- Ai Ministri della salute, dell'economia e delle finanze e della difesa. -
Premesso che a quanto risulta all'interrogante:
il Consiglio direttivo della Croce rossa
italiana (CRI), eletto nel 2005, ereditava dalla passata gestione
commissariale circa 70 milioni di euro di debiti e un bilancio con
moltissimi crediti inesigibili;
con un attento taglio alle spese, pur
senza far diminuire l'occupazione del personale civile e militare a
tempo indeterminato e determinato o richiamato, riusciva a cancellare
molti dei crediti inesigibili ed attestare il debito a circa 20 milioni
di euro;
gli stessi comitati territoriali votavano un contributo di solidarietà verso il comitato centrale di circa 17 milioni di euro;
successivamente al nuovo
commissariamento, avvenuto nel 2008, con l'avvocato Francesco Rocca, il
debito è cresciuto moltissimo, attestandosi intorno ai 350 milioni di
euro;
questo è accaduto nonostante le assicurazioni dell'enorme parco automezzi siano ora totalmente a carico dei comitati territoriali. La relativa somma incideva per circa 8 milioni di euro sul bilancio del comitato centrale. Questo anche non più garantendo la continuità lavorativa di molto personale precario già assoggettato a copertura economica da parte dei comitati territoriali e non del comitato centrale;
sono aumentati di diverse decine i
consulenti al comitato centrale (a carico del bilancio nazionale),
mentre sono stati cancellati i contratti che i comitati territoriali
pagavano con i propri fondi. Non esiste pubblicità dei consulenti
assunti a qualunque livello se si eccettua la pubblicazione
dell'informazione, sul sito CRI nazionale, che alla data odierna
risultano oltre 50 prestazioni esterne per circa un milione di euro;
è stato richiesto ai comitati periferici anche il rimborso degli stipendi del personale a tempo indeterminato (pianta organica nazionale), finanziato con un contributo di 190 milioni di euro dal Ministero dell'economia e delle finanze, dal Dipartimento della pubblica amministrazione e dell'innovazione e dal Ministero della difesa e messo a carico dei comitati territoriali, oltre ai costi dei revisori dei conti che il comitato centrale ha individuato tramite convenzione con il Ministero dell'economia, gravando di un ulteriore balzello le unità locali;
sono aumentate le cause di contenzioso tra il comitato centrale e il personale dipendente a qualunque titolo;
il patrimonio immobiliare non vede investimenti da tempo, molte strutture sono in fatiscente stato di manutenzione come ha dimostrato una recente indagine giornalistica e l'unica soluzione individuata dal commissario straordinario è la vendita del patrimonio immobiliare anziché la sua valorizzazione;
recentemente il Ministero dell'economia ha autorizzato la vendita di alcuni immobili per pagare alcuni debitori. Ma pare che il commissario attenda un'autorizzazione più ampia per pagare i debiti che a giudicare dalle cifre sembrerebbero derivare da una sua malagestione;
durante l'emergenza Abruzzo sono stati pagati al personale dipendente, sia civile che militare, 200 ore di straordinario al mese, per diversi mesi, con oneri a carico del bilancio CRI;
la stessa procedura sarebbe stato utilizzata per pagare il personale inviato ad Haiti, nonché quello presente presso la struttura di Protezione civile di Legnano ed il personale impegnato nelle attività di accoglienza dei migranti in Sicilia;
nella sala operativa di Legnano e sul campo allestito in Tunisia vengono autorizzati pagamenti di straordinario con oneri a carico del bilancio CRI fino a 200 ore a persona al mese;
una recente norma prevede che il rimborso ai datori di lavoro per i volontari CRI possa essere anche a carico del bilancio dell'ente, e tale norma è stata applicata ad esempio per l'emergenza immigrazione nel 2011;
inoltre è stato inviato personale dipendente, anziché quello volontario, a partecipare ad una missione di monitoraggio in Turchia per verificare l'attività che la società nazionale di Mezzaluna rossa faceva a favore dei profughi siriani, spesa che poteva essere evitata visto l'impegno che l'Italia ha già sul fronte degli sbarchi. Inoltre altro personale dipendente CRI è stato di recente inviato in Kenia per valutare la possibilità di invio di strutture sanitarie e socio-assistenziali per fronteggiare la locale emergenza umanitaria;
