica e professionale e il licenziamento. Il personale precario, che stabilmente lavora da decenni, sarebbe licenziato al massimo entro il 31 dicembre 2013.
Stiamo parlando, sia per il personale di ruolo che per quello precario, di una assoluta novità peggiorativa che, in queste forme, non si è verificata in nessuna pubblica amministrazione sottoposta a ristrutturazione. Ferma la situazione attuale, si aprirebbe una stagione di conflitto, sociale e giuridico, le cui conseguenze al momento non sono prevedibili.
Con lo schema di riordino, opportunamente emendato secondo la proposta che vi sottoponiamo si otterrebbero due risultati apprezzabili: l'associazione promossa dai soci della CRI sarebbe restituita alle sue originarie finalità e il SSN riavrebbe fra i suoi compiti quelli che la legge gli aveva assegnato, ponendo così fine all'ambiguità giuridica e all'incertezza sulla natura del servizio che lo schema di riordino di cui all'oggetto vorrebbe rimuovere. D'altra parte sulla stessa materia, cioè quella del riparto di competenze fra amministrazione centrale e regioni, già oggi si sta operando. Infatti ai sensi della legge di stabilità 183/2011, i servizi originariamente svolti dal ministero della Salute in materia di assistenza al personale navigante e aeronavigante, saranno trasferiti alle regioni, attraverso la cessione delle risorse, dei mezzi, delle sedi e anche del personale, di ruolo e in convenzione. La nostra proposta non appaia, quindi, eccentrica dal punto di vista istituzionale, rispetto a una strada già intrapresa e neppure scorretta dal punto di vista economico, poiché le regioni, competenti per materia, non avrebbero un aggravio della spesa.

Grati per la vostra attenzione.

Per FP CGIL
il segretario nazionale
Salvatore Chiaramonte

martedì 4 settembre 2012

La legge 104/1992


La legge 104/1992 

dopo la svolta del Consiglio di Stato. 

Istruzioni per l'uso 

 

 Non sono ancora trascorsi due mesi dalla pubblicazione della storica decisione n. 4047/2012 con la quale il Consiglio di Stato, rimangiandosi un proprio precedente orientamento giurisprudenziale illogico ed errato, ha definitivamente affermato l'applicabilità della "nuova" legge n. 104/1992 (quella, cioè, risultante dalla modifica apportata dalla legge n. 183/2010) anche a militari e forze dell'ordine.

 

Da tale decisione sono, poi, scaturite numerose pronunce conformi che fanno ormai ritenere irreversibile la scelta ermeneutica adottata.
Mi permetto, ancora una volta, di sottolineare la rilevanza non solo giuridica, ma morale della sentenza in esame, avendo essa riconosciuto la parità di diritti tra i cittadini in uniforme e gli altri ed avendo mandato in soffitta, salvo nuovi non improbabili blitz legislativi della nostra becera classe politica, la famigerata specificità dei lavoratori del comparto sicurezza e difesa, tanto acclamata dai Cocer dell'epoca quanto letale e liberticida per i diretti interessati.
Molto importante è altresì rilevare che tale risultato è stato conquistato non solo a colpi di carte bollate, ma tramite lo sforzo personale di quei coraggiosi militari e poliziotti che sono scesi in piazza a manifestare proprio davanti al Consiglio di Stato urlando lo slogan "non siamo cittadini di serie B". Ovviamente, spiace osservare che la maggior parte dei beneficiari della legge sia rimasta a casa ad osservare i pochi altruisti che, senza ricavarne un diretto vantaggio professionale, si sono sacrificati ed hanno lottato anche in nome e per conto loro. Ma questo è un altro discorso.
Tanto premesso, mi giunge sempre più spesso notizia che le amministrazioni ancora non intendano arrendersi ad applicare correttamente la legge e che, più o meno espressamente, abbiano deciso di non tener conto della predetta decisione del Consiglio di Stato.
Non solo. Le menti raffinatissime delle competenti direzioni generali hanno inventato lo stratagemma (francamente risibile) di dichiarare irricevibili le domande di trasferimento mancanti dei requisiti di continuità e di esclusività dell'assistenza, piuttosto che rigettarle, pensando così di ovviare al sicuro accoglimento di un ricorso al TAR. Ma anche tale desolante azione amministrativa, che rafforza la convinzione per cui una minoranza di militari e poliziotti lavorino ogni giorno al solo fine di rendere difficile la vita ai propri colleghi, è illegittima e può essere giudiziariamente sanzionata.
Quindi, al precipuo fine di tracciare le essenziali linee guida della materia e di rispondere alle numerose richieste di chiarimenti pervenutemi in questi mesi, espongo di seguito una sintetica illustrazione dei punti chiave della materia.
A chi si applica la legge. Il Consiglio di Stato ha chiarito che la legge n. 104/1992, ed in particolare l'articolo 33, così come modificato dall'articolo 24 della legge n. 183/2010, si applicano anche ai militari, alle forze dell'ordine ed ai vigili del fuoco. Il principio di specificità delineato dall'articolo 19 della legge n. 183/2010 non è ostativo all'applicazione diretta della legge.
Volontari in ferma prefissata. La legge n. 104/1992, contrariamente a quanto spesso sostenuto (a voce) dagli organi di vertice, si applica anche al personale non ancora transitato al servizio permanente, quindi possono beneficiarne anche i volontari in ferma prefissata.
Applicabilità immediata. La nuova legge 104/1992 è di immediata applicabilità. Pertanto, è irrilevante e non opponibile agli interessati che le rispettive amministrazioni non abbiano ancora provveduto a pubblicare circolari esplicative in materia. Chi si trova nelle condizioni di beneficiare dell'articolo 33 della legge 104/1992 (trasferimento di sede o permessi mensili) può presentare istanza ed i superiori hanno l'obbligo di riceverla e di evaderla.
Continuità ed esclusività. Come ha chiarito il Consiglio di Stato, il trasferimento di sede ed i permessi mensili spettano anche a colui che abbia altri parenti astrattamente idonei e disponibili ad assistere il congiunto disabile. Nemmeno è più necessario che il rapporto di assistenza sia già in atto, ben essendo possibile instaurarlo ex novo. L'unica condizione richiesta è che nessun altro parente fruisca già dei benefici in esame.
Gravità. Presupposto della concessione dei benefici in esame è che il congiunto sia stato dichiarato handicappato "in condizione di gravità", ai senso dell'articolo 3, comma 3, della legge n. 104/1992.
Organico. L'unica obiezione legittimamente opponibile dal'Amministrazione è la carenza di organico. Ovviamente, a tale obiezione deve corrispondere la realtà ed è quindi illegittimo l'eventuale diniego così motivato, ma contraddetto da trasferimenti di altri militari nella medesima sede di servizio.
Rifiuto di ricezione dell'istanza. Incorre nel reato di omissione di atti d'ufficio il superiore che rifiuta di ricevere e di inoltrare superiormente l'istanza di trasferimento o di godimento dei permessi mensili adducendo la mancata allegazione dell'elenco dei parenti del richiedente con l'indicazione delle ragioni per cui i medesimi non possono occuparsi del disabile. Il Consiglio di Stato, infatti, ha chiarito che non è più vigente il requisito dell'esclusività. Pertanto, il superiore che, entro trenta giorni dalla richiesta scritta di chi vi abbia interesse non compie l'atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a 2 milioni di lire. Siffatto rifiuto dell'istanza per asserita incompletezza dell'istanza è poi impugnabile al TAR entro 60 giorni dalla sua notifica.