Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo
n° 4-07270
Pubblicato il 12 aprile 2012,
nella seduta n. 708
ANTEZZA , CHIURAZZI , BUBBICO , BASSOLI , ZANDA , ROSSI Paolo , GIARETTA , PERTOLDI , COSENTINO , TONINI , ASTORE , PINOTTI , GRAMAZIO , DI GIOVAN PAOLO , ADAMO , SCANU , LEGNINI , INCOSTANTE , TREU , RUSCONI , ARMATO , BIONDELLI , CERUTI
- Al Ministro della salute. -
Premesso che:
la Croce Rossa Italiana (CRI), ente di
diritto pubblico non economico, da anni è sotto regime commissariale con
il conseguente commissariamento di tutti i comitati regionali,
provinciali e locali e azzeramento dei consigli direttivi eletti
democraticamente all'interno dell'associazione;
la CRI, per la parte operativa, è
composta da sezioni definite "componenti" con propri vertici nazionali,
regionali, provinciali e locali, anch'essi commissariati, facenti capo
ai Comuni del territorio di appartenenza;
i responsabili regionali, con
provvedimenti unilaterali - secondo quanto riferito agli interroganti
non giustificati ed immotivati -, senza il concerto del commissario del
comitato provinciale di appartenenza, hanno sollevato dal loro incarico
diversi vertici di componente, tra cui molte persone che in passato
avevano sempre operato all'interno dell'Associazione in modo esemplare e
in totale armonia con la base volontaria della CRI, riscuotendo, per
questo, consenso e riconoscimenti da parte dei cittadini e delle forze
istituzionali presenti sul territorio;
si apprende, inoltre, che in alcune
Regioni sarebbero stati sollevati dall'incarico responsabili di
componenti o addirittura commissari territoriali senza che tale scelta
sia stata motivata ai sensi della normativa vigente;
considerato che:
i cambiamenti ai vertici
dell'Associazione disposti dai responsabili regionali non hanno fatto
che peggiorare il grave stato di crisi economica e gestionale in cui da
anni versa la CRI;
aumentano, infatti, le denunce di
irregolarità e di poca trasparenza nella gestione dell'Associazione e le
disfunzioni organizzative che rischiano di compromettere
irrimediabilmente il funzionamento della stessa organizzazione;
un chiaro ed inequivocabile segnale del
malcontento generale si evince anche dalla continua defezione dei
volontari ovvero di coloro che con il loro impegno, gratuito,
organizzato e continuativo hanno da sempre costituito un supporto
straordinario, indispensabile alla sopravvivenza della stessa
Associazione;
molti dei volontari, infatti, lamentano
di non riuscire più ad identificarsi con la stessa Associazione e di non
condividere molte delle scelte operate dall'attuale dirigenza accusando
quest'ultima di esasperati personalismi nonostante la continua
declamazione in tante occasioni dei setti Principi fondamentali che
ispirano l'Associazione e il Codice etico interno;
restano, tuttavia, inascoltate le
continue richieste di incontro avanzate con gli organismi centrali dagli
stessi volontari che da tempo chiedono, invano, chiarimenti e
delucidazioni su molti aspetti della vita associativa che sono in tutta
evidenza poco chiari;
preoccupa e dispiace, inoltre,
l'allontanamento e la diffidenza che gli stessi cittadini stanno
maturando nei confronti di quella che oggi è diventata la CRI, con
effetti negativi anche sull'autofinanziamento delle molteplici attività
che da sempre hanno caratterizzato la CRI già in difficoltà economica a
causa delle mancate rimesse da parte dello Stato,
si chiede di sapere:
se il Governo sia a conoscenza
dell'attuale situazione in cui versa la CRI, dei molteplici problemi
operativi da cui è afflitta e quale sia la sua valutazione in merito;
se non si intenda intervenire con
fermezza per porre termine alle gravi irregolarità denunciate in
premessa, anche relativamente alle nuove nomine effettuate dai
responsabili regionali, riportando la necessaria indispensabile
trasparenza nell'organizzazione e gestione di questa storica
associazione;
Quali misure intenda applicare per
esercitare il doveroso controllo sulle scelte arbitrarie del commissario
straordinario nonché dei responsabili regionali anche relativamente
alla sostituzione dei vertici, regionali, provinciali e locali e, in
genere, sulla situazione generale della CRI;
se, infine, non ritenga opportuno e
necessario procedere in tempi brevi alla chiusura della fase
commissariale, il cui eventuale prolungamento costituirebbe soltanto un
costo ingiustificato per le casse dello Stato.
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