inoltre sono stati banditi numerosi concorsi per nuovi dirigenti sia amministrativi che medici, ciò in una grave situazione di dissesto economico; è altresì entrata in servizio una nutrita schiera di tecnici informatici, e ci si domanda come il Dipartimento della pubblica amministrazione e dell'innovazione impedisca le assunzioni in tutti gli enti pubblici tranne che nella CRI;
sono stati aperti nuovi centri per l'emergenza invece di potenziare quelli vecchi;
mezzi e materiali donati da privati, enti anche stranieri destinati all'emergenza Abruzzo sono stati destinati all'intervento ad Haiti e lì abbandonati. Cosi come il materiale destinato al potenziamento di alcune realtà territoriali è stato distratto per altre situazioni e non più restituito o rimborsato;
nonostante il Ministero della salute abbia vietato gli incarichi ad interim , lo stesso commissario straordinario ha assunto l'interim di tre Regioni (Lazio, Campania e Puglia);
incarichi statutariamente previsti sono coperti da dipendenti anziché da volontari, sopratutto nell'area emergenza; infatti, l'art. 11 dello statuto prevede il principio di incompatibilità con altri incarichi retribuiti dalla CRI e il principio di gratuità delle cariche associative;
tale principio di gratuità non è garantibile, in quanto gli stessi dipendenti (a tempo indeterminato, determinato, interinali, consulenti sia civili che militari) svolgono tale attività in orario di lavoro percependo anche lo straordinario e le indennità di missione;
i comitati territoriali per garantire le convenzioni con il Servizio sanitario nazionale per il 118 assumono personale precario interinale attraverso le agenzie di somministrazione, con ciò aggravando le spese di gestione e rendendo la CRI meno competitiva;
sono stati banditi concorsi per assumere personale per gestire i campi rom di Roma, mentre molto personale CRI già assunto o richiamato in servizio (militari) non ha nulla da fare o è sotto utilizzato. Ormai circola notizia che questi come altri concorsi siano stati organizzati ad hoc;
il personale dipendente con qualifiche dirigenziali (civili e militari) viene impiegato per lavori di manovalanza, mentre personale senza qualifiche dirigenziali è incaricato in uffici, servizi, centri di mobilitazione, emergenze;
molti dipendenti assunti o richiamati per
servizi convenzionati (118, aeroporto e centri per immigrazione
clandestina) sono utilizzati in altre attività, impiegati in Abruzzo e
Haiti. Spesso i loro stipendi sono rimborsati dal Ministero dell'interno
attraverso le Prefetture. Non si comprende la necessità di tale
personale, visto che le persone possono essere distratte per lunghi
periodi dalla loro assegnazione, e, di conseguenza, perché non dovrebbe
essere possibile la loro sostituzione con personale volontario;
non sono stati resi pubblici tutti i dati dei contributi ricevuti dalla CRI per l'emergenza Abruzzo e Haiti né come questi sono stati spesi. I dati pubblicati sul sito sono parziali. Il commissariamento è stato prorogato a tutto il 2011, modificando lo statuto dell'associazione. La motivazione della proroga era che l'avvocato Rocca era stato impegnato per l'emergenza Abruzzo e ciò l'aveva distolto dall'opera di risanamento dell'ente; in concomitanza tuttavia assumeva l'incarico di commissario di un'Azienda sanitaria locale napoletana e per tutto febbraio 2011 risulta all'interrogante che abbia continuato a fare il commissario ASL nonostante il TAR Campania avesse disposto la revoca dell'incarico;
l'inserimento della CRI nella sala Italia presso il Dipartimento della Protezione civile ha di fatto raddoppiato il personale impegnato nelle sale operative; infatti tra la sala Italia e la sala nazionale CRI (Legnano) operano circa 30 dipendenti con notevole spreco di risorse. Tale attività di presidio è svolta per 24 ore in tutte e due le strutture, anche quando non c'è emergenza;
a seguito dell'ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3924 del 2011, che prevede la nomina del commissario straordinario per l'emergenza sbarchi in Sicilia, la CRI è stata autorizzata ad assumere 100 interinali e a pagare 150 ore di straordinario al mese ai propri dipendenti con oneri a carico del bilancio CRI;
con circolare del direttore generale, veniva chiesto a tutti i comitati CRI d'Italia: di utilizzare gli avanzi di amministrazione per fronteggiare l'emergenza (ossia pagare gli straordinari, eccetera); si ricorda che i comitati territoriali non hanno contributi dallo Stato o dal comitato centrale. I loro bilanci devono l'attivo o il pareggio alle attività convenzionali svolte quali il 118 e altri servizi; inoltre, di mettere a disposizione il materiale di protezione civile in possesso (sempre acquistato con fondi propri per fronteggiare le emergenze locali); alla luce di tutto ciò, un sottufficiale del Corpo militare ha gli stessi benefit di un comandate di Corpo quale un generale;
durante una riunione con i commissari regionali CRI, l'avvocato Francesco Rocca comunicava che il debito accertato è di circa 350 milioni di euro e che il Ministero dell'economia non solo non coprirà tale buco di bilancio, ma, nel bilancio 2012, prevedrebbe un taglio di circa 30 milioni al contributo ordinario;
nel corso del suo mandato il commissario straordinario ha sciolto tutti gli organismi dell'associazione democraticamente eletti dai soci volontari, come previsto dallo statuto;
l'art. 2, comma 1, n. 4), del decreto del Presidente della Repubblica n. 613 del 1980, come modificato dall'art. 4 del decreto-legge n. 276 del 2004, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 1 del 2005, recante "Disposizioni urgenti per snellire le strutture ed incrementare la funzionalità della Croce rossa italiana", prevede che le cariche associative sono gratuite ed incompatibili con qualsiasi incarico retribuito dall'associazione stessa e al di fuori di casi previsti dal presente statuto con la titolarità di altre cariche associative;
l'art 11 dello statuto dell'associazione approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri il 6 maggio 2005, n. 97, fa proprio quanto previsto dal citato decreto-legge n. 276 del 2004 cioè che le cariche associative sono gratuite ed incompatibili con qualsiasi incarico retribuito dall'associazione stessa e, al di fuori di casi previsti dal presente statuto, con la titolarità di altre cariche associative. Lo stesso art. 2 del decreto del Presidente della Repubblica n. 613 del 1980 dà facoltà di opzione entro 10 giorni in caso di assunzioni di nuove cariche elettive o di nomina e prevede che tale incarico è efficace solo dopo l'avvenuta opzione. Lo stesso articolo esclude la cumulabilità di cariche tra presidente nazionale, ora commissario, e presidente regionale, provinciale o locale salva la facoltà di opzione dell'interessato;
secondo quanto emesso attraverso ordinanze del commissario straordinario, detta norma è stata ampiamente violata. In particolare lo stesso commissario straordinario Francesco Rocca mantiene la carica di vertice nazionale della CRI mentre in contemporanea si è autonominato vertice regionale del comitato CRI della Campania e della Puglia. Lo stesso commissario Rocca risulta anche direttore generale dell'ASL NA2 e insieme commissario regionale della CRI Campania;
lo stesso si dica per il maresciallo CRI Roberto Antonini, dipendente di ruolo militare della CRI, che svolge anche l'incarico di commissario nazionale dei volontari del soccorso, delegato nazionale alle emergenze, direttore del museo CRI di Castiglione delle Stiviere, commissario regionale per volontari del soccorso della Campania, delegato nazionale truccatori, commissario regionale per volontari del soccorso della Sicilia, commissario regionale per volontari del soccorso della Sardegna e della Sicilia;
lo stesso si dica per il maresciallo CRI Ignazio Schintu, dipendente di ruolo militare, che risulta essere comandante del Centro operativo emergenze del Piemonte e comandante del 1° Centro di mobilitazione CRI del Corpo militare; il secondo incarico, secondo le stesse norme emanate dal commissario Rocca, dovrebbe essere ricoperto da almeno un maggiore CRI;
lo stesso si dica per il maggiore CRI Roberto Baldassarelli, dipendente di ruolo militare, che risulta essere comandante del Centro operativo emergenze per l'Italia Nord Est e commissario provinciale del comitato CRI Verona;
lo stesso si dica per Pier Luigi De Ascentis, collaboratore a contratto (di cui non risulta pubblicazione sul sito nazionale) della CRI, che risulta essere anche commissario del comitato di Teramo; allo stesso modo: Fabio Carturan, che risulta essere dipendente di ruolo civile e commissario del comitato locale CRI Legnano; Tomaso Boccone, dipendente di ruolo civile e commissario del comitato locale della CRI Genova ponente;
risulterebbe che la CRI abbia perso una serie di cause sia presso i TAR regionali che presso i Tribunali ordinari contro ex amministratori (volontari) (ad esempio Fiorella Caminiti, Paolo Nicoli, Luigi Sigismondi, Gugliemo Stagno d'Alcontras ed altri), accusati ingiustamente dal comitato centrale CRI di diverse irregolarità;
altre cause sarebbero state intentate dal commissario contro altri vertici volontari (ex presidenti democraticamente eletti e vertici nazionali di componente) presso i tribunali ordinari e dinanzi alla Corte dei conti;
risulterebbe inoltre che il commissario avvocato Francesco Rocca utilizzi due pesi e due misure, perché in alcuni casi i responsabili CRI territoriali, che risultano denunciati presso la magistratura ordinaria o la Corte dei conti, sono stati rimossi dal loro incarico, mentre altri risultano tuttora in carica: un esempio per tutti il caso della dottoressa Maria Teresa Letta, attuale commissario regionale della CRI Abruzzo, indagata dalla Procura della Repubblica di Roma per il crac finanziario del comitato provinciale della CRI di Roma gestito dall'amico del commissario dottor Flavio Ronzi e ancor prima dal dottor Squicciarini promosso commissario regionale della CRI Lazio;
sono cospicue le spese di trasferta del personale dipendente in servizio presso il comitato centrale inviato dal commissario straordinario sia a lavorare con continuità presso la struttura CRI di Legnano che in altre parti d'Italia;
non è sottoposta a controllo la spesa sostenuta per le spese telefoniche dei cellulari assegnati nominativamente dal comitato centrale;
ci sarebbe un uso indiscriminato di auto blu da parte di molti vertici volontari e di dipendenti che, con la giustificazione di un'emergenza permanente, utilizzano ad uso proprio le autovetture di servizio;
non è ancora chiaro quale azione svolga la CRI a Lampedusa, dove a fronteggiare i continui sbarchi sono presenti decine di associazioni di volontariato competenti in materia e risulta potenziato il servizio sanitario locale, mentre la CRI impiega personale dipendente e volontario (ma sotto precetto e quindi soggetto a rimborso) per tenere aperta una struttura attendata sul molo del porto turistico;
inoltre risulterebbe che alcune recenti riunioni assembleari di persone nominate e non elette (esclusa la componente giovanile che ha potuto fare regolari elezioni) siano state convocate a Roma (circa 1.000 persone) per discutere sul debito CRI e sulla privatizzazione e il risultato di tali riunioni è stato pubblicizzato come espressione della volontà dei soci di tutta Italia; in realtà i soci non sono stati minimamente interpellati, in quanto i rappresentanti non erano stati eletti ma nominati dallo stesso commissario Rocca;
a quanto risulta all'interrogante, la vicenda della CRI è una storia che ha interessato personalità che periodicamente si presentano nel panorama delle cronache italiane,
si chiede di sapere:
se corrisponda al vero che la CRI abbia una gestione clientelare e poco trasparente;
se il Governo abbia assunto iniziative
atte ad accertare le cause del dissesto dell'ente, e, in caso negativo,
quando intenda provvedere, considerato che da oltre due anni diversi
giornali a carattere nazionale hanno pubblicato articoli e sono stati
scritti alcuni libri che hanno trattato dello scandalo CRI e in
particolare della gestione familiare dell'avvocato Rocca, che a quanto
risulta all'interrogante amerebbe circondarsi di una squadra di
fedelissimi provenienti dall'estrema destra o da una parte di Forza
Italia;
se intenda provvedere alla revoca dell'incarico del commissario Rocca e di tutte le persone dallo stesso nominate;
se intenda intraprendere le opportune
iniziative al fine di avviare un rapido processo elettorale per ridare
democrazia alla CRI prevedendo l'interdizione delle suddette persone a
candidarsi;
se intenda promuovere un'ispezione
amministrativa nei confronti del comitato centrale, dei suoi vertici e
dirigenti, nonché di tutti i dipendenti CRI che hanno assolto a compiti
non propri, ponendo fine alle irregolarità nella gestione della CRI e
riportando la necessaria indispensabile trasparenza nell'organizzazione e
gestione di questa storica associazione al di fuori di ogni
lottizzazione politica.
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